L’evoluzione dei mercati finanziari nel mondo e in Italia

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I mercati finanziari possono sembrare moderni e di recente istituzione, ma in realtà leloro origini risalgono al passato e il loro sviluppo si ricollega in modo diretto all’evoluzione del commercio.

Le fonti dicono che la prima compravendita di titoli nella storia dell’umanità risale al 1500, e avvenne nella città belga di Bruges,e i titoli scambiati dai mercanti rappresentavano un credito o una merce in arrivo da paesi lontani, che non potevano essere materialmente scambiati.

Questa specie di mercato organizzato si teneva in un palazzo di proprietà della famiglia dei Van der Bourse, il quale stemma era rappresentato da tre borse, e dal nome si farebbe derivare la denominazione di Borsa.

Alcuni studiosi dissenzienti, affermano che il vocabolo Borsa deriverebbe dal nome della famiglia dei mercanti veneziani Della Borsa e che sarebbe stato trasformato in olandese Van der Bourse nel XIV secolo perché il cognome indicava naturalmente l’origine italiana.

Quella di Bruges non può essere definita una Borsa vera e propria, e viene all’unanimità considerata come la prima Borsa Valori della storia, quella istituita nel 1531 nella città tedesca di Anversa, che prese il posto di Bruges come luogo di incontro di mercanti e banchieri per la conclusione dei loro traffici.

I prezzi delle merci venivano contrattati da questi “operatori” in un determinato edificio chiamato Borsa, il quale nome traeva origine dal palazzo di Bruges.

Nel corso della seconda metà del 1500 e a seguire nei secoli successivi, fiorirono nel vecchio continente un certo numero di Borse, e fu proprio nel XVI secolo, che si iniziarono a sviluppare nei grandi centri “borsistici” operazioni di prestito a favore di monarchi, ed erano stati emessi una serie di titoli di debito pubblico negoziabili, che erano entrati a far parte degli affari di borsa, iniziando a negoziare le prime obbligazioni statali.

Si cominciarono anche le negoziazioni di quote di comproprietà di imprese, che erano state costituite in forma di società per azioni in virtù degli enormi guadagni conseguiti dalle compagnie coloniali sorte in Olanda e Inghilterra.

In Francia, le prime Borse si fanno risalire a quelle di Lione del 1548, di Tolosa del 1549, di Rouen del 1556 e di Bordeaux del 1571, mentre per la nascita della Borsa di Parigi si deve attendere sino al 1724.

In Inghilterra, si deve a Sir Thomas Gresham, responsabile degli scambi in valuta della regina Elisabetta, la creazione della Royal Exchange, il quale, dopo aver trascorso qualche tempo ad Anversa, fondò nella City a Londra nel 1564 la Borsa inglese, per il commercio della carta internazionale.

Nel 1771 e nel 1773 venne costruito da parte di alcuni broker il palazzo della Borsa, e il 3 marzo 1801 si aprono le prime contrattazioni alla London Stock Exchange alle quali si accedeva sottoscrivendo un atto formale, la nascita della Borsa di Londra risale proprio al periodo di questi primi scambi regolamentati.

In Olanda, si assistette nel 1609 all’affermarsi della Borsa di Amsterdam come il più grande centro di affari e la prima Borsa moderna d’Europa, dopo il declino delle Borse di Bruges e di Anversa.

In Germania, dopo la prima Borsa che fu quella di Anversa, molte altre città tedesche cominciarono a organizzare le proprie Borse, mentre l’istituzione della maggiore Borsa tedesca e una delle più importanti del mondo, quella di Francoforte avvenne nel 1946.

In Austria, la fondazione della Borsa di Vienna risale al 1771.

Spostandoci oltre oceano negli Stati Uniti d’America, nel maggio del 1792 nacque la Borsa più grande e più importante del mondo, anche conosciuta come “The Big Board”, il New York Stock Exchange, NYSE, situato nella nota strada di Wall Street, dove si trova ancora adesso.

In Italia, già durante il Medioevo e il Rinascimento si erano sviluppati dei mercati organizzati pubblici come il Mercato di Firenze o il Rialto di Venezia o come le fiere dei cambi.

La prima Borsa vera e propria fu istituita a Venezia nel 1600, e in seguito sorsero le Borse di Trieste nel 1775, di Roma nel 1802, di Milano e di Firenze entrambe nel 1808, di Napoli nel 1810, di Torino nel 1850, di Genova nel 1855, di Bologna nel 1861 e di Palermo nel 1862.

La Borsa Valori di Milano fu istituita nel gennaio del 1808, attraverso un decreto napoleonico del Vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais, e il suo primo presidente fu Carlo Ciani, che aveva dietro di se una grande tradizione di banchieri e uomini d’affari.

Verso la fine del diciannovesimo secolo, in Italia erano presenti le Borse di Venezia, Trieste, Roma, Firenze, Napoli, Torino, Genova, Bologna e Palermo, e tra loro quella di Milano è da sempre considerata la Borsa più importante del nostro Paese.

La prima sede della Borsa di Milano fu il Monte di Pietà, dove essa venne istituita.

Pochi mesi dopo, a causa dell’inadeguatezza della sede, venne trasferita per un breve periodo nel Fabbricato della piazza dei Tribunali sino al 29 settembre 1808, quando venne inaugurata la sede nel Palazzo dei Giureconsulti.

n seguito, a causa di alcune ristrutturazioni del Palazzo dei Giureconsulti, la Borsa occupò tra il 1887 e il 1890 il Ridotto del Teatro alla Scala.

Agli inizi del ‘900, precisamente l’8 ottobre 1901, fu inaugurata una sede nell’attuale palazzo delle Poste in Piazza Cordusio, e nel 1932 si ebbe la sede definitiva nel Palazzo Mezzanotte, dal nome dell’architetto che lo ha progettato, situato in Piazza degli Affari.

Si estendeva su un’area di quasi 6.500 mq e ospitava una galleria a portici, che si poteva definire una vera piazza coperta per i servizi e gli operatori, un salone ovale per le contrattazioni, un servizio telegrafico e postale, un albergo diurno, un bar, un ristorante, servizi amministrativi, una biblioteca e un locale di lettura, e separati dal resto i borsini, dove vi erano gli operatori.

Nel dicembre del 1987, per consentire il rastauro di Palazzo Mezzanotte, si inaugurò la sede provvisoria del Gabbiotto.

Oggi Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana S.p.A., società che gestisce la Borsa Valori, non ospita più indaffarati agenti di cambio tesi a scambiare titoli, ma dei “freddi” calcolatori sui quali si incontrano la domanda e l’offerta di operatori del mondo.

Queste le tappe più importanti che hanno consentito il passaggio dal mercato “alle grida” alla Borsa telematica.

All’inizio le Borse ospitavano lo scambio sia di merci sia di valute e titoli, successivamente, nel 1913, si assistette alla separazione tra il mercato delle merci e quello dei titoli, e da quel momento, fu possibile parlare di Borsa Valori in termini appropriati, cioè di un mercato nel quale si scambiavano esclusivamente valori mobiliari.

Altra tappa di transizione molto importante è rappresentata dall’anno 1991 con la direttiva della Comunità Europea sull’intermediazione mobiliare e i servizi di investimento, che ha avviato il processo di privatizzazione dei mercati finanziari.

La Borsa Valori di Milano era , come le altre Borse, un mercato pubblico, disciplinato da leggi dello Stato e regolamenti degli organi di controllo.

La legge 2 gennaio 1991 n. 1, istituì il Consiglio di Borsa, attivo dal febbraio 1993, al quale vennero affidate le competenze organizzative, tecniche e consultive dei precedenti organi locali, mentre l’attività di vigilanza, gestione e organizzazione dei mercati rimase alla Consob.

Il 1991 è importante anche in relazione alle modalità di negoziazione.

Sino ad allora, le contrattazioni avvenivano “alle grida” e si svolgevano in particolari recinti, chiamati corbeilles, nei quali gli agenti di cambio compravano e vendevano azioni, gridando e gesticolando le loro proposte di affari.

In questi recinti, si svolgevano le operazioni relative all’accertamento dei prezzi ufficiali e alla redazione dei listini, e i prezzi venivano trasmessi a un funzionario, che si trovava al centro del recinto, il quale era incaricato di raccogliere le notifiche, e a fine giornata il comitato direttivo degli agenti di cambio definiva il listino ufficiale.

Le contrattazioni erano divise in tre fasi:

l’apertura, la fase del durante e la chiusura o fase di compilazione del listino.

Il passaggio verso il mercato telematico si concluse nell’aprile del 1994, con la migrazione completa delle negoziazioni a un sistema di reti informatiche interconnesse, e in questo modo ogni transazione venne effettuata attraverso un computer, e ogni intermediario immetteva gli ordini dalla propria sede.

Il Decreto legislativo 23 luglio 1996, n. 415 sancì il passaggio di consegne dell’attività di organizzazione e gestione dei mercati regolamentati dall’autorità pubblica all’impresa privata, e un anno dopo il Consiglio di Borsa costituì la società Borsa Italiana S.p.A. con sede a Milano, il quale azionariato era composto da banche, Sim e altri intermediari e attori del mercato.

In contemporaneafurono chiuse le preesistenti dieci Borse Valori (Milano, Roma, Trieste, Venezia, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna e Palermo) e gli scambi concentrati presso la sede di Milano.

Alla nuova società furono affidati, tra i mercati regolamentati che allora esistevano, la Borsa valori, il Mercato Ristretto, l’Idem e il Mif mentre il rimanente, l’Mts, fu affidato alla Mts S.p.A, e un l’anno succesivo la Borsa Italiana S.p.A. divenne una società di gestione dei mercati, acquisendo una certa operatività ed emanando come proprio il Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A.

Dott.ssa Concas Alessandra

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