Diritto alla salute mentale per adulti e bambini: panoramica

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La salute mentale è alla base del “ben-essere” personale (in particolare dei bambini) e sociale
Tra il I e il II secolo dopo Cristo, Giovenale nella sua X Satira scriveva “Mens sana in corpore sano” che, nei nostri tempi, è diventato solo un brocardo dimenticando la sua profondità – infatti nella sua interezza era “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” (letteralmente “Bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano”) –, l’unità della mente e del corpo e la ricerca dell’equilibrio, per cui si cade spesso in forme di esagerazione di ogni sorta a discapito della salute.
Per approfondimenti consigliamo il volume: Le disuguaglianze di salute e le politiche socio-sanitarie

Indice

1. La salute mentale nel presente


Salute mentale: quella che risulta più compromessa soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, quella di cui si ha più timore di parlare e quella che spesso è trascurata dai genitori durante la crescita dei figli.
L’organizzazione internazionale Make Mothers Matter (“Fai in modo che le madri contino”) ha denunciato (giugno 2023) che quasi una donna su cinque in tutto il mondo sviluppa problemi di salute mentale durante la gravidanza o entro il primo anno dopo il parto. Nonostante questi numeri, la fornitura e l’integrazione di servizi di salute mentale di qualità per le donne rimangono inadeguate e poco realizzate in tutta l’Unione Europea. Trascurare i problemi di salute mentale ha effetti dannosi di lunga durata sulla madre (ad esempio, aumento del rischio di ulteriori episodi clinici), sulla relazione madre-bambino e sul bambino (ad esempio, nello sviluppo socio-emotivo e cognitivo). Bisogna ricordare che il senso materno non è scontato e che la salute è integrale e non solo fisica e con conseguenze interrelazionali e di questo ne devono tener conto soprattutto le istituzioni e chi ha delle particolari responsabilità.
“La salute mentale costituisce la prima motivazione di contatto ai nostri servizi. […] Telefono Azzurro chiede che il benessere psicologico dei bambini e degli adolescenti sia al centro delle politiche della salute. Crediamo, inoltre, che sia fondamentale costruire percorsi di formazione specialistica per i professionisti dell’infanzia e dell’adolescenza, nell’ambito del mondo educativo, sanitario, sociale e giuridico. Sono troppi i fenomeni che spengono la serenità dei nostri bambini, minando insieme allo sviluppo delle future generazioni anche il futuro del nostro Paese. Abuso, Pedofilia, Bullismo, Scomparsa, Suicidio, Sicurezza in rete sono tematiche che devono trovare spazio all’interno di un piano di lavoro a tutto tondo perché i minori hanno bisogno di spazi virtuali e luoghi fisici sicuri in cui crescere ed esprimersi ma soprattutto di un Governo che ne abbia a cuore il benessere fisico e psicologico” (Ernesto Caffo, fondatore de Il Telefono Azzurro, nell’appello alle Istituzioni e al Governo nel giugno 2018). Oggi, più che in passato, sono perpetrate tante forme di sequestro o rapimento o maltrattamento a danno dei bambini: dalla mancanza di libertà di giocare in strada all’impossibilità di vedere un genitore. I genitori si preoccupano che i figli mangino, siano ben vestiti e che godano di buona salute ma non di quello che provano, sentono, del loro vuoto interiore o del loro tormento interiore (in particolare nei casi di separazione/divorzio o altri eventi drammatici) o della loro confusione mentale ed esistenziale. Nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e in altre fonti normative internazionali vi è il continuo richiamo al benessere, come per esempio nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile si parla di “benessere fisico, mentale e sociale” (punto n. 7), preceduta nel 2012 dalla Risoluzione A/RES/66/288, intitolata “Il futuro che vogliamo”.
I genitori stanno in ansia per l’individuazione di eventuali disturbi del linguaggio, dell’apprendimento o altri disturbi che possano inficiare l’attività scolastica e gli attesi successi scolastici dei figli, ma non altrettanto per la manifestazione di altri disturbi (comportamentali o sociali) che possano minare la salute e la personalità dei figli perché temono proprie responsabilità, pregiudizi o giudizi sociali o sviluppi incontrollabili. Tra i disturbi da non trascurare quelli somatoformi (sintomi fisici correlati a problemi psichici), soprattutto in adolescenza. I genitori dovrebbero tener conto che il binomio “benessere e salute mentale” è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (obiettivo 3.4) cui essi hanno il dovere di contribuire.
“L’articolo 12 [Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia] afferma il diritto dei bambini a esprimere il loro parere sulle questioni che li riguardano, particolarmente nelle procedure giudiziarie e amministrative, tenendo conto della loro età e maturità. Si tratta di una «promessa» enorme, la cui realizzazione, sotto la guida di educatori e genitori, favorisce la loro crescita intellettuale, morale e spirituale” (lo storico gesuita Giancarlo Pani in “I diritti dell’infanzia”, giugno 2019). È significativo che nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, dopo aver enunciato i diritti personalissimi quali l’identità del bambino e le sue relazioni con entrambi i genitori, si riconosca il diritto del fanciullo a esprimere liberamente e in qualsiasi materia una propria opinione. L’opinione rappresenta un processo interiore, rapporto con la realtà, maturazione della propria identità e riconoscimento dell’altro. Successivamente si parla della libertà di espressione (art. 13) e della libertà di pensiero (art. 14). I genitori, però, trascurano quest’aspetto e si preoccupano piuttosto dell’abbigliamento o dell’attività pomeridiana che i figli devono praticare non tenendo conto che il formarsi una propria opinione è anche un elemento della salute mentale e non solo.


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2. La salute mentale per il futuro


Si ha bisogno di una “presenza corroborante” e non una delle tante, una presenza che si faccia sentire e pronta a sentire, a cominciare dalla famiglia. Perché, spesso, i genitori si preoccupano per ogni alfabetizzazione dei figli, in particolare quella digitale, ma non dell’alfabetizzazione esistenziale ed essenziale, per cui aumentano tra bambini e ragazzi i casi di depressione o altri problemi di salute mentale. Per esempio, un report statunitense ha rivelato che uno stile familiare coeso aiuta gli adottati a superare la deprivazione. La coesione e la capacità di favorire l’espressione dei pensieri e dei sentimenti in famiglia sono stili educativi che potrebbero moderare gli effetti delle avversità vissute nel periodo pre-adozione. Al contrario, il conflitto familiare e l’aderenza a un rigido sistema di regole potrebbero aumentare il rischio di problemi comportamentali (sono i dati emersi da una ricerca americana condotta presso lo Shriver National Institute of Child Health and Human Development – NICHD – del NIH e pubblicata, nel maggio 2021, su Pediatric Research che ha seguito bambini tra i 14 e i 40 mesi provenienti da paesi dell’Est Europa e adottati da famiglie americane).
Inoltre, un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Beijing (Cina) ha compiuto uno studio qualitativo su un gruppo di bambini tra gli otto e i tredici anni per esaminare l’associazione tra la soddisfazione coniugale di ciascun genitore, il funzionamento familiare percepito dal bambino e l’ansia e la depressione del bambino. Lo studio ha previsto anche la visione condivisa di programmi sui vari device, da parte di un genitore, per valutare se ciò aumentasse nel figlio il senso di benessere. I risultati (pubblicati a febbraio 2022) hanno indicato che una maggiore “co-visione” (che è uno degli aspetti della condivisione) da parte del padre ha migliorato l’associazione positiva tra la soddisfazione coniugale materna e il funzionamento familiare percepito del bambino, in altre parole la soddisfazione coniugale incide sulla salute mentale del bambino. A conferma che i genitori non danno solo la vita al figlio ma anche la salute di cui sono custodi e responsabili.
La genitorialità rappresenta un importante evento della vita in cui i genitori non solo affrontano l’assunzione di nuovi ruoli, ma affrontano anche carenze finanziarie e incertezze professionali. In uno studio condotto (e pubblicato nel gennaio 2023) da un gruppo di ricercatori dell’Università di Stoccolma è stata valutata l’associazione tra congedo parentale e salute mentale dei genitori, considerando diversi aspetti del congedo (congedo retribuito vs. non retribuito, durata del congedo) e tutti i possibili esiti di salute mentale (da condizioni lievi a gravi) sia nelle madri che nei padri. Sono confermati gli effetti benefici di un congedo parentale generoso (ad esempio una durata più lunga del congedo) in particolare sulla salute mentale delle madri (sulle quali esistono più dati e studi relativi rispetto ai padri). Conciliare famiglia e lavoro è tutelare la salute del singolo e di tutti, salvaguardare i principi costituzionali a tutela della persona e della famiglia.
In alcuni casi i problemi di salute mentale sono causati dalla solitudine o causano solitudine, di cui un primo antidoto è la solidarietà (di cui all’art. 2 Cost.) perché, in realtà, nella e della vita si è tutti obbligati o responsabili in solido. Nella Costituzione sono vari i presupposti a tutela della salute mentale, tra cui “il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3 comma 2), “progresso spirituale della società” (art. 4), “rispetto della persona umana” (art. 32 comma 2). A questi si aggiunge il nuovo comma dell’art. 9 in cui si parla di “interesse delle future generazioni” e “tutela degli animali” che portano grandi giovamenti alla salute delle persone.
Nel “Decalogo per proteggere i nostri bambini” formulato dallo psicoterapeuta Alberto Pellai (nel 2018) al n. 9 si legge: “Diritto alla salute, alla prevenzione primaria, alla tutela del benessere psico-fisico, condizione resa sempre più difficile dalle sollecitazioni che i minori ricevono a vivere sedentariamente, mangiare in modo sregolato e poco valido dal punto di vista nutrizionale e dal fatto che la tutela della loro salute è resa sempre più difficile in un Sistema Sanitario reso precario dalla crisi economica e in cui la figura del pediatra è quantitativamente sempre più scarsa sul territorio nazionale”. A questo assunto segue il n. 10 ove si afferma il diritto a un futuro. Perché se si tutela il ben-essere psicofisico si favorisce un futuro più sereno e sicuro.

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Le disuguaglianze di salute e le politiche socio-sanitarie

L’attuale pandemia ha messo a nudo le fragilità del nostro sistema sanitario e rappresenta certamente uno stimolo per introdurre radicali cambiamenti nella sanità pubblica e nei processi decisionali. Ma nell’era del Covid-19 si sono poi anche esacerbate le disuguaglianze della salute. Il presente manuale vuole rappresentare una risorsa vitale per comprendere le disuguaglianze, i loro modelli concettuali e i determinanti sociali della salute.Mentre in altri paesi l’applicazione dei metodi statistici ed economici per lo studio di questi argomenti si trova già in uno stato avanzato, in Italia il processo è stato avviato per iniziativa di alcuni studiosi. Si avverte pertanto sempre di più l’esigenza di disporre di metodi rigorosi per lo studio delle disuguaglianze e questo dipenderà dallo sviluppo continuo di una ricerca metodologica che sia in grado di rispondere ad un tema di notevole rilevanza sociale oggi in Italia. La scelta dei due autori di riflettere su quanto maturato da un punto di vista metodologico dalla propria attività di ricerca testimonia con chiarezza il contributo che la statistica può offrire per quantificare le disuguaglianze della salute e per attuare idonee strategie per ridurle. Il testo pertanto:• rappresenta un quadro di riferimento su concetti e costrutti delle disuguaglianze e sui loro determinanti sociali;• fornisce elementi importanti che la statistica può offrire con metodi univariati, bivariati e multivariati;• propone criteri per identificare priorità di azioni migliorative per la riduzione delle disuguaglianze. Come contributo scientifico nel campo della statistica sociale, il testo si rivolge ai ricercatori e studiosi, ma sarà di certo utile anche ai professionisti della sanità pubblica e agli assessorati delle varie regioni.Si rivelerà altresì valida lettura anche per studenti di scuole e corsi universitari ad indirizzo sociale, gestionale e sanitario.Pietro Renzi, laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni e Ph. D. in Ingegneria Economico-Gestionale, professore dei corsi di Informatica e Statistica e Business Intelligence presso i Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale e Ingegneria Civile dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Professore a contratto di Statistica Sociale presso l’Universitàdegli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Corso di Laurea in Sociologia e Servizio Sociale. Iscritto alla Società Italiana di Statistica e autore di numerose pubblicazioni nel campo della statistica sociale e del management socio-sanitario, ha pubblicato per Maggioli La performance nei sistemi sanitari e la salute disuguale. Alberto Franci, già professore ordinario di statistica sociale e docente per i corsi di Alta Formazione Manageriale per i dirigenti sanitari del Dipartimento di Giurisprudenza (DIGIUR) presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Professore a contratto di Statistica per la gestione aziendale presso il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale dell’Università degliStudi della Repubblica di San Marino. Autore di oltre 60 pubblicazioni scientifiche, la sua attività di ricerca in ambito socio-sanitario ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti nazionali ed internazionali. Ha pubblicato per Maggioli La statistica e la gestione dei servizi socio-sanitari, L’uso delle risorse nella medicina di base, La soddisfazione per il lavoro delle assistenti socialie La performance nei sistemi sanitari e la salute disuguale.

Alberto Franci – Pietro Renzi | Maggioli Editore 2021

Dott.ssa Marzario Margherita

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