Onere della prova: in quali casi è a carico del convenuto?

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Coloro che vogliono vincere una causa devono provare le proprie ragioni.

Il principio è molto semplice e scontato.

Se ad esempio il creditore vuole ottenere la restituzione dei soldi che ha prestato dovrà dimostrare il fatto al giudice, magari producendo il contratto o i bonifici effettuati.

In assenza di prove, il giudice non potrà che rigettare la richiesta, per quello che possa essere veritiera.

A questo proposito ci si chiede di chi debba dedurre le prove nel processo civile.

Ci sono dei casi nei quali l’onere della prova non incombe su chi agisce per primo in giudizio (l’attore), ma su chi è stato citato in giudizio (il convenuto).

Sono ipotesi eccezionali, anche se non sono così rare.

In questo articolo scriveremo sull’argomento.

      Indice

  1. In che cosa consiste l’onere della prova
  2. Quali sono le prove?
  3. L’inversione dell’onere della prova
  4. A chi spetta dedurre le prove nel processo civile

1. In che cosa consiste l’onere della prova

Secondo l’articolo 2697 del codice civile, chi vuole fare valere in giudizio un diritto deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento.

Ad esempio, chi chiede il risarcimento dei danni causati da un incidente deve dimostrare che lo stesso si sia verificato e che la responsabilità sia dell’altro conducente.

Chi eccepisce l’inefficacia di simili fatti oppure eccepisce che il diritto si è modificato oppure estinto deve provare i fatti sui quali si fonda l’eccezione.

Ad esempio, il debitore che ritiene di non dover nulla al creditore dovrà dimostrare il fatto estintivo del diritto di credito, come l’avvenuto pagamento oppure la prescrizione.

In poche e semplici parole si può affermare che l’onere della prova consiste nel dimostrare in giudizio i fatti a sé favorevoli.

2. Quali sono le prove?

Le prove sono quegli strumenti dai quali il giudice è in grado di dedurre in modo diretto i fatti che sono alla base della pretesa giudiziaria, come la condanna del debitore o il riconoscimento della responsabilità penale dell’imputato.

L’utilità delle prove si realizza quando si riesce a dimostrare in giudizio il proprio diritto.

I mezzi di prova nel processo civile sono i documenti, la testimonianza, l’interrogatorio, il giuramento, la confessione, l’ispezione.


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3. L’inversione dell’onere della prova

Onere della prova significa che l’attore deve provare i fatti che sono alla base della sua pretesa.

Se riesce a farlo il giudice non gli potrà dare torto, anche se il convenuto non si è difeso ed è rimasto contumace.

Esistono però delle situazioni nelle quali deve essere il convenuto a riuscire a provare che il contenuto dell’attore non esiste.

In simili casi si parla di inversione dell’onere della prova.

Un tipico esempio è quello dell’impugnazione del licenziamento.

Se un dipendente viene licenziato e impugna il licenziamento davanti al giudice affermando che è non è legittimo, spetterà al datore di lavoro convenuto riuscire a dimostrare la legittimità del licenziamento e non il contrario, realizzandosi in questo modo un’inversione dell’onere della prova che la legge prevede.

Anche la promessa di pagamento comporta un’inversione dell’onere della prova (art. 1988 c.c.). Coloro che sottoscrivono un documento nel quale dicono che pagheranno il loro debito dovranno poi dimostrare che lo stesso debito non c’è o è stato saldato, dovendo il creditore limitarsi a produrre in giudizio la scrittura privata.

La stessa cosa vale anche per il riconoscimento del debito, vale a dire, per il documento nel quale il debitore si riconosce tale.

Una specie di inversione di onere della prova avviene anche quando si verifica opposizione a un  decreto ingiuntivo, perché l’onere di provare la fondatezza della domanda incombe sul convenuto.

Ad esempio, Tizio ottiene un decreto ingiuntivo per recuperare un credito nei confronti di Caio, che si oppone e cita Tizio in giudizio Tizio.

Nonostante Tizio sia il convenuto, dovrà essere lui a dare prova del proprio credito.

L’inversione dell’onere della prova può anche essere stabilito dalle parti.

In simili casi però, per legge (art.2698 c.c.) sono nulli i patti con i quali è invertito oppure è modificato l’onere della prova, quando si tratta di diritti dei quali le parti non possono disporre o quando l’inversione o la modificazione ha per effetto di rendere a una delle parti molto difficile l’esercizio del diritto.

Ad esempio, le parti non possono modificare la regola secondo la quale, nell’ipotesi di inadempimento dell’obbligazione, è il debitore che deve esibire la prova liberatoria della sua responsabilità, mentre per il creditore è sufficiente provare l’insoddisfazione delle pretese.

4. A chi spetta dedurre le prove nel processo civile

Nel processo civile le prove devono essere dedotte da chi vuole fare valere un proprio diritto, in genere dalla parte che per prima si rivolge al giudice, vale a dire l’attore.

Nonostante questo, esistono delle situazioni nelle quali le prove devono essere dedotte dal convenuto in giudizio.

Ad esempio nell’ipotesi di impugnazione del licenziamento, di promessa di pagamento e di riconoscimento del debito, di opposizione a decreto ingiuntivo.

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