L’illecito deontologico è più grave se commesso in un piccolo centro

Redazione 31/05/11
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Con una pronuncia alquanto particolare, la Corte di Cassazione ha ribadito, in sede di legittimità, che l’illecita condotta di un notaio, consistita nell’aver trattenuto indebitamente documenti e denaro appartenenti a terzi, aveva integrato una compromissione del decoro e del prestigio della classe notarile (Cass. civ., sent. 27 maggio 2011, n. 11791). Peraltro, detto comportamento illegittimo, tenuto in un contesto territoriale rappresentato da una piccola comunità, acquisisce una maggiore carica di offensività in considerazione dell’eco negativa che riceve in un piccolo centro, in cui ridotto è il numero degli abitanti e più alte sono le probabilità che si conoscano gli uni con gli altri.

Per i giudici della Cassazione, pertanto, anche il luogo di consumazione dell’illecito disciplinare commesso dal professionista è rilevante ai fini della sanzione che può diventare più grave in provincia rispetto alla grande città, in considerazione della maggiore risonanza che tale illecito riveste per la categoria, se perpetrato in un piccolo centro.

Ciò ha indotto la Corte a respingere il ricorso e a confermare la sanzione disciplinare della sospensione di un anno dalla professione irrogata nei confronti del notaio istante.

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