Voleva redimere una prostituta ed è stato condannato per stalking

Redazione 19/05/16
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Esemplare la vicenda vissuta da un uomo in Emilia Romagna. Lui si era ripromesso di redimere una prostituta. La donna non era assolutamente d’accordo, e l’ha fatto condannare per stalking.

È quanto affermato dalla Corte di Cassazione, sez. V Penale, con la sentenza n. 20711 depositata il 18 maggio 2016.

Lui ha dichiarato di «avere fatto effettivamente pressione sulla donna» – una «prostituta» – perché intenzionato a «redimerla», a riportarla sulla retta via.

Inequivocabile, però, anche la reazione della donna, che si è sentita in pericolo, tanto da rifugiarsi «in un bar» e chiedere l’aiuto della Polizia.

Si può, quindi, parlare di «atti persecutori» in piena regola.

Linea non condivisa dal difensore dell’uomo atteso che l’obiettivo era esclusivamente quello di «redimere la donna».

Ma anche gli Ermellini confermano la condanna per stalking evidenziando che la ragione che ha spinto l’uomo ad agire, e cioè «convincere la donna a smettere di prostituirsi», non legittima il suo comportamento.

In altri termini, ciò che conta è la «la volontà di porre in essere più condotte di minaccia e di molestia» nei confronti della donna.

 

Redazione

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