Confisca per illeciti amministrativi delle società: ammessa solo sui ricavi “introitati”

Redazione 28/01/14
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Lucia Nacciarone

Con la sentenza n. 3635 del 24 gennaio 2014 i giudici di Cassazione, accogliendo il ricorso di un gruppo imprenditoriale, hanno annullato il sequestro del patrimonio dell’azienda, sottolineando come la misura non possa colpire un potenziale profitto del reato né il risparmio di spesa.

Infatti, anzitutto va chiarito che il provvedimento non può essere applicato in relazione a fatti commessi prima dell’introduzione nel nostro ordinamento dell’illecito amministrativo, vale a dire dell’emanazione del d.lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa da reato degli enti.

Ad avviso poi della Corte di legittimità, affinchè possa individuarsi un profitto assoggettabile a sequestro, e poi a confisca, è necessario, ai sensi del d.lgs. citato, che si verifichi quale diretta conseguenza della commissione del reato, uno spostamento reale di risorse economiche, ossia una visibile modificazione positiva del patrimonio dell’ente, evitando improprie assimilazioni tra la nozione di profitto del reato, inteso quale accrescimento patrimoniale, e la causazione di meri danni risarcibili relativi a risparmi di spesa indebitamente ottenuti dall’ente per effetto della mancata esecuzione di opere di risanamento ambientale.

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