Le Sezioni Unite si pronunciano sulla successione delle leggi penali nel tempo

Redazione 21/07/11
Scarica PDF Stampa

Con la sentenza n. 27919 del 14 luglio 2011 le Sezioni Unite sono intervenute a chiarire la portata del principio delle successione di leggi penali nel tempo.

In particolare la questione riguardava l’applicabilità o meno del principio all’art. 275, co 3, c.p.p., modificato dalla L. 38/2009, norma che ha previsto la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ad alcune categorie di delitti.

La Sezioni Unite hanno ritenuto che, in assenza di una disposizione transitoria, la misura cautelare per la quale si era fatto ricorso, disposta prima dell’entrata in vigore delle L. 38/2009 (che ha ampliato il catalogo di reati per i quali l’art. 275 c.p.p. prevede la presunzione di adeguatezza della custodia carceraria), non possa subire modifiche solo per effetto della nuova e più sfavorevole normativa.

La Cassazione si è uniformata sul punto all’orientamento espresso dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, osservando che il principio secondo il quale, se la legge penale in vigore al momento della perpetrazione del reato e le leggi penali posteriori adottate prima della pronunzia di una sentenza definitiva sono diverse, il giudice deve applicare quella le cui disposizioni sono più favorevoli all’imputato, non costituisce un principio dell’ordinamento processuale, tanto meno nell’ambito delle misure cautelari: non esistono, infatti, principi di diritto intertemporale propri della legalità penale che possano essere pedissequamente trasferiti nell’ordinamento processuale.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento