Fermato con merce rubata al supermercato prima di arrivare alle casse: è furto aggravato e non tentato

Redazione 27/07/12
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Lucia Nacciarone

La merce nascosta in borsa denota la volontà del soggetto agente di uscire senza pagare: a deciderlo è stata la Cassazione con la sentenza n. 30283 del 24 luglio 2012 che ha confermato la condanna nei confronti di un sessantenne per furto aggravato.

I giudici di legittimità hanno osservato infatti che costituisce furto consumato e non tentato quello che si commette all’atto del superamento della barriera delle casse di un supermercato con la merce prelevata dai banchi e sottratta al pagamento, a nulla rilevando che il fatto sia avvenuto sotto il costante controllo del personale incaricato della sorveglianza.

Il momento consumativo del reato, continuano i giudici, è ravvisabile nell’atto dell’impossessamento della merce, che si realizza non solo quando il ladro supera le linea delle casse senza pagare, ma anche prima, quando la merce viene nascosta in tasca o nella borsa, in modo da predisporre le condizioni per passare dalla cassa inosservati.

La condotta descrittiva del furto comporta, invece, oltre allo ‘spostamento’ materiale della cosa, anche il suo impossessamento, non importa se per lungo tempo o per pochi secondi. Il superamento delle linee di cassa, poi, rende manifesta la volontà dell’agente di non pagare le cose che ha prelevato dagli scaffali.

All’episodio, infine, la Corte ha ritenuto di non dover applicare l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, in quanto nella valutazione dell’entità del danno deve sempre considerarsi l’importo globale, non solo rapportato al costo della merce sottratta, ma anche alle ulteriori spese necessarie per ripristinare, nel caso, la merce con i dispositivi antitaccheggio rovinati dall’azione del ladro.

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