In dirittura di arrivo l’equo compenso ai professionisti 

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I parametri sono fermi agli anni 2012 – 2013 e sono stati aggiornati esclusivamente quelli degli avvocati
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Indice

1. Che cos’è l’equo compenso professionisti

L’equo compenso è il riconoscimento di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro che viene svolto da un professionista.
Deve essere riconosciuto ai professionisti che si ritrovano molto spesso in determinate situazioni caratterizzate da uno squilibrio contrattuale con la Pubblica Amministrazione, con le banche, con le assicurazioni, con le imprese che hanno più di 50 dipendenti oppure che hanno un fatturato superiore a 10 milioni di euro.
Il 2023 potrebbe essere l’anno nel quale i professionisti potranno avere a disposizione un’altra forma di tutela.
Il cammino della relativa proposta di legge è iniziato nel 2021, anno nel quale è stato presentatao un Disegno di legge dagli Onorevoli Meloni e Morrone, subendo delle modifiche.
Il testo era stato approvato all’unanimità da parte della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e adesso si è arrivati alla fase di esame in Senato.
Il diritto a un per equo compenso per i professionisti in breve tempo potrebbe diventare legge, anche se la via verso una giusta remunerazione, che sia in equilibrio tra la quantità e la qualità del lavoro svolto, dovrebbe essere lunga.
Come sopra accennato, il Disegno di legge sull’equo compenso è stato approvato dalla Camera dei deputati e ha iniziato il suo iter al Senato, in sede redigente, dove la maggioranza preme in modo che si abbia un veloce via libera.
Il mondo professionale, da pare sua, si dice d’accordo con l’idea di allargare subito dopo il perimetro della legge. 
A questo proposito, al fine di stabilire se un compenso sia equo oppure non lo sia, ci si dovrà rivolgere ai parametri.
In questo frangente iniziano le difficoltà, nel senso che, ad eccezione degli avvocati, i parametri non ci sono, e quando ci sono risultano essere vecchi e incompleti.

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2. I parametri e le professioni

I parametri rappresentano degli importi che vengono stabiliti per ogni categoria e attività, attraverso un decreto ministeriale.
Sinora sono stati utilizzati in caso di lite sulle parcelle.
Attraverso l’equo compenso dovranno essere il punto al quale si rivolgeranno i professionisti e i grandi clienti, e da qualcuno vengono definiti come delle autentiche tariffe che sostituiscono quelle cancellate dai precedenti provvedimenti.
Sono stati fissati dal Decreto Ministeriale 140/2012 per commercialisti, notai, professionisti tecnici e assistenti sociali, mentre gli avvocati possono fare affidamento su uno specifico decreto che è stato aggiornato da poco.
Gli altri avranno dei compensi vecchi e anche incompleti.
Alcune attività, come ad esempio gli arbitrati, mancano.
Il Cndcec, da parte sua, sta lavorando alla revisione da sottoporre al Ministero della Giustizia quando la legge verrà  approvata.
Anche per queste categorie, come per gli avvocati, dovrebbe essere necessario introdurre un compenso orario.
Sono, per così dire, più tranquilli i consulenti del lavoro, che dal 2013 hanno degli specifici parametri.
Le loro attività in campo lavoristico e fiscale sono coperte, quello che manca è esclusivamente la recente crisi di impresa.
Secondo gli addetti ai lavori, in relazione al salario minimo, serve l’adeguamento all’inflazione.
Gli ingegneri e gli architetti, da parte loro, si dicono allarmati, e sono fermi al 2016, considerandosi “dimenticati” dal codice dei contratti.
Secondo loro, i parametri sono superati e lo studio di fattibilità, avrà bisogno di più complesse prestazioni, che non sono previste da quelli attuali, e non vengono contemplati neanche dalla redazione di un certificato energetico.
Secondo gli ingegneri, nello specifico, mancano punti ai quali rivolgersi per avere i relativi strumenti, considerando anche che i loro parametri sono relativi, all’ingegneria civile e dimenticano le altre specializzazioni.
Di conseguenza, per entrambi la revisione è in corso nella Rete delle professioni tecniche.
Le professioni non regolamentate secondo il Disegno di legge Meloni dovrebbero avere parametri per la prima volta, e dovrebbero essere realizzati coinvolgendo le associazioni iscritte all’elenco del ministero delle Imprese.
Secondo la Presidente del Colap, interpellata dal Sole 24 ore, è una strada impraticabile, perché nel loro mondo nascono ogni giorno altre professionalità ed è impossibile racchiuderle in un decreto, a meno che non si voglia consegnare poteri di proposta e vigilanza sui compensi agli Ordini.
Su questo il Colap promette di difendersi anche con ricorsi al Tar.

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Dopo una breve ricostruzione dell’istituto dell’equo compenso e della sua evoluzione normativa, l’e-Book commenta articolo per articolo la recente Legge 21 aprile 2023, n. 49 “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali”: le novità introdotte, con la finalità di tutelare il Professionista nel rapporto con il Committente, con uno sguardo rivolto in particolare al mondo forense, ma anche le criticità e le perplessità con cui è stata accolta dai professionisti stessi.Alessio AntonelliAvvocato cassazionista, è Senior Associate dello Studio Legale Lipani Catricalà & Partners, con sedi a Roma e Milano. Si occupa di Diritto civile, commerciale, societario, tributario, amministrativo e del lavoro. Membro del Centro Studi istituito all’interno dello Studio, è altresì Relatore nell’ambito del ciclo di eventi formativi organizzati annualmente dallo Studio Legale Lipani Catricalà & Partners, accreditati presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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