L’ex moglie “più ricca” in caso di separazione o divorzio ha diritto all’assegno di mantenimento?

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Ci si è chiesti che cosa potrebbe accadere in caso di separazione o divorzio se l’ex moglie guadagni più dell’ex marito.

Secondo la specifica situazione ne potrebbe avere diritto l’ex marito.

La condizione per richiedere l’assegno di mantenimento mensile all’ex coniuge, non è esclusivamente una disparità di reddito, ma anche l’incapacità di mantenersi da soli in modo autonomo.

A questo proposito l’unico fatto che l’ex moglie sia benestante non costituisce un presupposto automatico per pretendere da lei gli alimenti, l’uomo deve riuscire a provare di non essere autosufficiente, come nel caso nel quale sia disoccupato.

La Suprema Corte di Cassazione ha di recente preso in considerazione una vicenda simile  con l’Ordinanza del 31/12/2021 n. 42125/21.

I giudici hanno risposto al quesito:

Che succede se la moglie guadagna più dell’ex marito?

In questo articolo faremo una sintesi dei principi relativi alla materia.

Indice

  1. In quali casi spetta il mantenimento?
  2. Quando ex moglie ed ex marito lavorano chi ha diritto al mantenimento?
  3. Quando l’ex moglie è disoccupata e l’exmarito lavora chi ha diritto al mantenimento?
  4. Quando l’ex moglie guadagna di più dell’ex marito cosa accade?
  5. Il ruolo dell’addebito

1. In quali casi spetta il mantenimento?

Le condizioni favorevoli per ottenere l’assegno di mantenimento sono una disparità economica, l’incapacità a mantenersi in modo autonomo, l’assenza di colpa di questa incapacità economica.

Se dovessero venire meno i presupposti, allo stesso tempo, verrebbe meno anche che non è possibile chiedere l’assegno di mantenimento

Più precisamente, non ha nessun diritto al mantenimento l’ex moglie che guadagna quanto il marito, oppure, che nonostante sia disoccupata, è ancora giovane, in grado di lavorare e non fa niente per avere un’occupazione, o che, nonostante abbia un reddito inferiore a quello del marito, lo stesso le consente di mantenere un tenore di vita decoroso.

Un esempio è rappresentato dallo stipendio di un insegnante.

2. Quando ex moglie ed ex marito lavorano chi ha diritto al mantenimento?

L’assegno di mantenimento non spetta se i due coniugi lavorano e possono godere dello stesso tenore di vita.

Il caso pratico è quello di due insegnanti con lo stesso stipendio.

Anche avendo due stipendi diversi non è detto che il giudice riconosca il diritto al mantenimento. Da parte del coniuge benestante deve sussistere anche l’incapacità a mantenersi in modo autonomo.

Ad esempio, se un coniuge ha un reddito mensile di cinquemila e euro e l’altro di mille euro, quello che ha cinquemila euro non avrà diritto a nessun sostegno economico potendo badare a sé stesso e alle sue spese.

La situazione è diversa  se uno dei due coniugi avesse un lavoro full-time e l’altro un part-time di poche centinaia di euro al mese.


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3. Quando l’ex moglie è disoccupata e l’ex marito lavora chi ha diritto al mantenimento?

Quando l’ex moglie è disoccupata ha diritto al mantenimento a patto che dimostri che la sua condizione di povertà non dipenda da sue colpe.

Questo accade ad esempio quando la scelta di non lavorare è stata condivisa con il marito, in modo che la donna si potesse occupare della casa e dei figli, oppure, quando è avanti con gli anni e la lontananza dal mercato del lavoro le impedirebbe di trovare un’occupazione, o quando le sue condizioni di salute non le consentono di dedicarsi a tempo pieno a un impiego.

Al contrario, se l’ex moglie dovesse essere ancora giovane, con una formazione

alle spalle e magari delle esperienze lavorative, la sua “potenzialità reddituale”, come viene definita dai giudici, fa in modo che difficilmente le potrebbe essere riconosciuto il mantenimento.

4. Quando l’ex moglie guadagna di più dell’ex marito cosa accade?

Al contrario di quello che è stato scritto in precedenza, il fatto che l’ex moglie sia più ricca dell’ex marito esclude per la stessa la possibilità di chiedere il mantenimento, ma non comporta in automatico lo stesso diritto nei confronti dell’uomo, che dovrebbe prima dimostrare che il suo reddito non gli consente di mantenersi in modo autonomo e che una simile condizione di incapacità economica non dipende da sua colpa, come potrebbe accadere nel caso di un soggetto disoccupato che non faccia niente per cercare un lavoro.

5. Il ruolo dell’addebito

In relazione a quello che è stato appena scritto pesa sempre una incognita, il cosiddetto addebito, vale a dire, la dichiarazione di responsabilità, effettuata dal giudice nella causa di separazione o divorzio, sulla rottura del matrimonio.

Se il Tribunale dovesse rilevare che l’unione familiare è stata compromessa dal comportamento colpevole di uno dei due coniugi, lo stesso non potrebbe rivendicare l’assegno di mantenimento neanche se disoccupato e nullatenente.

Questo è il caso del coniuge infedele, che abbandona il tetto coniugale senza una valida ragione o che maltratta, umilia o picchia l’altro.

Se l’ex moglie che guadagna di più dell’ex marito riuscisse a dimostrare, durante il giudizio, l’infedeltà dell’uomo o il suo allontanamento dal tetto coniugale, lo stesso non avrebbe diritto al mantenimento, né lo potrebbe rivendicare alla donna, in ragione della sua maggiore capacità economica.

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