TAR Lazio: no a sospensiva riordino province

Redazione 15/10/12
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Il TAR del Lazio ha bocciato il ricorso delle province di Treviso e Rovigo contro il riordino delle province decretato dal Salva Italia

 

Alessandro Camillini (tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it)

 

Nella giornata di giovedì 11 ottobre è stata formalmente respinta la richiesta di sospensiva sul riordino delle province che era stato proposto dalle province di Treviso e Rovigo. La decisione presa dal TAR del Lazio, chiaramente, non è stata accolta dai presidenti che avevano avanzato la proposta del provvedimento sospensivo; infatti hanno già dichiarato che faranno ricorso al Consiglio di Stato.
La contestazione nasce dalla delibera fatta dal consiglio dei ministri il 20 luglio scorso, in quella data si stabilirono i parametri minimi richiesti di superficie (2.500 kmq) e di popolazione (350.000 abitanti) per determinare quali province sarebbero dovute essere accorpate e quali invece avrebbero sopravvissuto al riordino. Questi criteri, naturalmente, sollevarono varie proteste che divennero veri e propri ricorsi al Tar, sono state sette, infatti, le provice che, oltre le due venete, si sono rivolte al tribunale del Lazio e hanno chiesto la sospensione del provvediamento perché “in contrasto con gli articoli 5 e 133 della Costituzione”.
I giudici hanno inviato gli atti alla Corte Costituzionale, la quale il 6 novembre dovrà prendere una decisione in merito al riordino della province decretato dal Salvaitalia. Nel testo della sentenza i magistrati dichiarano che la delibera emanata dal governo è “il primo segmento di una sequenza procedimentale destinata a concludersi con un provvedimento di natura legislativa il quale, fermi naturalmente i limiti costituzionali, è per definizione libero nel contenuto e nel fine”.
Decisamente soddisfatto, dunque, per l’esito determinato dal Tar del Lazio il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, che vede confermata la bontà del suo provvedimento almeno fino a questo grado di appello. “La decisione del giudice amministrativo – dichiara il ministro per la Pubblica amministrazione – conferma anche sul piano strettamente tecnico-giuridico la correttezza dell’operato del governo e costituisce un ulteriore impulso a portare a termine senza indugio il programma di riordino, in piena collaborazione con le regioni, con le province e con le comunità locali”.

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