No alle classi pollaio: vinta la prima class action contro la pubblica amministrazione

Redazione 16/06/11
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La sesta sezione del Consiglio di Stato, con sentenza n. 3512 depositata il 9 giugno 2011, ha rigettato il ricorso del Ministero dell’istruzione e del Ministero dell’economia contro la sentenza n. 552 del Tar Lazio, ordinando ai due ministeri l‘emanazione del piano generale di edilizia scolastica previsto dall’articolo 3, comma 2 del D.P.R. 81/2009 (recante “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane”).

La sicurezza e la vivibilità dei luoghi frequentati dagli studenti italiani sono inderogabili secondo i giudici che, nel dispositivo pubblicato venerdì, hanno dato ragione all’Associazione dei consumatori la quale, un anno fa, aveva avviato un’azione collettiva con diffida ai ministeri della Pubblica Istruzione, università e ricerca; dell’Interno; dell’Economia e finanze; della Pubblica amministrazione e innovazione e agli Uffici scolastici regionali. Niente classi pollaio, dunque, nelle scuole italiane, con riferimento a quelle aule scolastiche in cui il numero degli alunni supera il numero fissato dalla legge. Non più di 25 alunni per classe. Si tratta della prima class action contro la Pubblica amministrazione, che ha funzionato, dopo aver ricevuto una prima sentenza favorevole dal Tar che aveva ordinato al Ministro Gelmini di emanare il Piano generale di edilizia scolastica, previsto dall’art. 3 del D.P.R. 81/2009. Contro la decisione il Miur aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato, ora rigettato.

Il Codacons ha già annunciato che chiederà la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca al ministro ed adempia a quanto disposto dal Tar. É una decisione importante questa per la riforma Gelmini della scuola, che si basa proprio sull’aumento del rapporto alunni/docente all’interno di un quadro nazionale di istituti non a norma in termini di sicurezza, se non addirittura fatiscenti (che si attestano oltre il 50%).

 

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