Legge elettorale: la Consulta boccia i premi di maggioranza e le liste bloccate senza preferenze

Redazione 06/12/13
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Lucia Nacciarone

Con la sentenza del 4 dicembre 2013, di cui si attendono motivazioni e deposito nelle prossime settimane, la Corte costituzionale ha messo uno stop definitivo alla prescrizioni contenute nella legge 270/2005, che da circa otto anni regola le sorti del nostro Paese.

Per come funziona la legge cd. Porcellum, vi sarebbe, secondo le argomentazioni degli elettori condivise poi dalla Consulta, una lesione del diritto costituzionalmente garantito alla sovranità popolare.

Infatti, essa non mette i cittadini in condizioni di scegliere un candidato da mandare in Parlamento; infatti, come si legge nell’ordinanza di rimessione della Cassazione alla Corte costituzionale, per il peculiare funzionamento del Porcellum «alla Camera il premio di maggioranza per coalizioni di liste non garantisce la governabilità, mentre al Senato la base regionale dà risultati casuali».

Nel dichiarare l’illegittimità costituzionale l’Alta Corte si sofferma in particolare sulle norme della legge 270/2005 che prevedono l’assegnazione del premio di maggioranza, infatti, sia per la Camere che per il Senato, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55 per cento dei seggi assegnati a ciascuna Regione.

Bocciate, inoltre, le norme che stabiliscono la presentazione delle liste elettorali ‘bloccate’ nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.

Oltre ad attendere le motivazioni della sentenza, ad ora da più parti politiche si auspica l’adozione di una nuova legge elettorale più consona ai diritti politici del cittadino.  

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