Social media manager: in arrivo il contratto nazionale di lavoro 

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In questo periodo coloro che lavorano sui social stanno attraversando un momento non facile.
La lotta alle fake news e le regole per gli influencer dopo i recenti fatti di cronaca, sono all’ordine del giorno.
In questo scenario la notizia di un contratto nazionale di lavoro per i social media manager, ha il sentore di una buona novella.
A renderla nota è stato il pubblicitario Riccardo Pirrone, formatore e presidente dell’Associazione, Nazionale Media Manager (Ansmm) che accoglie quasi duemila addetti italiani e che alcuni giorni fa si è riunita in Senato, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, per perfezionare lo stato della professione a distanza di un anno dalla sua prima assemblea.
Alla presenza della Vice Presidente del Senato Mariolina Castellone, con i sindacati e i professionisti della comunicazione digitale, l’Associazione Nazionale Social Media Manager (ANSMM) ha parlato del contratto, del suo codice etico e di un progetto che porterà i social media manager nelle scuole, per fare formazione contro l’odio digitale.
Per approfondire l’importanza del CCNL si consiglia: Il lavoro subordinato -Rapporto contrattuale e tutela dei diritti

Indice

1. Chi sono e che cosa fanno i social media manager


Una delle professioni nate negli ultimi anni grazie all’avvento del web, è di sicuro il Social Media Manager, vale a dire, un professionista dei social media.
Secondo l’enciclopedia libera Wikipedia, il Social Media Manager è “una figura professionale che si occupa principalmente di realizzare una strategia di comunicazione da mettere in atto sui principali social come Facebook, YouTube, Instagram, Twitter.
Gli obiettivi di un Social Media Manager possono essere diversi, ad esempio migliorare la brand awareness, l’immagine di una azienda, aumentare le vendite di un prodotto e altro.”
Essendo un professionista dei canali social, si potrebbe pensare che per fare il Social Media Manager sia sufficiente conoscere le varie piattaforme, sapersi muovere con i giusti hashtag e impostare un post nel momento di massimo contatto con il pubblico.
Il Social Media Manager è una professione giovane che si evolve in continuazione, rendendo difficile darne un’autentica definizione, individuando le competenze necessarie.
Nonostante questo, gli studi condotti su alcuni dei migliori Social Media Manager hanno individuato le competenze tecniche che definiscono la professione.
Come scrive milacomm.it, il loro lavoro si può riassumere come segue:
 
Sviluppare una social media strategy
Nel mondo del marketing non si lascianiente al caso.
Ogni azione deve essere preceduta da una strategia pensata per il proprio pubblico, con il risultato che ogni singolo post su Facebook, Instagram o X deve avere un obiettivo preciso, che va dall’aumento della brand awareness all’incremento del proprio pubblico.
Di conseguenza, la strategia si dirige principalmente su una gestione efficace dei canali social.

Il Brand diventa protagonista
Sui social network l’immagine aziendale acquista un’importanza fondamentale.
Sui canali social il brand comunica in modo diretto con il pubblico, per questo la strategia di base, i contenuti e quello che viene pubblicato deve rispecchiare in modo chiaro e al meglio l’immagine e i valori del marchio.
 
Pianificare e programmare
I social richiedono una presenza costante e diversificata che non sempre è facile da proporre.
A causa di questo la cosa migliore è creare un piano editoriale con contenuti che aiutino a programmare e pianificare i post sui social.
In caso di imprevisti, il calendario è il migliore alleato che aiuterà a tenere sotto controllo le piattaforme.
 
Rispondere al pubblico
Il lato di forza dei social network consiste nel potere instaurare un rapporto diretto con il proprio pubblico, fatto di commenti, messaggi e condivisioni.
A causa di questo, il Social Media Manager deve instaurare un rapporto bidirezionale che prevede di rispondere a commenti o a messaggi entro un arco di tempo breve.
In questo modo il cliente diventerà fedele e comincerà a sentirsi parte di una community.
 
Ascoltare il web
Il Social Media Marketing non è una scienza esatta.
Non esistono formule che garantiscano il successo, si tratta di un insieme di contenuti e strategie sempre in movimento.
Il Social Media Manager si deve inserire in questo ambiente sapendo che cosa cercare e dove lo deve fare.
Il modo migliore è scoltare la rete, vale a dire, considerare i contenuti e le conversazioni nelle quali il brand è coinvolto.
 
Gestire i follower
Se i canali social hanno molti follower e il budget dell’azienda lo permette, l’inserimento di un community manager nella squadra aiuterà a gestire il pubblico per individuare quali sono i tipi  tdi follower e quale sia il loro peso in termini di opinioni.
Nell’era dell’Influencer Marketing, conoscere le vicende dei follower è un lato a favore.
 
Pubblicizzare sui social
Il pubblico dei social è sempre più numeroso e allo stesso tempo sempre meno attento.
A causa di questo, il marketing non è sufficiente e lo si deve implementare con campagne di advertising che permettano al brand di raggiungere un pubblico maggiore con una spesa spesso irrisoria.
 
Creare contest a premi
Le campagne social costituite da contest, concorsi e giochi sono strategie social che fanno guadagnare visibilità ed engagement al brand e una risorsa per il database grazie alla raccolta di indirizzi e mail con la registrazione.
 
Monitorare i risultati
Creare engagement non è l’obiettivo finale, studiare i report in modo da potere migliorare di continuo.
Il monitoraggio dei risultati è uno strumento fondamentale per comprendere quali obiettivi sono stati raggiunti e quali ancora non lo sono stati, e modificare la propria strategia in base agli stessi.
 
Aggiornarsi
Un bravo Social Media Manager resta sempre aggiornato sulle modifiche del settore.
Comprendere quali sono le modifiche, monitorare la concorrenza, imparare dai grandi marchi, consente di proporre una strategia sempre aggiornata e il più delle volte vincente.
Per approfondire l’importanza del CCNL si consiglia: Il lavoro subordinato -Rapporto contrattuale e tutela dei diritti

FORMATO CARTACEO

Il lavoro subordinato

Il volume analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile (con la sola eccezione delle regole relative al licenziamento e alle dimissioni). L’opera è stata realizzata pensando al direttore del personale, al consulente del lavoro, all’avvocato e al giudice che si trovano all’inizio della loro vita professionale o che si avvicinano alla materia per ragioni professionali provenendo da altri ambiti, ma ha l’ambizione di essere utile anche all’esperto, offrendo una sistematica esposizione dello stato dell’arte in merito alle tante questioni che si incontrano nelle aule del Tribunale del lavoro e nella vita professionale di ogni giorno. L’opera si colloca nell’ambito di una collana nella quale, oltre all’opera dedicata alla cessazione del rapporto di lavoro (a cura di C. Colosimo), sono già apparsi i volumi che seguono: Il processo del lavoro (a cura di D. Paliaga); Lavoro e crisi d’impresa (di M. Belviso); Il Lavoro pubblico (a cura di A. Boscati); Diritto sindacale (a cura di G. Perone e M.C. Cataudella). Vincenzo FerranteUniversità Cattolica di Milano, direttore del Master in Consulenza del lavoro e direzione del personale (MUCL);Mirko AltimariUniversità Cattolica di Milano;Silvia BertoccoUniversità di Padova;Laura CalafàUniversità di Verona;Matteo CortiUniversità Cattolica di Milano;Ombretta DessìUniversità di Cagliari;Maria Giovanna GrecoUniversità di Parma;Francesca MalzaniUniversità di Brescia;Marco NovellaUniversità di Genova;Fabio PantanoUniversità di Parma;Roberto PettinelliUniversità del Piemonte orientale;Flavio Vincenzo PonteUniversità della Calabria;Fabio RavelliUniversità di Brescia;Nicolò RossiAvvocato in Novara;Alessandra SartoriUniversità degli studi di Milano;Claudio SerraAvvocato in Torino.

A cura di Vincenzo Ferrante | Maggioli Editore 2023

2. Il contratto


Come scrive il quotidiano ilsole24ore.com, i Social Media Manager con i Copywriter, vengono inseriti nell’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dei grafici editoriali, siglato lo scorso dicembre dalle associazioni dei datori di lavoro e dai sindacati Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
Quando si prepara la piattaforma contrattuale si pone l’obiettivo di rendere lo stesso rinnovo inclusivo, per intercettare il cambiamento e l’innovazione , rendendosi conto che le aziende avevano difficoltà a inserire i social media manager nelle loro organizzazioni per la mancanza di regole sull’inquadramento.
In questo modo, il sindacato ha lavorato con l’Associazione Nazionale Social Media Manager (ANSMM) con la finalità di comprendere che cosa fanno  e come si svolge il loro lavoro.
E’ stato creato un organismo bilaterale permanente con le associazioni datoriali che monitorerà la nascita di altre figure professionali e di altre competenze digitali, per aggiornare in modo costante il contratto e stare al passo con la digitalizzazione, che va molto veloce.
Sull’ipotesi di accordo per il rinnovo è in corso la procedura di consultazione, che terminerà tra qualche giorno, e successivamente verrà sciolta la riserva”.

3. L’odio digitale


Insieme alla prospettiva del contratto, arrivano altre notizia.
Nel Codice Etico Deontologico, che raccoglie diritti e doveri dei Social Media Manager, come ha spiegatoil Presidente dell’Associazione Nazionale Social Media Manager (ANSMM) Riccardo Pirrone, sono state inserite delle linee guida relative al linguaggio inclusivo, la verifica delle fonti, il fact checking e il rifiuto per l’hate speech, il linguaggio offensivo, questioni di attualità che sono diventate un’urgenza nazionale.
Secondo Pirrone il Social Media Manager (SMM) è una professione “sempre più centrale nella vita di cittadini, imprese e istituzioni”, i Social Media Manager (SMM) “sono gli unici davvero competenti” sulle piattaforme.
“Alla luce dei fatti di cronaca che hanno coinvolto il mondo dei social, rivendichiamo la scelta fatta un anno e mezzo fa di creare un’Associazione di categoria per i professionisti della comunicazione digitale”, oggi riconosciuta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Pirrone fa sapere che l’Associazione Nazionale Social Media Manager (ANSMM) “aprirà delle sedi regionali in ogni parte dell’Italia anche per organizzare eventi di formazione nelle scuole superiori per promuovere un utilizzo consapevole dei social media, mirando a contrastare shitstorm e odio digitale”.

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