Maternità surrogata reato universale: ok dalla Camera

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La maternità surrogata come reato universale ha avuto il primo via libera definitivo. E’ stata approvata la proposta di legge presentata dalla deputata Carolina Varchi. Il testo, composto da un unico articolo, adesso dovrà passare al vaglio del Senato della
La CEDU aveva già considerato legittimo negare la trascrizione, avvallando l’adozione.
Come riporta il quotidiano Il Sole 24 ore, secondo Strasburgo i ricorsi da parte delle coppie che chiedevano che l’Italia venisse condannata, sono da considerare inammissibili e la decisione ricalca un precedente che risale al 2021.

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Indice

1. La vicenda


La Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) sostiene che lo Stato non è obbligato a dovere procedere alla trascrizione automatica all’anagrafe dei figli che nascono con la maternità surrogata.
In questo modo, i Giudici di Strasburgo hanno voluto considerare inammissibili diversi ricorsi proposti contro l’Italia da parte di coppie dello stesso sesso, e di una coppia eterosessuale, con i quali veniva richiesto che  la condanna dello Stato, per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sul diritto al rispetto della vita privata e familiare. Secondo i ricorrenti, il veto posto sulla trascrizione all’anagrafe degli atti riconosciuti legalmente all’estero nei confronti dei bambini nati con la tecnica della maternità surrogata, mette a rischio un diritto fondamentale.
I ricorsi non arrivano  al raggiungimento dell’obiettivo, perché i Giudici Europei hanno considerato legittima la negazione da parte dell’Italia, con una decisione le quali ragioni sono state affidate a una nota, nella quale gli stessi Giudici scrivono:
il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali  non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’avevano utilizzata”.
Nonostante l’Italia, da parte sua, non ammetta “la trascrizione dell’atto di nascita in relazione al  padre putativo”, attraverso l’adozione garantisce la possibilità di riconoscimento legale.
La Corte ha tenuto a sottolineare che i ricorrenti, attraverso la maternità surrogata hanno dato origine a una famiglia, ed erano consapevoli che questa pratica fosse e sia “contraria all’ordine pubblico italiano”.


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2. Il precedente del 2021


Si tratta di un verdetto che non genera sorpresa, considerando che le stesse Sezioni Unite indicando la via dell’adozione in casi particolari, avevano tenuto a sottolineare che la decisione si allineasse   con la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con sede a Strasburgo.
Il 18 maggio 2021, la stessa Cedu aveva negato che il divieto alla cosiddetta gestazione per altri posto dall’Islanda dovesse essere considerato irragionevole” e “arbitrario” secondo le affermazioni della coppia di ricorrenti.
Anche quella volta la Cedu volle considerare lecito il divieto dell’utero in affitto e non lo ritenne un limite alle aspirazioni genitoriali.

3. La posizione delle Sezioni Unite


La step child adoption viene indicata come una soluzione per la tutela dei minorenni, anche da parte delle Sezioni Unite, che affermano:
con l’adozione in casi particolari l’ordinamento italiano assicura tutela all’interesse del minorenne al riconoscimento giuridico, ex post e in esito a una verifica in concreto da parte del giudice, del suo rapporto con il genitore d’intenzione.
In questo modo, non si manifesta nessuna vicinanza insidiosa alla logica del fatto compiuto, ma si guarda alla condizione materiale del minorenne stesso e al suo interesse perché l’accudimento prestato da colui che ha condiviso in concreto il progetto procreativo assuma, con la costituzione dello status, la doverosità tipica della responsabilità genitoriale”.
Una soluzione diversa porterebbe all’incoraggiamento di una pratica considerata reato nel nostro paese, in relazione al desiderio degli adulti di una genitorialità che deve essere conseguita a qualunque costo.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, allo stato attuale non sembra disposta a volere avallare questa posizione

3. Il via libera della Camera dei Deputati alla maternità surrogata come reato universale


La maternità surrogata come reato universale ha avuto il primo via libera definitivo.
E’ stata approvata la proposta di legge presentata dalla deputata Carolina Varchi.
Il testo, composto da un unico articolo, adesso dovrà passare al vaglio del Senato della Repubblica.
Prevede la modifica dell’articolo 12 comma 6, della Legge n.40/2004, che punisce con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 euro a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità’», aggiungendovi un periodo, secondo il quale se i suddetti fatti «sono commessi all’estero, il cittadino italiano e’ punito secondo la legge italiana”.
Il quotidiano Il Corriere della Sera ha riportato le dichiarazioni del Ministro della Famiglia Eugenia Roccella, che al termine della seduta ha affermato:
Oggi è una giornata importante perché con questo voto l’Italia si pone all’avanguardia nella difesa dei diritti delle donne e dei bambini a livello internazionale.
 Speriamo che questo voto del parlamento apra un dibattito a livello mondiale per questa pratica per arrivare a un’abolizione”.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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