Presunzione relativa
La presunzione di onerosità del mandato dell’avvocato, ai sensi dell’art. 1709 c.c., assume carattere relativo e può essere correttamente superata – come nel caso qui esaminato – in base alle risultanze della prova per testi ed alle relazioni di parentela che intercorrevano fra le parti.
Sulla base di ciò, la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, con ordinanza n. 17384 del 3 luglio 2018, ha respinto il ricorso di un avvocato, che aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per il pagamento di prestazioni professionali svolte in favore di un albergo. Sia il Giudice di Pace che, in secondo grado, il Tribunale, avevano tuttavia accolto l’opposizione dell’albergo, il quale deduceva di nulla dovere poiché il rapporto professionale era da ritenersi a titolo gratuito.
Correttamente i giudici di merito, sostiene la Corte Suprema, hanno dato rilievo alle dichiarazioni dei testi – da cui si evinceva che l’avvocato avesse fatto intendere di non voler ricevere remunerazione – ed al fatto che tra quest’ultimo ed i titolari della struttura alberghiera intercorressero, all’epoca, rapporti di parentela. Tutti elementi da cui desumere, secondo gli Ermellini, la gratuità della prestazione professionale, in quanto l’onerosità della stessa si presume salvo, appunto, prova contraria.
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