Niente domiciliari per il commercialista accusato di truffa

Redazione 05/09/11
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Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 32857 del 25 agosto 2011, respingendo il ricorso di un commercialista accusato di truffa che aveva chiesto gli arresti domiciliari in luogo della custodia cautelare in carcere. La difesa aveva fondato il ricorso sulla circostanza che il professionista si fosse già cancellato dall’albo e che pertanto veniva meno l’esigenza cautelare su cui la misura stessa era fondata, ossia il pericolo di reiterazione del reato. Il commercialista infatti per sua stessa iniziativa non avrebbe potuto più esercitare, e aveva tra l’altro manifestato l’intenzione di cambiare completamente vita, dedicandosi all’agricoltura.

Secondo gli ermellini la cancellazione dall’albo appare come circostanza poco significativa, atteso che il rischio consiste non nel fatto che il professionista reiteri lo stesso reato, ma reati della stessa indole.

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