Futures: l’origine statunitense dei contratti derivati

Scarica PDF Stampa

Il periodo storico che stiamo vivendo è senza ombra di dubbio uno dei più complessi degli ultimi decenni da tanti punti di vista: umano, lavorativo ed economico. Dopo un biennio caratterizzato da una pandemia che ha sconvolto l’intero globo, proprio quando sembrava che ci stessimo lasciando alle spalle una fase così complessa, inaspettata e soprattutto sconosciuta a chiunque che ha inevitabilmente inciso sulle vite di tutti, sia sotto l’aspetto personale che in ambito lavorativo e quindi economico, ci siamo ritrovati a dover affrontare le conseguenze di una guerra che ha nuovamente inciso negativamente sulle vite delle persone, in primis ovviamente su quelle coinvolte direttamente nel conflitto, ma anche indirettamente sui mercati di tutto il mondo. Proprio per questo è cresciuta l’incertezza e risulta sempre più complesso comprendere quale possa essere il modo corretto di investire i propri capitali per vederli fruttare e per porre delle basi solide al proprio futuro. In questo articolo ci occuperemo dei future USA, descrivendone le caratteristiche principali ed analizzandone i vantaggi. Ma, prima di tutto, un doveroso passo indietro per andare a descrivere cosa siano i futures, per poi passare ad analizzare nello specifico quelli del mercato statunitense.

Indice

1. Cosa sono i futures?

I futures sono dei contratti standardizzati, i quali vengono stipulati fra due contraenti ad un prezzo fisso e con una data di scadenza già indicata. Con questa tipologia di accordo si consegna un prodotto sottostante ad un prezzo prestabilito in una data futura: è proprio da questo elemento che nasce il nome “futures”. Essi sono noti ai più anche con il nome di derivati: il prodotto sottostante infatti non è di proprietà, ma il valore si ottiene dal prezzo di un’attività sottostante che può essere un indice, uno strumento finanziario oppure una materia prima.

2. Quali sono i futures USA?

I futures USA sono senza alcun dubbio i più importanti al mondo, per il semplice motivo che gli Stati Uniti rappresentano il più rilevante mercato esistente in assoluto, e di conseguenza anche nell’ambito del settore finanziario. Fra i futures USA possiamo annoverare innanzitutto i CBOT (acronimo di Chicago Board of Trade) e i CME (Chicago Mercantile Exchange): si tratta dei due mercati più grandi in assoluto sia per quantità di asset quotati che per volumi scambiati giornalmente. La borsa CBOT è la più antica borsa merci negli Sta Uniti d’America, infatti è stata fondata ormai quasi due secoli fa, nel lontano 1848: qui è addirittura quotato il future del celeberrimo indice Dow Jones, il più antico indice di borsa americano. Proprio come il CBOT, anche il CME ha la propria sede a Chicago: qui sono quotati dei veri e propri punti di riferimento dei mercati finanziari internazionali, i future degli indici dello S&P 500 e del Nasdaq, ma anche dell’indice Russell, ancora poco noto qui in Italia. Vanno poi citati i futures Dow Jones, i quali – come facilmente desumibile dal nome – hanno come riferimento l’indice Dow Jones, i futures Nasdaq, che come riferimento hanno invece l’indice Nasdaq, e i futures S&P 500, che si basano sull’indice S&P 500.

Emanuela Pezone

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento