Pubblico impiego, il provvedimento di inquadramento è soggetto a termine decadenziale di impugnazione

Redazione 07/11/11
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Questo, in estrema sintesi, il principio affermato dai giudici di Palazzo Spada, sent. n. 5845 depositata lo scorso 2 novembre. In tale sede l’organo collegiale ha avuto modo di ricordare che il provvedimento di inquadramento di pubblici dipendenti è atto autoritativo e, in quanto tale, soggetto a termine decadenziale di impugnazione, con la conseguenza che non è ammissibile un’azione volta all’ottenimento di un diverso inquadramento, se non tempestivamente proposta avverso il provvedimento di attribuzione della qualifica. Allo stesso tempo i giudici escludono la possibilità di un autonomo giudizio di accertamento in funzione di disapplicazione dei provvedimenti dell’Amministrazione, atteso che l’azione di accertamento è esperibile a tutela di un diritto soggettivo, laddove il pubblico dipendente a fronte dell’esercizio della potestà organizzatoria della Pubblica amministrazione risulta invece essere di titolare di un mero interesse legittimo (cfr. sul punto anche Cons. Stato, sez. V, sentt. 1251/2011 e 7104/2010).

In materia di inquadramento di pubblici dipendenti, il Collegio ancora ribadisce, non sono proponibili azioni di accertamento, ma solo domande di impugnazione degli atti autoritativi di assegnazione della qualifica funzionale e del corrispondente livello retributivo, in quanto essendo la posizione giuridica del dipendente qualificabile in termini di interesse legittimo, egli è legittimato a far valere lo stesso insorgendo tempestivamente, nel rispetto dei termini decadenziali, contro l’atto autoritativo che gli attribuisca una posizione di status e retributiva inferiore a quella che ritiene spettargli. (Lilla Laperuta)

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