Con l’ordinanza n. 17534 del 2025, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione torna a chiarire un principio di diritto processuale fondamentale: chi eccepisce la prescrizione non può limitarsi a invocare l’inerzia della controparte, ma deve indicare e provare il fatto concreto dal quale decorre il termine estintivo. Per aiutare i professionisti, abbiamo pubblicato il “Formulario commentato del nuovo processo civile – Aggiornato ai correttivi Cartabia e mediazione” di Lucilla Nigro offre un supporto pratico e operativo per affrontare ogni fase del contenzioso civile, acquistabile su Shop Maggioli e su Amazon, e il nuovissimo Codice di procedura Civile – Aggiornato a Legge AI e Conversione del decreto giustizia, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon
Indice
- 1. La vicenda e il nodo giuridico centrale
- 2. La prescrizione come eccezione “a struttura complessa”
- 3. Simulazione e sospensione del termine: il rilievo del comportamento doloso
- 4. Il principio di diritto enunciato dalla Corte
- 5. Conclusioni: precisione e lealtà processuale come garanzia di giustizia
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1. La vicenda e il nodo giuridico centrale
Il caso trae origine da un’azione di esecuzione specifica ex art. 2932 c.c. promossa da due promissari acquirenti per ottenere il trasferimento di un immobile oggetto di un contratto preliminare. L’immobile, tuttavia, era stato in precedenza alienato mediante un atto simulato, poi dichiarato nullo con sentenza passata in giudicato. Il giudice d’appello aveva accolto l’eccezione di prescrizione sollevata dai convenuti, ritenendo decorso il termine utile per l’azione. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire se l’eccezione fosse stata validamente proposta e se il termine potesse effettivamente decorrere prima della rimozione giudiziale dell’atto simulato. Per aiutare i professionisti, abbiamo pubblicato il “Formulario commentato del nuovo processo civile – Aggiornato ai correttivi Cartabia e mediazione” di Lucilla Nigro offre un supporto pratico e operativo per affrontare ogni fase del contenzioso civile, acquistabile su Shop Maggioli e su Amazon, e il nuovissimo Codice di procedura Civile – Aggiornato a Legge AI e Conversione del decreto giustizia, disponibile su Shop Maggioli
2. La prescrizione come eccezione “a struttura complessa”
La Suprema Corte ribadisce che la prescrizione non è un’eccezione meramente assertiva. Essa presuppone l’indicazione del fatto costitutivo che segna l’inizio del termine, ai sensi dell’art. 2935 c.c. — ossia il momento in cui il diritto può essere esercitato.
In altre parole, la parte che invoca la prescrizione deve non solo eccepirla, ma anche allegare e provare il momento in cui il diritto è divenuto esigibile. L’inerzia del creditore, di per sé, non basta.
Nel caso concreto, la Corte ha censurato la decisione di merito perché l’eccezione era stata formulata in modo vago, senza riferimento ad alcun fatto determinato. Tale omissione è insanabile: il giudice non può supplire alla mancanza di un’allegazione precisa mediante proprie deduzioni o presunzioni.
La decisione si inserisce in un orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, secondo cui il debitore, per avvalersi della prescrizione, deve dimostrare i presupposti oggettivi della stessa e non può demandarne l’individuazione al giudice.
3. Simulazione e sospensione del termine: il rilievo del comportamento doloso
Particolarmente interessante è l’approfondimento della Corte in ordine agli effetti della simulazione assoluta dell’atto di alienazione.
Quando un soggetto stipula un contratto simulato per occultare la reale titolarità del bene e sottrarlo alla garanzia patrimoniale, il suo comportamento integra un atto doloso idoneo a sospendere la prescrizione ai sensi dell’art. 2941, n. 8 c.c.
Secondo la Cassazione, in presenza di un atto simulato, la prescrizione dell’azione di esecuzione specifica non può decorrere sino alla pronuncia che accerti la nullità del negozio apparente. Solo con la sentenza che rimuove l’ostacolo giudiziale, il diritto del creditore torna esercitabile e, di conseguenza, il termine prescrizionale riprende a decorrere.
Il comportamento fraudolento, in sostanza, impedisce di imputare al creditore un’inerzia che non dipende dalla sua volontà ma da un artificio doloso del debitore.
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4. Il principio di diritto enunciato dalla Corte
La Cassazione formula un principio di diritto chiaro e operativo:
«L’eccezione di prescrizione, in quanto fondata su un fatto costitutivo, impone alla parte che la solleva di allegare e provare il momento da cui il termine inizia a decorrere. In presenza di un atto simulato che occulti la reale disponibilità del bene, la prescrizione resta sospesa sino alla declaratoria giudiziale di nullità».
Il ragionamento della Corte equipara, sul piano funzionale, l’effetto della simulazione a quello della revocatoria: in entrambi i casi, il debitore pone in essere un comportamento che sottrae il bene alla garanzia del creditore, rendendo inattuabile il diritto e impedendo la maturazione del termine estintivo.
5. Conclusioni: precisione e lealtà processuale come garanzia di giustizia
L’ordinanza n. 17534/2025 riafferma la centralità del principio di specificità dell’allegazione e la necessità di un corretto bilanciamento tra formalismo processuale e tutela sostanziale.
In materia di prescrizione, non è sufficiente invocare il tempo trascorso: occorre dimostrare che il diritto poteva essere esercitato e che l’inerzia non è dipesa da condotte dolose o simulatorie.
La decisione si pone, così, come un monito alla diligenza delle parti e alla coerenza dei giudici: la precisione processuale non è un tecnicismo, ma lo strumento che assicura l’effettività della giustizia sostanziale.
Solo un’eccezione correttamente formulata può fondare una decisione legittima; solo un diritto realmente esercitabile può dirsi prescritto.
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