Caso Eternit: nessun risarcimento ai parenti delle vittime

Redazione 21/11/14
Scarica PDF Stampa

Lucia Nacciarone

 

Mercoledì 19 novembre la Cassazione si è pronunciata sul caso Eternit, accogliendo la richiesta del procuratore generale di annullare le condanne precedentemente inflitte per disastro colposo ed omissione delle cautele antiinfortunistiche.

Nelle fabbriche dei comuni dove era presente la multinazionale, il cui nome indica commercialmente il fibrocemento, una mistura di cemento ed amianto a presa lenta ed elevata resistenza, parecchio utilizzata a partire dagli anni ’60, che provoca, per chi vi è a stretto contatto, asbetosi e mesotelioma pleurico, moltissimi si erano ammalati, altrettanti erano morti.

Pertanto il presidente del Consiglio di amministrazione Stephan Schmidheiny, magnate svizzero, e il direttore dell’azienda negli anni ’60 erano stati condannati in primo grado a 16 anni di reclusione, in secondo grado dalla Corte d’appello di Torino a 18 anni.

Adesso la Cassazione ha detto che i reati contestati sono prescritti, demolendo il processo in radice. La lettura del dispositivo in aula magna ha suscitato lo sdegno delle vittime presenti e dei parenti di coloro che erano deceduti.

La prima sezione penale della Cassazione ha anche condannato al pagamento delle spese legali, la cui cifra per ora non è nota, l’Inps e l’Inail che avevano fatto ricorso per non essere state ammesse come parte civile dalla Corte di appello di Torino nel processo Eternit, ed altresì un parente di una delle vittime dell’amianto che era stato escluso dal diritto degli indennizzi.

Ma, sottolinea il p.m., la Corte non dice che l’amianto è inoffensivo, né si è pronunciata per l’assoluzione. Il reato evidentemente è stato commesso, ed è stato commesso con dolo. Ci sarebbe spazio, conclude il pm, per portare avanti il reato di omicidio, procedimento, questo, aperto qualche mese fa.

Da più parti politiche si sollecita invece la richiesta di una riforma della materia della prescrizione onde evitare di lasciare impuniti molti reati.

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento