Compensi avvocato: quando il valore di una causa non è determinabile?

Redazione 31/05/16
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Nel determinare il compenso del legale il valore indeterminabile si applica unicamente qualora la controversia non sia suscettibile di valutazione economica o sia particolarmente complesso individuare il quantum.

Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, sez. II Civile, con la sentenza n. 11056 depositata il 27 maggio 2016

Il caso. 

Il giudice di merito aveva ritenuto applicabile, nel determinare il compenso dovuto a un legale, lo scaglione del valore indeterminabile a fronte della redazione di un contratto il quale prevedeva la redazione di altri accordi futuri tra le parti.

La decisione. 

Gli Ermellini hanno precisato che possono essere definite di valore “indeterminabile” soltanto le cause o le pratiche aventi ad oggetto beni insuscettibili di valutazione economica, in quanto tale indeterminabilità del valore va intesa in senso obiettivo, quale conseguenza, cioè, di un’intrinseca inidoneità della pretesa ad essere tradotta in termini pecuniari al momento di proposizione della domanda o di espletamento della prestazione professionale.

Quale è il valore del giudizio se il contratto redatto ne prevede altri futuri? 

La Suprema Corte ha affermato che il valore della causa, in virtù degli arti. 10 e ss. c.p.c., si identifica in base a quanto in concreto richiesto nella domanda dall’attore, ed avendosi come riferimento temporale il momento di proposizione della domanda stessa (cfr. Cass. Sez. 2, Sentenza n. 5573 del 08/03/2010; Cass. Sez. 1, Sentenza n. 20118 del 18/09/2006).

Non possono perciò spiegare influenza, ai fini della determinazione del valore della domanda, le successive modificazioni o gli ampliamenti che siano provocati da uno sviluppo della stessa, ad esempio in conseguenza di una situazione di fatto non ancora completamente esauritasi nelle sue conseguenze economiche.

Redazione

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