Assegno divorzile e l’avanzamento di carriera dell’ex coniuge

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Una recente ordinanza della Corte di Cassazione solleva questioni fondamentali riguardo il calcolo dell’assegno divorzile. Questo articolo esamina come l’avanzamento di carriera di un coniuge e il relativo contributo non economico dell’altro possano influenzare tale determinazione, offrendo uno sguardo approfondito su come il diritto di famiglia si adatta alle realtà contemporanee del matrimonio e del lavoro.

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Corte di Cassazione-sez. I civ.- Ord. n. 32610 del 27-10-2023

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Indice

1. L’ordinanza n. 32610 di novembre 2023 della Corte di Cassazione


La recente ordinanza della Corte di Cassazione, numero 32610 del 23 novembre 2023, rappresenta un significativo punto di svolta nella giurisprudenza relativa all’assegno divorzile e si inserisce in un quadro giurisprudenziale evolutivo, caratterizzato da un progressivo affinamento dei criteri di valutazione dello stesso. In questo contesto, la sentenza in esame assume particolare rilevanza per il suo approccio innovativo nella considerazione dei fattori economici e non economici che influenzano la determinazione dell’assegno. 

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2. L’impatto della carriera professionale sulla determinazione dell’assegno divorzile


Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che la Corte di appello non ha adeguatamente valutato l’impatto dell’avanzamento di carriera del marito sulla situazione economica complessiva della coppia. In particolare, la Cassazione ha sottolineato come il successo professionale del marito, che ha conseguito un significativo aumento di reddito, debba essere considerato in relazione al contributo non economico fornito dalla moglie, che si è dedicata esclusivamente alla gestione della vita familiare e all’educazione dei figli.
La sentenza della Cassazione enfatizza la necessità di un’analisi equilibrata che tenga conto non solo dei redditi e delle capacità economiche dei coniugi, ma anche del valore dei contributi non monetari. In questo senso, il progresso di carriera di un coniuge, facilitato dalla dedizione dell’altro alla vita familiare, deve essere considerato un fattore rilevante nella determinazione del contributo divorzile.

3. Conclusione


La decisione della Cassazione si fonda su una visione olistica del matrimonio come partenariato, dove i contributi, sia finanziari sia di cura, devono essere valutati complessivamente, inserendosi indubbiamente in quel filone giurisprudenziale – ormai costante in tema di assegno divorzile –  in cui si  enfatizza costantemente la necessità che le decisioni sull’assegno debbano riflettere una comprensione completa dell’intera dinamica coniugale.

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A cura di Maria Giovanna Ruo | Maggioli Editore 2022

Daniela Palminteri

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