Maternità surrogata: situazione in Italia e nel mondo 

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La maternità surrogata, surrogazione di maternità, gestazione d’appoggio o gestazione per altri (spesso abbreviata in GPA) è una forma di procreazione assistita nella quale una donna (definita madre surrogata, gestante d’appoggio, gestante per altri o portatrice gestazionale) provvede alla gestazione per conto di una o più persone, che diventeranno il genitore o i genitori del nascituro.

Indice

1. Aspetti legali

In molti Paesi, la donna che partorisce un bambino ne è considerata la madre a ogni effetto, e gli accordi prenatali sulla futura nascita sono considerati nulli (come, ad esempio, in Italia).
Il ricorso a questo metodo viene di solito sancito attraverso un contratto, nel quale il futuro genitore (o i futuri genitori) e la gestante dettagliano il procedimento, le sue regole, le sue conseguenze, il contributo alle spese mediche della gestante, ed esclusivamente in alcuni Paesi, l’eventuale retribuzione della gestante stessa per il servizio offerto.
In simili casi è comune la locuzione “utero in affitto”, a volte utilizzata in modo improprio per indicare in senso negativo la maternità surrogata in genere.
Ci si rivolge alla stessa come “altruistica” per descrivere le leggi delle realtà dove non è permesso un contributo pecuniario alla gestante, come ad esempio negli Stati membri dell’Unione Europea dove la pratica è considerata legale.
Al contrario, dove esistono leggi che permettono la remunerazione, si definisce “retribuita” o “lucrativa”.
In alcuni sistemi sono legali entrambi i tipi di pratica.
In Russia e Ucraina ad esempio esistono norme che regolano sia la surrogazione altruistica sia quella retribuita.
 La fecondazione può essere effettuata con spermatozoo (gamete) e ovuli sia della coppia sterile sia di donatori e donatrici attraverso concepimento in vitro.
La maternità surrogata si ha quando una donna si presta a portare a termine un’intera gravidanza, sino al parto, accogliendo un embrione generato su iniziativa di single o di coppie, di solito incapaci
Alcuni Paesi (come ad esempio il Canada) ne proibiscono la forma retribuita ammettendone quella altruistica, gestita da agenzie specializzate che prevedono un rimborso per le spese mediche delle donatrici, oltre agli oneri dovuti alla pratica.
Altri ancora, come accennato in precedenza, permettono entrambe le forme (Georgia, Ucraina).
 Italia
 In Italia la maternità surrogata costituisce una pratica medica vietata, punita con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.
Il divieto è stato confermato nel 2017 dalla Corte costituzionale, la quale ha considerato come la pratica di surrogazione “offenda in modo intollerabile la dignità della donna e mini nel profondo le relazioni umane”.
 Se si optasse di usufruire di questa pratica in Paesi esteri che lo permettono, si pongono alcune questioni.
Le norme italiane consentono il riconoscimento automatico dei genitori biologici e ammettono la trascrizione dell’atto di nascita del neonato.
Non sussistendo nell’ordinamento una norma che permetta il riconoscimento automatico del rapporto di genitorialità, si pone la questione del riconoscimento del legame familiare tra il/la figlio/a e il genitore non biologico (o genitore sociale), situazione che si verifica quando l’ovulo o lo spermatozoo siano donati da un soggetto terzo.
L’ipotesi è tipica delle coppie eterosessuali, quando la madre non è in grado di fornire l’ovulo alla donna portatrice, e delle coppie omosessuali.
 Stante l’insussistenza di una disciplina che permetta l’instaurarsi del legame parentale tra il neonato e il genitore d’intenzione, alcune famiglie si sono rivolte alla magistratura evidenziando come il quadro normativo precluda il diritto del minorenne a vedere riconosciuto il suo rapporto con il genitore d’intenzione.
Nel 2019 la Suprema Corte di Cassazione ha negato a una coppia di uomini la possibilità di trascrizione anagrafica dell’atto di filiazione straniero (canadese) includente entrambi come padri.
Il rapporto biologico era tra il neonato e uno dei soggetti richiedenti, mentre la Cassazione ha ricordato che, due donne possono avere entrambe un rapporto biologico con un figlio. l’una attraverso il gamete, l’altra con la gestazione.
 Grecia
 Nel 2002 è stata introdotta in Grecia la Legge 3089/2002 relativa alla riproduzione assistita, che incorporava regole specifiche per permettere la maternità surrogata, dando a questa pratica una legittimazione legale.
 Le leggi greche permettono questa tecnica esclusivamente nel caso nel quale non ci sia nessun tipo di vincolo genetico tra la gestante e gli embrioni, e ne garantiscono l’accesso a donne impossibilitate a una gestazione autonoma, con prove mediche che lo confermino.
È richiesto che entrambe le donne implicate nel processo siano residenti in Grecia.
 Regno Unito
 Nel Regno Unito la maternità surrogata commerciale non è legale, mentre lo è la “forma altruistica”, introdotta dal Surrogacy Arrangmements Act nel 1985.
Il quadro giuridico che si era iniziato nel 1985 si èandato raffinando in diverse modificazioni regolando il trasferimento di paternità in un tempo successivo alla nascita.
E’ dopo la nascita del bambino che i coniugi che vogliono diventare genitori possono fare richiesta di adozione.
I requisiti previsti sono i seguenti:
I richiedenti possono essere sposati, in un’unione civile o conviventi (incluse coppie dello stesso sesso), o single.
La gravidanza non può essere dovuta a un rapporto sessuale.
Il bambino deve vivere con i genitori che ne fanno richiesta fin dalla sua nascita.
Nel momento nel quale viene avanzata la richiesta di trasferimento, almeno uno dei due genitori deve avere il domicilio nel Regno Unito.
I richiedenti devono avere almeno una connessione genetica parziale con il bambino.
La richiesta deve essere realizzata entro i 6 mesi che seguono la nascita del bambino.
La gestante non può dare il suo consenso al trasferimento sino almeno a 6 settimane dopo la nascita.
Si deve dimostrare che non c’è stato nessun interscambio di denaro al di fuori delle ragionevoli spese del processo.
La legge prevede il divieto dell’interposizione o intermediazione di soggetti terzi con scopo di lucro, l’inesigibilità dei contratti di surrogazione tra privati, e sottopone al sindacato di merito del giudice l’entità di qualsiasi trasferimento economico tra le due parti, limitandosi a un “ragionevole rimborso” delle spese sostenute.
Le domande di surrogazione sono prese in carico ed evase da una pluralità di organizzazioni senza scopo di lucro.
L’Human Fertilisation and Embryology Act 2008 dispone che per ogni caso sia necessaria un’ordinanza del giudice che trasferisca la “piena titolarità” dei diritti del minorenne in capo alla famiglia surrogante.
Sino a questo termine, il neonato è figlio della madre surrogata e di suo marito o del di lei partner, a ogni effetto di legge.
Il trasferimento è subordinato alla verifica di una serie di requisiti di legge, in assenza dei quali la famiglia surrogante si vede negare la potestà genitoriale, per la quale spesso opta per l’alternativa dell’adozione che non contempla queste condizioni, se è concorde e non si oppone.
La giurisprudenza si trova anche a dovere regolare le casistiche nelle quali l’accordo verbale tra le parti sia per qualche motivo venuto a mancare.
La Law Commission, organismo creato per la semplificazione normativa, ha avviato una fase di consultazione pubblica in materia di maternità surrogata, introdotta a fine 2017 nel programma di riforme.
Russia
La maternità surrogata, incluso quella commerciale, è legale in Russia, e accessibile a chiunque sia maggiorenne, in relazioni eterosessuali, che desiderino diventare genitori.
In Russia il primo programma di maternità surrogata è stato condotto nel 1995 presso il Centro per la fecondazione in vitro, insieme con l’Istituto di Ostetricia e Ginecologia di San Pietroburgo.
Le trascrizioni nei registri dei bambini nati attraverso la maternità surrogata sono regolamentate dal Codice della Famiglia(articoli 51 e 52) e dalla Legge degli Atti dello Stato Civile (articolo 16). La madre surrogata deve dare il suo consenso in modo che il nascituro venga registrato.
Per questo processo non è necessaria né una risoluzione giuridica, né un processo di adozione.
Il nome della madre surrogata, non compare nel certificato di nascita.
Non è obbligatorio che il bambino abbia un vincolo genetico con almeno uno dei genitori richiedenti.
I bambini nati dalla maternità surrogata per richiesta di persone single o coppie di fatto eterosessuali vengono iscritti per analogia della legge (articolo 5 del Codice della Famiglia), anche se potrebbe essere necessaria una risoluzione giuridica.
La legislazione in vigore ha reso la Russia una destinazione attraente per i “turisti riproduttivi”, che viaggiano all’estero alla ricerca di tecniche non disponibili nei propri Paesi di origine.
In Russia, gli stranieri godono degli stessi diritti sulla riproduzione assistita dei russi.
Entro i tre giorni successivi al parto, la coppia committente riceve il certificato di nascita russo, nel quale i due risultano come padre e madre.
 Spagna
In Spagna i contratti prenatali sulla gestazione e la prole sono considerati nulli.
I nascituri sono legalmente figli dei genitori biologici, secondo l’articolo 10 della Legge 26/05/14/2006, sulle tecniche di riproduzione assistita.
Nonostante questo, in Spagna, l’affidamento di un bambino nato con maternità surrogata a favore dei genitori che ne hanno fatto richiesta è possibile, se si possiedono una serie di requisiti (stabiliti dai provvedimenti della Direzione Generale dei Registri e del Notariato del 5 ottobre 2010 sul regime di registrazione della filiazione dei nascituri tramite sostituzione gestazionale).
Stati Uniti
Negli Stati Uniti d’America sono otto gli Stati nei quali è legale ricorrere alla maternità surrogata.
Lo Stato federato che ha regolamentato per primo questo processo è quello della California.
Ucraina
La maternità surrogata, inclusa quella commerciale, è legale in Ucraina.
Il Codice della Famiglia (art. 123, punto 2) dispone che, nei casi nei quali l’embrione generato da due coniugi viene trasferito a un’altra donna, sono lo stesso i due coniugi i genitori riconosciuti del bambino.
Il punto 3 dell’articolo permette ai coniugi di ricorrere alla fecondazione in vitro con ovociti donati. In qualunque caso, avendo dato il loro consenso all’applicazione delle tecniche di riproduzione assistita, è riconosciuta ai coniugi la piena potestà genitoriale sui bambini nati da queste tecniche.
In seguito alla nascita del bambino, la coppia ottiene il certificato ucraino di nascita, nel quale i due risultano il padre e la madre.
Nei casi nei quali si è fatto ricorso a una donazione, non assume nessuna importanza la relazione genetica “incompleta” con il nascituro.
Il Paese è una delle mete più gettonate per le coppie italiane che decidono di ricorrere alla maternità surrogata, considerati i suoi costi accessibili, rispetto a quelli americani. 
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2. Le richieste di abolizione universale

Nel febbraio del 2016 si è tenuto a Parigi un convegno per l’abolizione universale della maternità surrogata, organizzato da associazioni femministe francesi e patrocinato dall’Assemblea nazionale, al quale hanno aderito ricercatrici, giuriste, medici e attivisti per i diritti umani del mondo.
A conclusione dei lavori dell’assemblea, è stata formulata la richiesta formale perché la pratica della maternità surrogata venga proibita e resa illegale nel mondo.
Il documento presenta forti relazioni al lucro e allo sfruttamento e ritiene la pratica disumanizzante e contraria alla dignità e ai diritti delle donne e dei neonati.
 

3. La questione terminologica

La locuzione utero in affitto è spesso utilizzata dai detrattori della pratica.
È considerato un termine improprio, perché non onnicomprensivo e a volte legalmente errato.
E’ anche percepito come offensivo da alcune persone che abbiano usufruito o non lo abbiano fatto, della maternità surrogata.

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