Divorzio e la sua evoluzione

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Il divorzio (dal latino divortium, da di-vertere, “separarsi”), o scioglimento del matrimonio, è un istituto giuridico che decreta la fine di un matrimonio.
Non si deve confuso con l’annullamento del matrimonio, perché prevede la fine di un matrimonio legalmente valido e non il suo disconoscimento.

Le leggi sul divorzio variano considerevolmente nelle vaie nazioni del mondo.
Nella maggior parte dei paesi la validità del divorzio richiede la sentenza di un tribunale o di un’altra autorità in un processo legale.

La procedura legale per il divorzio può anche comportare questioni relative agli alimenti e la custodia e il mantenimento dei figli.
Nei paesi nei quali la monogamia è legge, il divorzio consente un altro matrimonio.

Alcuni paesi hanno legalizzato il divorzio in anni relativamente recenti.
Ne costituiscono esempi Spagna, Italia, Portogallo, Repubblica d’Irlanda e Malta.
Oggi due paesi al mondo, le Filippine e Città del Vaticano, non possiedono nei loro ordinamenti una procedura civile per il divorzio.

In molte giurisdizioni occidentali, il divorzio non richiede che una delle parti debba fare valere le responsabilità dell’altra per arrivare alla dissoluzione dell’unione.
Prima dell’introduzione di questa modalità di scioglimento, una delle parti doveva dimostrare una responsabilità causale del partner, di solito l’abbandono, la crudeltà o l’adulterio.
L’esigenza di dimostrare la responsabilità o la colpa è stata poi rivista e ritirata dai termini delle leggi sul divorzio.

Intervista all’avvocato Francesco Murtas del Foro di Cagliari

“Avv. Murtas ci può dire qualcosa sull’evoluzione del divorzio, dalla legge di istituzione dell’1 dicembre 1970 n. 898, alle modifiche con le leggi 1 agosto 1978 n. 436 e 6 marzo 1987 n. 74, e lo scenario attuale”

“Sono state di sicuro innovazioni importanti, almeno in relazione alle possibilità di scioglimento del matrimonio rispondono alle urgenze sempre più frequenti.
Negli ultimi sei anni i ricorsi per scioglimento del matrimonio sono aumentati del 30 – 40%.
Cambia la situazioni rispetto al passato, oggi c’è più consapevolezza che la rottura di una relazione sentimentale non deve essere trascinata a lungo, perché oltre ai rapporti con i coniugi rappresenta soprattutto un danno per i figli.

La normativa in questo senso è di aiuto alla presa di consapevolezza da parte di coniugi e all’importanza che la cessazione del rapporto si debba concretizzare in un contesto giuridico e consentire alle parti di iniziare un’altra vita.
Questo è molto importante perché nel contesto familiare consente di mantenere un equilibrio di rapporti pacifici anche tra i coniugi.
Quando la relazione finisce, a differenza del passato, non viene trascinata, ed è meglio chiudere subito”.

“In relazione ai minori qual è la situazione?”

“Anche da questo punto di vista la possibilità che la norma ha offerto di arrivare subito allo scioglimento del matrimonio, evita che i rapporti si alterino, che succede quando lo scontro si prolunga.
Molto spesso allo stato attuale c’è la richiesta di un affidamento congiunto.
Sono sempre più reali le ipotesi di sconti sull’affidamento di minori.
A volte succede che si chieda l’affidamento esclusivo o la revoca della patria potestà da parte di un coniuge, però sono ipotesi sempre più rare.

Ci si trova di fronte sempre più a ipotesi di cessazione del rapporto matrimoniale in modo consensuale e questo agevola anche i minori che accettano meglio la situazione vedendo che anche se i genitori si lasciano restano in buoni rapporti.”

“Qual è la tempistica? Oggi si parla spesso di divorzio breve”

“Il divorzio breve consente alle parti di ricorrere allo scioglimento del matrimonio, soprattutto quando non ci sono minori, anche attraverso il ricorso Comune, accelerando i tempi.
Ci sono ipotesi dove, al di là dell’importanza di un rapporto sentimentale, non ci sono grandi discussioni in relazione all’affidamento dei minori, perché questa ipotesi si ha quando non ci sono minori , oppure non ci sono virtuali scontri sul patrimonio delle parti.

È evidente che in quel caso si tratta di un atto puramente formale, e di sicuro la possibilità di consentire il ricorso a questo strumento anche attraverso l’aiuto degli uffici anagrafe del Comune, è un’opportunità che ha consentito di agevolare anche il lavoro dei Tribunali, molto spesso appesantito da ipotesi puramente formali, che non hanno necessità di un ricorso a un giudice per concretizzare la rottura di un rapporto, e questo è lo scopo della Legge”.

“In relazione alla sua esperienza, in questo periodo si registra un incremento o un decremento dei divorzi?”

“C’è un incremento notevole.
Di sicuro l’evoluzione normativa, che ha ridotto i tempi dello scioglimento del matrimonio, fa percepire ai coniugi l’obiettivo della cessazione del rapporto più vicino.
Molto spesso in passato c’era quasi la paura dei tempi biblici, la causa di separazione e le conseguenze.
Da questo punto di vista l’evoluzione normativa ha dettato dei paletti sicuri, sia sui tempi, sia sull’affidamento.
Si cominciano a concretizzare sempre più delle linee di indirizzo univoche in merito alla corresponsione degli assegni di mantenimento alimentari, rendendo più sicuro quello al quale si va incontro nell’intraprendere una causa di separazione, e questo agevola la consapevolezza e la fiducia negli strumenti che la norma offre e ha determinato un incremento al ricorso degli stessi.”

“Il divorzio e le unioni civili, secondo lei in futuro ci sarà un’evoluzione?”

“Il matrimonio è un istituto tradizionale che ha accompagnato l’evoluzione dell’umanità, ma non era strumento idoneo a rappresentare i rapporti sentimentali che si sono affermati nella società.
Oggi la situazione è cambiata in relazione alle unioni civili, che di fatto, al di là della denominazione formale concretizzano molto spesso dei rapporti stabili e duraturi che sono in aumento e si stanno affermando.
L’evoluzione normativa comincia a dare margini di riconoscimento.
In passato era affidata esclusivamente alle evoluzioni giurisprudenziali, adesso si comincia a concretizzare in qualche norma.

Credo che in futuro anche questo genere di regolamentazione acquisterà maggiore stabilità perché oggi le unioni civili hanno sempre maggiore frequenza ed è giusto che ottengano una regolamentazione.
Il diritto si deve adeguare all’evolversi dei rapporti sociali.
Oggi le unioni civili sono una delle forme di rapporto sociale che non va a sostituire il matrimonio ma lo affianca.”

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