Cassazione: norma poco chiara? È d’obbligo informarsi sul suo significato

Redazione 05/10/11
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Con la sentenza n. 35694 del 3 ottobre 2011 la Cassazione ha precisato la portata dell’efficacia scusante della norma penale poco chiara.

Come è noto, l’ignoranza del diritto non scusa, a meno che dipenda da errore incolpevole.

Questo è il principio cardine del nostro sistema della responsabilità penale, ribadito in via indiretta dalla Cassazione nella decisione in parola.

Il caso posto all’attenzione della Corte riguardava la condanna di un imprenditore al pagamento di una ammenda per aver occupato due specchi d’acqua demaniali senza la concessione. La difesa asseriva che la norma penale regolante la materia era di difficile interpretazione, e che l’uomo in buona fede aveva ritenuto che la concessione fosse stata automaticamente rinnovata per sei anni.

La Cassazione però ha sostenuto che l’imprenditore avesse l’obbligo di informarsi sul contenuto della normativa regolante la materia, obbligo rafforzato, tra l’altro, laddove l’interessato svolga una particolare attività professionale.

I giudici di legittimità hanno quindi ritenuto che, per poter invocare la confusione normativa, l’uomo avrebbe dovuto dimostrare di essersi attivato per ottenere un quadro interpretativo più certo, prova che invece non era stata fornita.

Tra l’altro l’imprenditore non aveva neanche pagato il canone relativo alla concessione, così dimostrando che non riteneva di aver beneficiato di un rinnovo della stessa. Pertanto i giudici di legittimità hanno confermato la condanna.

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