La prescrizione, una continua condanna per l’Italia.

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La disciplina italiana in materia di prescrizione è, ancora una volta, sottoposta al vaglio dei giudici europei, in particolare della Corte di Lussemburgo. Quest’ultima ha evidenziato la criticità della normativa, con riguardo alla “sistematica impunità delle frodi in materia di IVA”. Con la suddetta pronuncia dunque, la Corte sancisce l’obbligo per il giudice penale italiano di disapplicare il combinato disposto degli artt. 160 e 161 c.p. nell’ipotesi in cui, ritenga che la normativa impedisca il concreto ed effettivo adempimento degli obblighi imposti allo Stato italiano, dall’art. 325 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Di conseguenza, il giudice penale è obbligato a infliggere la dovuta condanna al soggetto imputato per i reati attribuitigli, sebbene sia decorso il termine prescrizionale previsto dagli art. 160 e 161 c.p. A ben vedere, va precisato che questa condanna non rappresenta un “caso isolato” nell’ambito dei moniti che l’Unione Europa continua a rivolgere all’Italia. Non sarà difficile ricordare la sentenza Cestaro, con cui la Corte di Strasburgo ha condannato il nostro paese, per aver lasciato prescrivere i fatti avvenuti nel 2001, in occasione del G8 di Genova. Entrambe le sentenze in analisi, evidenziano una criticità radicata nell’incompatibilità della disciplina italiana con gli obblighi europei di tutela penale; una criticità che doverosamente impone un intervento immediato da parte del nostro Legislatore.

Salvati Cristina

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