Test psicoattitudinali ai candidati magistrati: ok dal C.d.M.

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Anni fa le dichiarazioni favorevoli all’introduzione di test psicoattitudinali ai quali sottoporre i futuri magistrati vennero rubricate parlando di suggestione e provocazione.
Adesso la Commissione Giustizia del Senato ha approvato il parere sul decreto legislativo sulla riforma dell’ordinamento giudiziario presentato da un esponente del Governo, mettendo nelle mani dello stesso la valutazione sulla previsione di prove psicoattitudinali nei confronti di coloro che si candidano a ricoprire il ruolo di magistrato.

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Indice

1. La posizione del Ministero della Giustizia sui test psicoattitudinali


Il Ministero della Giustizia, da parte sua, dovrà prendere in considerazione espressamente la proposta dei test psicoattitudinali, proposta che alla fine del novembre scorso, al momento dell’approvazione del decreto in Consiglio dei Ministri, venne messa sul tavolo e discussa, ricevendo la forte perplessità del Guardasigilli Carlo Nordio.
Adesso la situazione è cambiata, esiste un elemento normativo, un parere al potersi ancorare con la finalità di introdurre  una misura alla quale la Magistratura si è dichiarata da sempre ostile.

2. La posizione dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM)


Le dichiarazioni della Vice Presidente dell’AMN non lasciano spazio a incomprensioni.
Alessandra Maddalena ha dichiarato:
Assistiamo ancora una volta a tentativi di parte della politica di screditare la Magistratura, stavolta insinuando nei cittadini il sospetto che i meccanismi di selezione e di valutazione dei magistrati non diano sufficienti garanzie di “equilibrio psichico”.
Si sollecita il governo a introdurre test psico-attudinali di ingresso in magistratura, senza chiarire in che cosa consisterebbe questo meccanismo di verifica e su quale affidabile base scientifica verrebbero articolati i test.
Appare evidente la natura demagogica, che per di più, risolvendosi nell’introduzione di una specie di screening di massa dei magistrati, avrebbe anche l’effetto di rallentare l’iter di riempimento delle piante organiche.
L’equilibrio di un magistrato si misura sul campo, verificandone il lavoro concreto negli uffici giudiziari, le modalità di conduzione delle udienze, la capacità di confrontarsi con i colleghi, con la polizia giudiziaria, con il personale amministrativo, con gli avvocati.
I magistrati svolgono anche un periodo di tirocinio prima di assumere le funzioni.
Esistono all’interno i meccanismi per valutarne l’idoneità.
Ci chiediamo quale sia il senso di una sollecitazione di questo tipo, priva di contenuti concreti, proprio in questo momento, visto che neanche la legge Cartabia conteneva una delega per l’introduzione di una simile previsione.
In questo modo si finisce per lanciare il messaggio che i magistrati non siano affidabili per equilibrio e debba verificare nelle sedi apposite, con l’unico effetto di indebolire la fiducia dei cittadini nella giustizia.
Sembra evidente la volontà di riproporre uno scontro con la magistratura, di riaccendere un clima conflittuale, gravemente dannoso per i cittadini.
Esattamente quello che non vuole la magistratura.  

3. I tentativi possibili all’accesso al ruolo di Magistrato


Il parere in questione contiene anche la richiesta al Governo di inserire nel fascicolo del Magistrato, da utilizzare per la valutazione di professionalità, i provvedimenti riconducibili allo stesso e non più una semplice campionatura come prevede l’attuale versione del decreto.
La stessa bozza di parere, con l’unica differenza di un aumento da tre a cinque dei possibili tentativi per l’accesso alla carriera di Magistrato, è al vaglio della Camera.
La stessa relatrice al parere sui fuori ruolo, che prevede un rinvio della loro riduzione, ha chiesto che si procedesse a uno slittamento del voto, in attesa di altri chiarimenti da parte dell’esecutivo.
Un altro fermo sul quale si addensano i dubbi sulla volontà del Governo di esercitare la delega.

4. Il CDM approva il decreto introduttivo dei test psicoattitudinali


Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, nella conferenza stampa a margine della conclusione dei lavori del Consiglio dei Ministri (CDM), ha annunciato che l’organo collegiale esecutivo del Governo ha approvato il decreto legislativo che introduce i test psicoattitudinali per l’accesso alla magistratura.
Si applicheranno per i bandi pubblicati a partire dal 2026 e spetterà al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) nominare i docenti universitari in materie psicologiche che faranno parte della commissione giudicante.
Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale e chi avrà superato la prova scritta, prima della stessa, riceverà dei test scritti individuati dal CSM, sul modello di quelli che vengono utilizzati dagli agenti di polizia.
Il colloquio orale verrà diretto dal Presidente della Commissione Esaminatrice, e non da uno psicologo, che presenzierà esclusivamente in qualità di ausiliario.
La stessa Commissione, che valuta in modalità collegiale, formulerà il giudizio conclusivo sull’insieme delle prove e si avrà un doppio livello di garanzia.
Il CSM disciplinerà i test e la commissione esaminatrice deciderà.
Il Governo, ha anche provveduto a ridurre a 180 il numero dei magistrati fuori ruolo, attraverso la norma che entrerà in vigore dal 2026, perché allo stato attuale non è possibile depauperare alcuni organi di magistrati che sono essenziali. 
Sul sito tgcom24 ha reso note le dichiarazioni del Guardasigilli e del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) che riportiamo di seguito.
Secondo il Ministro della Giustizia Carlo Nordio:
Sui test non c’è un’invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura.
  Non ci sono interferenze da parte del Governo.
Quando entrambe le Camere ti inviano determinate osservazioni è un dovere quasi del Governo quello di adeguarsi.
Purtroppo abbiamo assistito in questi giorni a una polemica della quale mi rammarico come magistrato.
Sono polemiche sterili, vuote astrazioni polemiche, nessuno ha mai pensato di introdurre valutazioni periodiche dell’attitudine e della psiche dei magistrati.
L’esame di accesso alla magistratura si potrà ripetere quattro volte” e non tre.
Secondo il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) Giuseppe Santalucia:
Più che una sciagura, è una norma simbolo, lo scopo era creare una suggestione nell’opinione pubblica: questi magistrati hanno bisogno di un controllo psichico.
Temiamo l’arbitrarietà di giudizio.
Chi stabilisce qual è la personalità adatta per fare il magistrato?
Nessuna prova è più complessa della prova scritta.
Siamo controllati come magistrati, ci sono 18 mesi di tirocinio con controlli puntuali.
Sullo sciopero  ne riparleremo, siamo uniti”.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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