Intervento Presidente CNF: critica alla riforma Cartabia

Redazione 03/10/22
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Una nota del 28 settembre evidenzia alcune critiche che la presidente del CNF, Maria Masi, ha mosso alla riforma della giustizia, approvata definitivamente il 28 settembre.

    Indice

  1. Una riforma con delle criticità
  2. Alcuni aspetti positivi

1. Una riforma con delle criticità

«Gli esiti e i contenuti dei decreti legislativi di attuazione della riforma del processo civile sono addirittura peggiorativi rispetto agli esiti, non pienamente soddisfacenti della commissione di studio e dei gruppi di lavoro», dice la presidente Masi. La presidente lamenta anche il mancato accoglimento dei contributi dell’avvocatura in merito all’inadeguatezza dei correttivi apportati sulle singole norme ai fini della contrazione dei tempi medi dei processi; questi correttivi, addirittura, rischierebbero secondo lei di dilatare ulteriormente la durata dei processi, sacrificando invece le garanzie di difesa e di contraddittorio.

«Insistere, ad esempio, sul regime delle preclusioni – aggiunge Masi – significa voler ampliare gli oneri a carico dei difensori e quindi delle parti, trascurando (violando) i princìpi costituzionali del diritto di difesa e l’accesso alla giustizia, cosi come già ora, sono numerosi i provvedimenti di magistrati che dispongono modalità di trattazione scritta, non considerando o meglio disapplicando norme e princìpi di un codice ancora vigente, laddove dispongono limiti e vincoli al contenuto e alla forma delle note di trattazione».

Il CNF si mostra anche critico sull’estensione del processo a distanza, puntando il dito su “pericolosi spazi interpretativi”, e sembra negativo sulla trasformazione di indicazioni legate all’emergenza Covid in regole generali.


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2. Alcuni aspetti positivi

Viene invece valutata positivamente l’introduzione del sistema di giustizia riparativa, ai fini del “superamento della visione carcerocentrica della pena”, rimarcando tuttavia la necessità di collaborazione tra avvocatura e università nella formazione dei mediatori penali.

«L’avvocatura – conclude la presidente- oggi è ben consapevole che il suo ruolo e la sua funzione non possono e non devono esaurirsi nella giurisdizione e nel processo, ma proprio nella giurisdizione e nel processo non intendono abdicare alla loro infungibile funzione. Per questo continueremo a rappresentare e a sostenere le ragioni del giusto processo in ogni sede e soprattutto nei confronti di chi nell’immediato futuro avrà la responsabilità di guidare il Paese».

Redazione

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