Eredità, beni culturali e abuso del processo: un monito dal Tribunale di Milano

Una vicenda ereditaria incentrata sull’inclusione, in un atto di divisione tra fratelli, di un sarcofago di presunta proprietà dello Stato

Il Tribunale di Milano si è pronunciato su una multiforme vicenda ereditaria incentrata sull’inclusione, in un atto di divisione tra fratelli, di un sarcofago di presunta proprietà dello Stato. Si è chiarito il confine tra nullità e transazione, richiamando al corretto esercizio del diritto di azione. Il Manuale Pratico per la Successione Ereditaria e le Donazioni, edito da Maggioli Editore, offre una panoramica completa e aggiornata degli aspetti giuridici e fiscali che regolano le successioni e le donazioni, ed è disponibile sullo Shop Maggioli e su Amazon.

Indice

1. Il bene tra proprietà privata e patrimonio dello Stato


Con la sentenza n. 4178/2025, la Sezione IV Civile del Tribunale di Milano ha definito una controversia familiare in ambito di divisione dell’eredità paterna, resa peculiare dalla presenza, tra i beni oggetto di accordo, di un sarcofago attribuito a Ottavia Paolina. Il bene, inizialmente ritenuto di proprietà privata, sarebbe risultato essere, al contrario, secondo la tesi sostenuta dall’attore, parte del patrimonio indisponibile dello Stato, in quanto bene archeologico.

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Come gestire l’eredità giacente

Il presente volume vuole offrire una pratica guida all’operatore che intenda affacciarsi al non sempre agevole incarico di curatore dell’eredità giacente. Attraverso il confronto delle linee guida e la ricognizione delle prassi in uso in numerosi uffici giudiziari, il lettore viene guidato lungo tutto l’iter del procedimento di giacenza ereditaria, dai suoi presupposti alla sua conclusione, fino alle problematiche e questioni più frequenti che si manifestano nelle fasi successive alla chiusura. L’utilità di una raccolta organica risponde all’esigenza di proporre le migliori prassi forensi e mappare le procedure che spesso differiscono in modo significativo all’interno dei singoli distretti giudiziari. Completano il volume un Formulario, disponibile anche online in formato editabile, e una sezione dedicata alle risposte ai quesiti più frequenti. Maria SchettinoAvvocato, curatore di eredità giacente presso il Tribunale di Milano. Consulente esterno sul territorio nazionale e patrocinante nei contenziosi giudiziali in ambito successorio e di curatele di eredità giacente.Rosa Anna FumarolaCuratore di eredità giacente presso il Tribunale di Milano. Consulente esterno sul territorio nazionale e patrocinante nei contenziosi tributari in materia di imposte di successione.

 

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2. Il sarcofago conteso dagli eredi


La controversia è originata da una scrittura privata del gennaio 2023, in cui i tre coeredi dividevano tra loro i beni ereditari. Al ricorrente era stato assegnato anche il sarcofago, con un valore convenzionale di 124.050 euro. Solo in seguito il medesimo avrebbe appreso che il reperto era di proprietà pubblica, invocando in tal modo la nullità dell’assegnazione e chiedendo un conguaglio di 82.700 euro dai due fratelli. La posizione dei convenuti è risultata netta, poiché il ricorrente era a conoscenza della dubbia titolarità del bene sin dalle trattative e aveva assunto consapevolmente il rischio, volendo perseguire, a suo dire, il riconoscimento del diritto da parte dello Stato. Inoltre, la scrittura privata aveva natura transattiva e non dava diritto ad azioni restitutorie.

3. La mutatio libelli


Il Tribunale meneghino ha dichiarato inammissibile la domanda di nullità parziale dell’accordo divisionale proposta dal ricorrente, ravvisando una mutatio libelli formulata tardivamente nella memoria di replica conclusiva. Nel nuovo rito semplificato, ha osservato il Giudice, l’eventuale modifica dell’azione può essere ammessa solamente sino alla fase di trattazione, non nel momento in cui la causa è già matura per la decisione. In questo modo, ogni valutazione circa la nullità ai sensi del Codice dei beni culturali (art. 55 e 164 d.lgs. 42/2004) e la presunta indisponibilità del sarcofago si è arrestata alla soglia dell’ammissibilità processuale: il Giudice ha evidenziato che simili nullità sono relative e azionabili solo dallo Stato, soggetto peraltro non presente nel giudizio.

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4. L’abuso del processo


L’aspetto maggiormente significativo del pronunciamento è stata, indubbiamente, la condanna del ricorrente per responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., per condotte ritenute abusivamente scorrette, ovvero presentazione tardiva e incoerente delle domande, produzione in giudizio di una e-mail riservata tra legali (in violazione dell’art. 48 CDF), e pretesa di un diritto privo di fondamento giuridico. Il Tribunale ha quindi disposto: la condanna a corrispondere 11.000 euro a favore di ogni convenuto; il versamento di 4.000 euro alla Cassa delle Ammende (art. 96 co. 4 c.p.c.); la trasmissione degli atti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati per valutazioni disciplinari sull’operato del difensore.

5. La lealtà processuale sullo sfondo


Al di là della vicenda concreta, la pronuncia si distingue per il rigore con cui riafferma taluni principi-cardine della giustizia civile, quali la certezza del thema decidendum, i limiti all’esercizio tardivo dello ius variandi, la rilevanza della responsabilità professionale e del rispetto delle regole deontologiche. Infine, viene richiamato l’interesse collettivo alla ragionevole durata del processo e alla protezione di risorse giudiziarie.

Avv. Biarella Laura

Laureata cum laude presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, è Avvocato e Giornalista.
È autrice di numerose monografie giuridiche e di un contemporary romance, e collabora, anche come editorialista, con redazioni e su banche dati giu…Continua a leggere

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