Si possono fare donazioni in contanti in occasione delle nozze?

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Ci si è chiesti se in occasione di un matrimonio si possa regalare denaro in busta.

La lotta al contante e i controlli fiscali lasciano sempre molti interrogativi, anche quando si tratta di donazioni di modico valore come potrebbero essere quelle legate alle nozze.

Di sicuro si preferisce un regalo in denaro anziché uno in natura, almeno per il fatto che il secondo potrebbe non incontrare i gusti della persona alla quale viene rivolto.

Oggetti come il classico vaso antico, la candeliera o il vassoio in argento possono essere acquistati con lo sconto e, in questo modo, l’invitato riesce a dimostrare di avere contribuito economicamente in misura superiore ai bisogni della coppia rispetto al prezzo versato al venditore, però il vecchio contante è di sicuro più utile, specie in un momento nel quale i coniugi devono affrontare diverse spese per la dotazione della casa.

Si devono considerare due aspetti.

Il primo è quello della possibilità di regalare contanti in busta, considerando quali siano i limiti che la normativa impone sulla tracciabilità dei pagamenti.

Il secondo è quello dei controlli fiscali, chiedendosi che cosa potrebbe accadere se, dopo il matrimonio, uno dei due coniugi dovesse versare, sul proprio conto corrente, una somma molto  elevata, costituita dalla somma delle donazioni ricevute.

In questo articolo cercheremo di fare il punto della situazione.

Indice

  1. Le donazioni obnuziali che vengono fatte prima del matrimonio
  2. È legale dare contanti in busta dopo il matrimonio?
  3. I contanti in busta devono essere dichiarati?
  4. Possono essere versati in banca i regali di matrimonio?
  5. Volume consigliato

1. Le donazioni obnuziale che vengono fatte prima del matrimonio

Le donazioni fatte in occasione del matrimonio prendono il nome di donazioni obnuziali e sono disciplinate all’articolo 785 del codice civile.

La donazione obnuziale è quella che viene fatta in vista di un matrimonio futuro, non ancora celebrato.

Quella avvenuta al successivo ricevimento, dopo la cerimonia in Chiesa o al Comune, è una donazione ordinaria.

Alcuni non colgono  questa differenza e parlano indistintamente di “donazione” nell’uno e nell’altro caso.

La donazione obnuziale è sia quella fatta da un coniuge nei confronti dell’altro sia quella fatta da terzi.

Il beneficiario della donazione può essere uno o entrambi i coniugi, oppure il figlio degli stessi non ancora nato.

Diversamente da quello che avviene nella donazione tipica, in simili ipotesi la donazione:

  • Si perfeziona senza bisogno di accettazione, a seguito della celebrazione del matrimonio a condizione che nell’atto pubblico sia espressamente indicato che la donazione è motivata dal matrimonio stesso.
  • Non può essere revocata dal donante né per ingratitudine del donatario né in caso di sopravvenienza di figli.
  • Non obbliga il donatario a prestare gli alimenti al donante.

L’eventuale annullamento del matrimonio comporta la nullità della donazione.

A seguito della separazione dei coniugi o di divorzio il bene donato diventa di proprietà esclusiva del donatario della liberalità così come risulta dall’atto pubblico.

Se dall’atto non è possibile individuare il donatario, è necessario accertare se l’attribuzione è stata fatta a favore di entrambi i coniugi o di uno di loro, considerando che nella maggior parte dei casi la donazione per futuro matrimonio è destinata alla nascente famiglia e non a un donatario determinato.

Se anche in relazione alla natura del bene non è possibile individuare il donatario, l’oggetto della donazione viene diviso come qualsiasi altro bene comune.

2. È legale dare contanti in busta dopo il matrimonio?

Il regalo di denaro in contanti fatto dopo la cerimonia delle nozze e messo in una busta chiusa è una normale donazione di modico valore. Come tale:

  • Non è tassato (Agenzia Entrate, circolare n. 3/2018) i coniugi non dovranno dichiarare gli importi ricevuti anche se quello che deriva dalla somma delle donazioni ricevute dovesse avere un valore consistente.
  • Non richiede l’atto pubblico, vale dire il rogito notarile ( art 783 c.c.).

Può essere effettuato in modo verbale o con la semplice consegna del denaro, senza bisogno di firmare contratti o altre scritture private.

Se però l’importo dovesse essere di notevole valore (ad esempio, 50.000 euro) si renderà necessaria la presenza di un notaio, sotto pena di nullità della donazione.

Il semplice trasferimento è sufficiente per le donazioni di modico valore, considerate in rapporto alle condizioni economiche del donante.

Non ci sono regole definite, ma si deve valutare se nel caso specifico la liberalità possa essere considerata ordinaria o irrisoria in rapporto al patrimonio del donante.

La legge vieta lo scambio di contanti, tra persone diverse, per importi superiori a 999,99 euro (limite imposto a partire dall’1 gennaio 2022).

Se la donazione dovesse avvenire per 1.000 euro o valore superiore, il denaro dovrà essere trasferito con strumenti tracciabili.

Se si dovesse superare il limite all’utilizzo dei contanti indicato, scatterebbe una sanzione amministrativa, sia per il donante sia per il donatario, che può andare da 1.000 a 50.000 euro.

Le stesse regole valgono per i regali di matrimonio.

È possibile regalare denaro in busta per il matrimonio sino a 999,99 euro, se la soglia dovesse essere superata si dovrà optare per altre modalità come

  • un assegno bancario o circolare
  • un bonifico
  • una carta di credito ricaricabile
  • un vaglia postale.

3. I contanti in busta devono essere dichiarati?

Sono escluse dall’imposta le donazioni o liberalità previste da alcuni articoli del codice civile, tra le quali sono comprese le erogazioni liberali per le spese di mantenimento, educazione, malattia, abbigliamento e nozze.

Lo ha confermato la stessa amministrazione finanziaria.

La circolare n. 3/2018 dell’Agenzia delle Entrate specifica che le donazioni di modico valore non scontano l’imposta sulle donazioni.

Si devono considerare di “modico valore” le donazioni che non  determinano un particolare impoverimento per il donante, come la normale donazione che gli invitati, i parenti oppure i testimoni di nozze fanno agli sposi.

4. Possono essere versati in banca i regali di matrimonio?

Se si dovesse procedere a versare i contanti in banca, la stessa ne potrebbe chiedere la provenienza, secondo gli obblighi che impone la legge sull’antiriciclaggio.

Il correntista dovrà dedurre che si tratta di donazioni di matrimonio, allegando copia dell’atto stesso che certifica le nozze.

A parte la banca, anche l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di rilevare lo spostamento di denaro.

Questo potrebbe determinare, nella peggiore delle ipotesi, un accertamento fiscale, dovendo il contribuente dimostrare sempre la provenienza del denaro versato sul conto e potrebbero sorgere difficoltà legate al fatto che le donazioni possono avvenire “a mani” vale a dire con le buste.

La dimostrazione della concomitanza tra versamento e atto di matrimonio, con il numero di invitati che risulta nella fattura rilasciata dal locale dove si è tenuto il ricevimento, possa essere una valida prova per vincere le presunzioni del Fisco.

Se si volessero evitare o ridurre gli inconvenienti, si potrebbe procedere a versare in banca una parte dell’importo, lasciando il residuo per le imminenti spese che la famiglia appena costituita dovrà di sicuro sostenere in tempi successivi.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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