Cassazione: per la confisca deve esserci una sproporzione fra reddito e valore economico dei beni

Redazione 09/01/12
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A sottolinearlo è la sentenza n. 63 del 4 gennaio 2012 con cui i giudici di legittimità hanno accolto il ricorso dell’indagato che, sospettato di collusione con “Cosa Nostra”, aveva subito il sequestro finalizzato alla confisca di cui all’art. 12sexies del D.L. n. 306/1992 di una serie di beni.

Ad avviso della Cassazione, premesso che per il sequestro di cui si discute deve essere provata l’esistenza di una sproporzione tra il reddito dichiarato dal condannato o i proventi della sua attività economica e il valore economico dei beni da confiscare, senza che risulti una giustificazione credibile circa la provenienza di essi, in sede di merito non era stata effettuata una valutazione corretta circa i termini di raffronto dello squilibrio.

Infatti oggetto della stima devono essere il reddito dichiarato al momento dei singoli acquisti e il valore dei beni di volta in volta acquisiti.

È necessaria, perciò, l’esatta individuazione dei beni da sottoporre a sequestro, e l’attribuzione agli stessi di un preciso valore, e il raffronto tra tali valori e le capacità economiche del soggetto destinatario della misura cautelare.

Poiché invece il Tribunale aveva ritenuto sussistente la sproporzione valutando i beni nel loro complesso, non tenendo conto del tempo in cui erano avvenute le singole acquisizioni e il preciso valore degli stessi singolarmente, è stato disposto dalla Corte di legittimità l’annullamento della misura impugnata e il rinvio al giudice di merito per un nuovo esame della questione.

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