Figli illegittimi e naturali, riconoscimento e risarcimenti

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In passato, la maggior parte dei figli veniva concepita da genitori sposati, in chiesa o in Comune.

In caso contrario, la coppia o la madre single diventava oggetto di condanna sociale perché aveva fatto nascere un figlio illegittimo.

I figli illegittimi sono i bambini nati al di fuori del matrimonio e in passato fortemente discriminati da parte della società.

Oggi la discriminazione non esiste più.

La maggior parte delle famiglie accoglie con estrema gioia la notizia di avere un bambino, che sia o non sia il frutto di un’unione matrimoniale.

In molti casi si tratta di un’autentica conquista, dopo mesi, se non anche anni, di tentativi falliti.

Esistono però delle differenze legali tra coloro che nascono al di fuori del matrimonio e i figli che invece sono nati da una coppia sposata.

In questo articolo scriveremo nel dettaglio chi sono i figli illegittimi, che cosa significa riconoscerli e in quali casi possono ottenere il risarcimento da parte dei genitori.

     Indice

  1. I figli illegittimi e legittimi
  2. In che modo si riconosce un figlio naturale?
  3. I figli illegittimi hanno diritto all’eredità?
  4. Quando il figlio illegittimo ha diritto al risarcimento?

1. I figli illegittimi e legittimi

Con il termine figli illegittimi, o naturali, s’ntende i nati al di fuori del matrimonio, mentre, i figli legittimi, sono i nati da una coppia sposata.

Si tratta di termini antiquati e dimenticati.

Dal 2012 il codice civile non parla più di figli illegittimi o legittimi, ma esclusivamente di figli nati fuori del matrimonio e figli nati nel matrimonio.

Con il passare del tempo sono state anche abolite le discriminazioni previste dalla legge nei confronti dei figli naturali.

Ad esempio, l’impossibilità per il figlio nato da una coppia non sposata di assumere il cognome paterno.

La procreazione ha effetti legali con il riconoscimento dei figli.

Il riconoscimento è un atto con il quale il fatto naturale della procreazione si trasforma in uno stato di filiazione che rileva per il diritto.

Con il riconoscimento il figlio e il genitore assumeranno in modo reciproco i diritti e i doveri che la legge prevede, ad esempio quelli di assistenza materiale o morale o quelli relativi al settore ereditario.

Al bambino potrà essere attribuito il cognome paterno in aggiunta o in sostituzione di quello materno.

2. In che modo si riconosce un figlio naturale?

Il riconoscimento del figlio naturale può essere effettuato nell’atto di nascita, oppure in tempi successivi con un atto pubblico, davanti a un ufficiale di stato civile o ancora in un testamento

(art. 254 c.c.).

Se il minorenne ha compiuto i quattordici anni, dovrà prestare il proprio consenso al riconoscimento, mentre per il bambino è più piccolo dovrà essere l’altro genitore a dare il permesso.

Se uno dei due genitori non voglia riconoscere il figlio, l’altro che lo ha riconosciuto potrà agire legalmente e ricorrere al giudice competente per ottenere una sentenza che dichiari la paternità.

Il riconoscimento del figlio naturale può essere effettuato nell’atto di nascita, oppure con un atto pubblico, davanti a un ufficiale di stato civile o ancora in un testamento.

Se il padre dovesse rifiutare di riconoscere il figlio, il giudice potrà disporre l’esame del Dna o le analisi del sangue e potrà obbligare il genitore alle spese di mantenimento.

Nonostante in passato non fosse permesso, adesso la legge prevede che il Tribunale possa autorizzare il riconoscimento anche dei figli incestuosi, vale a dire, nati da persone tra le quali sussiste un vincolo di parentela molto stretto.

In simili casi il riconoscimento potrà essere autorizzato esclusivamente quando non danneggi il bambino (art. 251 c.c.).


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3. I figli illegittimi hanno diritto all’eredità?

Come accennato in precedenza, le posizioni di figlio legittimo e naturale sono state parificate.

Allo stato attuale i figli illegittimi riconosciuti possono ereditare alle stesse condizioni di quelli nati nel matrimonio, al contrario di quello che accadeva in passato.

La legge prevedeva il diritto alla commutazione dei figli legittimi, che potevano decidere di trattenere i beni del patrimonio, liquidando in danaro la quota dei figli naturali.

Ad esempio, il figlio nato dalla coppia sposata poteva decidere di tenersi la casa vacanze di proprietà del padre, pagando al figlio naturale la sua quota sull’immobile.

La commutazione, però, è stata abrogata e il figlio naturale è erede allo stesso modo nel quale lo è quello nato in costanza di matrimonio (Cass. n. 15100/2005).

4. Quando il figlio illegittimo ha diritto al risarcimento?

Il figlio illegittimo può avere diritto al risarcimento in alcuni casi.

Ad esempio, un padre non riconosce il figlio alla nascita e lo ignora per diversi anni, disinteressandosi completamente di lui e venendo meno ai suoi obblighi morali e di mantenimento.

In simili casi il giudice può decidere di condannare il genitore al risarcimento dei danni, anche morali, nei confronti del figlio.

Di recente, la Suprema Corte di Cassazione ( Cass. n. 15148/2022) ha condannato un padre che non aveva mai partecipato alla vita del figlio, né dal lato economico, né dal lato affettivo, a pagare più di  duecentomila euro in favore del ragazzo per i danni morali e materiali subiti dal momento della nascita.

La Suprema Corte ha chiarito che il dovere di mantenimento del figlio decorre dal momento della nascita e non dal momento del riconoscimento, e nel caso in questione era avvenuto molti anni dopo la nascita del bambino.

>>>Leggi l’ordinanza della Cassazione<<<

Dott.ssa Concas Alessandra

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