Mancato reperimento: invalida la dichiarazione di domicilio?

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Il mancato reperimento dell’imputato o del domiciliatario presso il domicilio dichiarato, anche se causato solo da un’assenza temporanea, può invalidare la dichiarazione o l’elezione del domicilio? Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale propone al Professionista indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti: Appello e ricorso per Cassazione penale dopo la Riforma Cartabia

Corte di Cassazione -sez. I pen.- sentenza n.18350 del 29-02-2024

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Indice

1. La questione: il mancato reperimento a domicilio


Il Tribunale di sorveglianza di Roma rigettava – in relazione alla pena residua di sei mesi e diciotto giorni di reclusione, inflitta ad un detenuto per violazione della legge sugli stupefacenti, la cui esecuzione era stata sospesa ai sensi dell’art. 656, comma 5, cod. proc. pen. – le istanze di affidamento in prova al servizio sociale e detenzione domiciliare.
In particolare, a ragione di siffatta decisione, il Tribunale poneva l’attuale irreperibilità del condannato e lo stato di fatiscenza e di abbandono dell’immobile indicato per l’esecuzione delle misure alternative.
Ciò posto, avverso questo provvedimento la difesa proponeva ricorso per Cassazione e costei, tra i motivi ivi addotti, deduceva nullità processuale, sostenendosi che l’avviso di fissazione dell’udienza camerale sarebbe stato notificato presso il difensore, a norma dell’art. 161, comma 4, cod. proc. pen., senza la previa effettuazione delle ricerche che, in tesi, avrebbero dovuto precedere l’attivazione della notificazione sostitutiva.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale propone al Professionista indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti: Appello e ricorso per Cassazione penale dopo la Riforma Cartabia

FORMATO CARTACEO

Appello e ricorso per cassazione penale dopo la Riforma Cartabia

Alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia (D.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150), il volume propone al professionista che si trova ad affrontare l’appello e il ricorso per cassazione in ambito penale indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti.La prima parte è dedicata all’appello: dove va depositato? Chi può depositarlo, ed entro quando? Quali requisiti devono sussistere? E molte altre questioni di ordine pratico a cui gli autori offrono risposte attraverso richiami alla più significativa giurisprudenza di settore e con il supporto di utili tabelle riepilogative.La seconda parte si sofferma invece sul ricorso per cassazione, dai motivi del ricorso ai soggetti legittimati, dai provvedimenti impugnabili alle modalità di redazione del ricorso e degli atti successivi, con l’intento di fornire indicazioni utili ad evitare l’inosservanza o erronea applicazione della normativa e la scure dell’inammissibilità. Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato in Larino, giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale, è autore di numerosi articoli su riviste giuridiche telematiche.Gabriele EspositoAvvocato penalista patrocinante in Cassazione. Autore di manuali di diritto penale sostanziale e procedurale, dal 2017 è Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.

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2. La soluzione adottata dalla Cassazione


La Suprema Corte considerava il ricorso suesposto infondato alla stregua di quell’orientamento nomofilattico secondo il quale il mancato reperimento dell’imputato presso il domicilio dichiarato, ovvero del domiciliatario in caso di elezione di domicilio, ancorché dovuto ad assenza solo temporanea dei destinatari della notificazione (e degli altri soggetti abilitati a ricevere l’atto in loro vece), si sostanzia in una situazione di inidoneità della dichiarazione o elezione, rendendo così legittima e doverosa la notificazione direttamente mediante consegna dell’atto al difensore ai sensi dell’art. 161, comma 4, cod. proc. pen. (senza che sia necessaria alcuna ulteriore ricerca, e sia neppure consentito dare corso agli adempimenti di cui all’art. 157, comma 8, cod. proc. pen., o di cui all’art. 8 della legge n. 892 del 1982, ossia al deposito dell’atto presso la casa comunale o l’ufficio postale) (Sez. U, n. 58120 del 22/06/2017; Sez. U, n. 28451 del 28/04/2011).

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3. Conclusioni


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito se il mancato reperimento dell’imputato o del domiciliatario presso il domicilio dichiarato, anche se causato solo da un’assenza temporanea, può invalidare la dichiarazione o elezione del domicilio.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che, se l’imputato o il domiciliatario non sono reperibili al domicilio dichiarato a causa di un’assenza temporanea, ciò rende la dichiarazione o l’elezione del domicilio inidonea.
Di conseguenza, la notifica diretta all’avvocato diventa legittima e obbligatoria ai sensi dell’articolo 161, comma 4, del codice di procedura penale.
È dunque sconsigliabile, alla stregua di tale approdo ermeneutico, articolare una linea difensiva, con cui si sostenga una situazione di inidoneità della dichiarazione o elezione ove non si verifichi una ipotesi di questo genere.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica procedurale sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo

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