I rapporti del RPCT con altri organi dell’amministrazione

Scarica PDF Stampa

Approfondimento sui rapporti del RPCT con altri organi dell’amministrazione.

Indice

1. Introduzione

Il successo del sistema di prevenzione della corruzione e della trasparenza dipende in misura notevole dal grado di collaborazione tra i diversi attori coinvolti, a qualsiasi titolo, nell’amministrazione. In particolare, risulta fondamentale porre l’accento sul coinvolgimento di tutti coloro che svolgono le attività all’interno dell’ente, individuando come unico coordinatore il RPCT, ovvero il responsabile della presentazione della corruzione e della trasparenza.
Tale ruolo di coordinamento, difatti, non va visto come una deresponsabilizzazione degli altri soggetti, ma bensì come un valore aggiunto di una figura che è in grado di gestire il sistema di prevenzione della corruzione, nonché l’adempimento della trasparenza amministrativa. Queste finalità possono essere raggiunte solo con il coinvolgimento di tutti gli attori che operano all’interno dell’organizzazione, in particolare di coloro che svolgono posizioni rilevanti, si potrà attuare una strategia orientata a ridurre la corruttela secondo una soglia di tollerabilità o, quantomeno, ad eliminarla.
In virtù di ciò, pertanto, l’ottica collaborativa è fondamentale per il successo di tale sistema di prevenzione, garantendo in primis la condivisione di obiettivi e la diffusione di buone pratiche, orientando l’attività amministrativa verso etica e sostenibilità. Questo tipo di coinvolgimento dei diversi attori coinvolti operanti all’interno dell’amministrazione responsabilizza i soggetti e permette di creare un sistema di prevenzione più efficaci, coordinato dal RPCT.
In quest’ottica, è importante capire le relazioni che vi sono tra il RPCT e i vari organi dell’amministrazioni.

2. Rapporti con gli organi di indirizzo

L’organo di indirizzo politico-amministrativo ha un ruolo centrale nel processo di gestione del rischio corruttivo, in quanto definisce l’indirizzo, le strategie e favorisce la creazione di un contesto che deve supportare l’attività del RPCT.
Pertanto, l’interazione tra il RPCT e l’organo di indirizzo è cruciale e, tra i compiti di quest’ultimo, in primo luogo vi è la competenza relativa alla nomina del RPCT, di norma tra i dirigenti di ruolo in servizio, e di assicurare che lo stesso disponga di poteri idonei allo svolgimento dell’incarico. Allo stesso tempo, è compito del RPCT segnalare all’organo di indirizzo e all’OIV eventuali disfunzioni in merito all’attuazione delle misure di trasparenza e di anticorruzione.
In secondo luogo, l’organo di indirizzo è chiamato a definire gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza che costituiscono contenuto necessario del PTPCT o della sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO. Tali poteri di indirizzo sono strettamente connessi con quelli del RPCT per la predisposizione del PTPCT o per la sezione apposita del PIAO nonché per la verifica della sua attuazione e idoneità con conseguente potere di proporre modifiche dello stesso.
In terzo luogo, il RPCT ha l’obbligo di trasmettere la Relazione annuale all’organo di indirizzo e, qualora quest’ultimo lo richieda, anche riferire sull’attività svolta.

3. Rapporti con i dirigenti

Il RPCT deve garantire una partecipazione di tutti i dirigenti e dei vari responsabili, creando un sistema collaborativo orientato alla prevenzione della corruzione. Questa attività deve essere fatta coltivando i rapporti con i vertici amministrativi, considerando anche che la normativa in materia prevede che i dirigenti sono tenuti a collaborare con il RPCT, sia in sede di mappatura dei processi, sia in fase di stesura del PTPCT o della sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO. Vanno, inoltre, ricordate le funzioni che il D.Lgs 165/2001, all’articolo 16, comma 1, prevede per i dirigenti, ovvero che gli stessi:
a) concorrono alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e a controllarne il rispetto da parte dei dipendenti dell’ufficio cui sono preposti;
b) forniscono le informazioni richieste dal soggetto competente per l’individuazione delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione e formulano specifiche proposte volte alla prevenzione del rischio medesimo;
c) provvedono al monitoraggio delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione svolte nell’ufficio a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva.

4. Rapporti con i dipendenti

Anche i rapporti con i dipendenti sono un ruolo cruciale per il RPCT nel sistema di prevenzione della corruzione, in quanto, il coinvolgimento di tutto il personale in servizio è decisivo per la qualità del PTPCT o della sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO e delle relative misure, così come per un’ampia condivisione dell’obiettivo di fondo della prevenzione della corruzione e dei valori che sono alla base del Codice di comportamento dell’amministrazione.
Il coinvolgimento dei dipendenti, difatti, va assicurato sia come partecipazione attiva, anche nella mappatura dei processi, nonché nel momento in cui si definiscono le misure di prevenzione e attuazione delle stesse.
In capo ai dipendenti, per questo, vi è un obbligo contenuto nel DPR 62/2013 che richiama il rispetto, da parte del dipendente, delle misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell’amministrazione, nonché di rispetto delle prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della corruzione, e la collaborazione con il RPCT.

5. Rapporti con organi di controllo interno

Il RPCT deve costruire uno spirito di collaborazione anche con gli organi di controllo interno dell’amministrazione in quanto, ad avviso dell’Anac, il successo della prevenzione e del contrasto alla corruzione è quello del reale coinvolgimento e del raccordo del RPCT con gli altri attori preposti nella stessa P.A. al controllo interno. È opportuno ottimizzare i rapporti fra RPCT e gli organi preposti ai controlli interni, garantendo un periodico scambio di flussi informativi utili a supportare sia il RPCT che gli organi di controllo e vigilanza nei rispettivi compiti. Lo scopo comune di migliorare l’efficienza, la qualità e l’attività complessiva dell’amministrazione può essere realizzato mettendo a sistema gli strumenti di controllo esistenti, piuttosto che aggiungendo misure di controllo ulteriori.

6. Rapporti con i responsabili delle altre sezioni in cui si articola il PIAO

Altra collaborazione importante è quella tra il RPCT e i responsabili delle altre sezioni in cui si articola il PIAO, in modo che venga a crearsi un coordinamento, nel rispetto delle competenze.
Tale coordinamento deve avere ad oggetto sia la fase di programmazione delle misure di prevenzione, sia la fase di monitoraggio. Il RPCT, in quest’ottica, deve svolgere un ruolo proattivo e di apertura al dialogo e alla condivisione delle varie evidenze riscontrate con i responsabili delle altre sezioni in cui si articola il PIAO.

7. Rapporti con il responsabile della protezione dei dati (RPD)

Un’altra figura importante in un’amministrazione pubblica, in quanto obbligatoria, è il responsabile della protezione dei dati, o DPO o RPD.
Il RPD è una figura di riferimento anche per il RPCT, pensiamo alle richieste di accesso civico generalizzato che, nel momento in cui riguardano anche la protezione dei dati personali, sono decise dal RPCT con richiesta di parere al Garante della privacy. In questi casi, il RPCT si può avvalere del supporto del RPD, instaurando un rapporto di collaborazione interna.

8. Rapporti con il responsabile unico del progetto (RUP)

Il Rup e il RPCT dovrebbero operare in collaborazione e coordinamento. In particolare, il Rup dovrebbe segnalare la presenza di anomalie emerse dagli affidamenti, dandone comunicazione al RPCT. Allo stesso modo, il RPCT può essere un valido supporto per il RUP per la verifica di eventuali situazioni di conflitto di interessi che dovessero insorgere nelle varie procedure di affidamento.

9. Rapporti con gli stakeholder

Infine, risulta centrale anche il rapporto continuo con gli stakeholder, in quanto può permettere di superare l’autoreferenzialità nella valutazione di un’idonea strategia di prevenzione della corruzione. Difatti, è rilevante che il RPCT, nella fase di predisposizione del PTPCT o della sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO, costruisce forme di consultazione, partecipazione e di collaborazione orientate ad acquisire suggerimenti e proposte dagli stakeholder, fornendo un importante contributo esterno.

10. Rapporti con Anac

Anac considera il RPCT una figura centrale nelle amministrazioni, il vero motore della prevenzione della corruzione. Per tale ragione, l’Anac ritiene fondamentale instaurare un rapporto di collaborazione con il RPCT, costruendo un dialogo costruttivo al fine di avere interlocutori qualificati e competenti con cui confrontarsi, anche al fine di individuare indirizzi e migliori pratiche utili da diffondere ad altre amministrazioni.

Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?

Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!

Armando Pellegrino

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento