Geografia giudiziaria: via libera dalla Consulta al taglio dei tribunali

Redazione 08/07/13
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La riforma della geografia giudiziaria di cui al D.Lgs. 155/2012 passa indenne il vaglio di legittimità costituzionale. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato non fondate le questioni di legittimità come sollevate dai Tribunali di Pinerolo, di Alba, di Sala Consilina, di Montepulciano e di Sulmona e ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Regione Friuli Venezia-Giulia.

Unica eccezione è rappresentata dalla censura di incostituzionalità del decreto legislativo con riferimento alla disposta soppressione del Tribunale di Urbino.

Dunque via libera della Corte costituzionale alla riforma della geografia giudiziaria, che prevede il taglio di 31 tribunali e 220 sedi distaccate. Un via libera non affatto scontato, considerata l’opposizione di diverse parti politiche e della classe forense, e che vale a rendere maggiormente verosimile, come già anticipato dallo stesso Guardasigilli, la partenza in settembre del nuovo assetto degli uffici.

Il presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura (OUA), Nicola Marino, ha commentato negativamente la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha di fatto salvato la riforma della geografia giudiziaria, definendola ancora una volta come un provvedimento irrazionale e contradditorio che comporterà un taglio lineare di servizi essenziali, senza portare i risparmi sperati.

Allo stesso modo critico è il presidente dell’Associazione Nazionale Avvocati Italiani (ANAI), che ha espresso forte contrarietà alla decisione della Corte Costituzionale sulla geografia giudiziaria, pur riservandosi di aspettare, per un giudizio definitivo, la motivazione della sentenza, il cui verdetto è stato semplicemente anticipato dalla Corte con un comunicato stampa.

In ogni caso, il verdetto della Corte costituzionale è intervenuto a corroborare la posizione del Ministero della Giustizia che, proprio nelle scorse settimane, aveva scongiurato uno slittamento dell’entrata in vigore della riforma (fissato per la metà di settembre), richiesto ed auspicato da più parti.

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