La sentenza che segue viene segnalata in quanto offre una ricostruzione del quadro giurisprudenziale e di quello dottrinario in tema della tutelabilità aquiliana degli interessi legittimi pretensivi, compromessi dall’adozione di provvedimenti illegittimi.
La motivazione della sentenza parte dalla decisione n. 500/1999 delle Sezioni Unite della Cassazione, che ha segnato il passaggio dalla culpa in re ipsa alla colpa c.d. di apparato, discendente dalla violazione delle regole di imparzialità, correttezza e buona amministrazione, e richiama la teoria della responsabilità da “contatto sociale qualificato”, che ripudia il paradigma aquiliano e indica un criterio di riparto dell’onere probatorio corrispondente a quello codificato dall’art.1218 c.c., a tutto favore del privato.
Allo stato attuale della giurisprudenza prevalente in materia,la colpa dell’Amministrazione ha finito per risolversi nella questione della scusabilità dell’errore commesso nella adozione del provvedimento illegittimo, sviluppata sulla scorta della elaborazione penalistica in tema di scusabilità dell’error juris.