Processo civile: digitalizzazione non sufficiente per il giudice contabile

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Col Comunicato del 02 gennaio 2023 la Corte dei Conti ha accompagnato la pubblicazione della propria deliberazione del 22 dicembre 2022 in tema di “Obiettivi di efficientamento e risultati conseguiti dall’introduzione del processo civile telematico”, dando risalto alla circostanza che l’introduzione del PCT e gli obiettivi di maggiore efficienza legati alla digitalizzazione dei giudizi garantiscono solamente in parte il rispetto del principio della ragionevole durata dei processi, il quale, per gli stessi giudici, appare per lo più perseguibile con adeguate procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie.
>>>Leggi la Deliberazione 22 dicembre 2022, n. 53/2022/G<<<

Indice

1. La delibera riferita al quinquennio 2016-2020

La Corte dei conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha reso nota la propria Delibera n. 53/2022/G in tema di “Obiettivi di efficientamento e risultati conseguiti dall’introduzione del processo civile telematico”, riferita all’arco temporale 2016-2020.

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2. PNRR e UPP

Nel documento, che si dipana per 226 pagine, la magistratura contabile, pur evidenziando le novità introdotte dal PNRR relative all’ufficio per il processo (modulato sull’esempio anglosassone) e alle applicazioni sperimentali di intelligenza artificiale nei giudizi, ha evidenziato che la digitalizzazione dei processi costituisce un percorso lungo e laborioso, come testimoniano le numerose raccomandazioni UE in tema di riduzione dei tempi della giustizia italiana. Ciò, ha specificato la Corte, in virtù di una legislazione spesso episodica e poco organica, oltre alle difficoltà collegate a un sistema soggetto a costanti aggiornamenti, interventi di reingegnerizzazione e cospicui investimenti per infrastrutture, progettazioni e formazione. I giudici contabili hanno al contempo sottolineato che il processo telematico rappresenta ormai una solida realtà in ambito civile, tuttavia, permangono ancora ritardi in quello penale.

3. Criticità legale alla digitalizzazione

Le criticità, per la Corte, sono legate non tanto all’amministrazione di riferimento, quanto al complessivo iter di digitalizzazione in atto nel pubblico e nel privato, in un ambito che, per i soli processi civili, ha comunque coinvolto, nel periodo luglio 2014 e dicembre 2020, circa 1,2 milioni di professionisti attivi nel telematico, con più di 56 milioni di atti telematici depositati e oltre 34 milioni di provvedimenti nativi digitali. Il documento viene chiuso con una serie di conclusioni e raccomandazioni, in cui, peraltro, si dà atto che nel nostro Paese l’età media dei dipendenti pubblici risulta pari ad oltre 50 anni, e che una ricerca di Forum PA sul pubblico impiego ha evidenziato anche come il livello di istruzione medio sia non elevato: il 62 per cento del campione intervistato ha al massimo il diploma di licenza media superiore, il 4 per cento la laurea breve, il 34 per cento la laurea o un titolo superiore, quindi dando atto, laconicamente, che “La necessaria immissione di personale giovane, in buona parte “nativo digitale”, avviene con ritmi decisamente lenti”.

Avv. Biarella Laura

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