Cassazione: i congiunti del defunto non possono opporsi all’esame del DNA sulla salma

Redazione 23/07/12
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E ciò al fine di stabilire il riconoscimento della paternità. Lo ha deciso la Corte Suprema di legittimità con la sentenza n. 12549 del 19 luglio 2012, respingendo il ricorso di moglie e figlie del defunto, intenzionate invece ad opporsi alla riesumazione.

La richiesta era stata presentata dalla presunta figlia naturale, la quale aveva avviato l’azione di riconoscimento giudiziale della paternità.

La Cassazione ha stabilito che il consenso dei familiari o degli eredi all’esumazione o all’autopsia del cadavere di un congiunto non è richiesto, anzi da una lettura della normativa in materia si deduce che esso debba escludersi.

I familiari sono legittimati unicamente a disporre del cadavere per scopi diversi da quello della sua destinazione normale, consistente nel modo e nella forma del seppellimento, ma non devono prestare il consenso per accertamenti da eseguire sul cadavere per finalità di giustizia: ciò non è previsto da nessuna norma.

Di conseguenza, di fronte alla richiesta avanzata da un presunto figlio naturale, non possono opporsi, anche considerando il fatto che l’azione giudiziale di paternità consiste nell’accertamento di un diritto fondamentale, attinente allo status di figlio presunto: tale diritto deve avere prevalenza sul resto.

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