Con l’ordinanza n. 1332/2025 (R.G. n. 14937/2022), pubblicata il 14 maggio 2025, la Corte di Cassazione – Seconda Sezione Civile – torna sul tema della validità degli accertamenti automatizzati per eccesso di velocità, ribadendo un principio ormai consolidato: l’omologazione dell’autovelox è condizione necessaria per la legittimità delle sanzioni. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume Autovelox e controlli stradali dopo il nuovo codice della strada.
Indice
- 1. Il caso: tredici verbali di accertamento tramite autovelox impugnati e un ricorso in Cassazione
- 2. L’intervento della Corte di Cassazione: omologazione come requisito inderogabile
- 3. Le circolari ministeriali non bastano: il primato della legge
- 4. Implicazioni operative per giuristi e operatori del diritto
- 5. Decisione nel merito e spese compensate
- 6. Conclusioni
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1. Il caso: tredici verbali di accertamento tramite autovelox impugnati e un ricorso in Cassazione
Il procedimento ha avuto origine da tredici verbali di accertamento emessi dalla polizia municipale di un Comune, notificati tra il 26 maggio e il 6 giugno 2020, per violazione dell’art. 142, commi 7 e 8, del Codice della Strada. Le infrazioni, accertate mediante dispositivo “autovelox”, comportavano sanzioni per un totale di circa 1.594 euro, oltre alla decurtazione di punti patente.
Il destinatario dei verbali proponeva opposizione avanti il Giudice di Pace di Modena, sostenendo che l’apparecchiatura utilizzata non fosse omologata, bensì soltanto approvata e regolarmente tarata. Il Giudice di Pace prima, e il Tribunale di Modena in sede d’appello poi, respingevano le doglianze, ritenendo sufficiente la sola approvazione del dispositivo e valorizzando la regolare taratura eseguita presso un centro accreditato pochi mesi prima degli accertamenti. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume Autovelox e controlli stradali dopo il nuovo codice della strada.
Autovelox e controlli stradali dopo il nuovo codice della strada
Soluzioni di Diritto è una collana che offre soluzioni operative per la pratica professionale o letture chiare di problematiche di attualità. Uno strumento di lavoro e di approfondimento spendibile quotidianamente. L’esposizione è lontana dalla banale ricostruzione manualistica degli istituti ovvero dalla sterile enunciazione di massime giurisprudenziali. Si giunge a dare esaustive soluzioni ai quesiti che gli operatori del diritto incon- trano nella pratica attraverso l’analisi delle norme, itinerari dottrinali e giurisprudenziali e consigli operativi sul piano processuale. Omologazione o approvazione degli autovelox: quando è valido l’accertamento? Quali sono i requisiti di validità della contestazione delle violazioni mediante i dispositivi tecnologici? Come funziona il nuovo Tutor 3.0 per il controllo della velocità? Quando è possibile contestare una multa per autovelox? La presente guida risponde ai quesiti più frequenti sulle rilevanti novità intervenute sulla disciplina degli autovelox e dei controlli stradali alla luce del nuovo decreto autovelox e del nuovo codice della strada (legge 25 novembre 2024, n. 177).Arricchito da esempi pratici e casi giurisprudenziali, il volume offre un pratico strumento per aggiornarsi alle ultime novità normative e giurisprudenziali con un testo di facile consultazione.Antonio Gerardo DianaGiurista, esperto di diritto civile, processuale civile ed amministrativo, è autore di numerose pubblicazioni giuridiche monografiche e collettanee.
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2. L’intervento della Corte di Cassazione: omologazione come requisito inderogabile
Investita della questione, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione ha ribaltato l’esito dei giudizi di merito. Con l’ordinanza in esame, ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendo fondato il vizio di violazione e falsa applicazione dell’art. 45 C.d.S. e dell’art. 345 del Regolamento di esecuzione. Secondo la Corte, la distinzione tra approvazione e omologazione non è meramente formale: la seconda costituisce un requisito autonomo, richiesto esplicitamente dalla legge.
La Corte ha ritenuto irrilevante il fatto che il dispositivo fosse stato tarato e approvato: senza l’omologazione, l’apparecchio non può essere utilizzato per accertamenti sanzionatori automatizzati. A sostegno della propria decisione, la Cassazione richiama espressamente il precedente orientamento espresso nelle ordinanze n. 10505/2024 e n. 20913/2024, rafforzando così una linea interpretativa chiara e coerente.
3. Le circolari ministeriali non bastano: il primato della legge
Interessante è anche la posizione della Corte rispetto a una circolare del Ministero dell’Interno del 23 gennaio 2025, nella quale si tentava una equiparazione funzionale tra approvazione e omologazione. La Suprema Corte ha respinto tale argomento, ribadendo un principio fondamentale dell’ordinamento: le circolari amministrative non hanno valore normativo, e non possono modificare né disapplicare norme di rango primario.
Secondo la Corte, l’omologazione ha una funzione pubblicistica di garanzia: certifica che l’intero processo di rilevazione della velocità sia conforme alle esigenze di precisione, legalità e tutela dei diritti dei cittadini. Affidarsi solo all’approvazione – generalmente rilasciata in fase di prima immissione sul mercato – non è sufficiente a soddisfare questi criteri.
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4. Implicazioni operative per giuristi e operatori del diritto
Questa ordinanza ha un notevole impatto pratico per avvocati, giudici e funzionari pubblici.
- Per i legali: rappresenta un importante strumento difensivo in tutte le controversie relative a sanzioni da autovelox. In sede di opposizione ex L. 689/1981, è ora possibile contestare la legittimità della rilevazione semplicemente dimostrando l’assenza di omologazione del dispositivo. La documentazione tecnica fornita dal Comune diventa quindi oggetto centrale dell’onere probatorio.
- Per i giudici di pace: si stabilisce un vincolo interpretativo rilevante. Una volta accertata la mancata omologazione, non si può fondare la legittimità della sanzione su approvazione o taratura, nemmeno in presenza di circolari ministeriali.
- Per le pubbliche amministrazioni: è necessario un controllo preventivo accurato sulla regolarità delle apparecchiature utilizzate per l’accertamento delle infrazioni. In caso contrario, si espongono a contenziosi seriali e alla responsabilità per il recupero coattivo di sanzioni dichiarate illegittime.
- Per i cittadini: la sentenza rafforza il principio di legalità nell’azione amministrativa, evitando abusi legati all’utilizzo indiscriminato di dispositivi automatici e garantendo un controllo più rigoroso sulle modalità di accertamento.
5. Decisione nel merito e spese compensate
La Cassazione, rilevando che non erano necessari ulteriori accertamenti in fatto, ha deciso nel merito ai sensi dell’art. 384, comma 2, c.p.c., accogliendo l’opposizione e annullando integralmente i verbali impugnati.
Quanto alle spese processuali, la Corte ne ha disposto la compensazione integrale tra le parti, motivando con l’esistenza – fino a quel momento – di un contrasto giurisprudenziale rilevante sulla questione, solo recentemente risolto con chiarezza dalle pronunce sopra citate.
6. Conclusioni
Con l’ordinanza n. 1332/2025, la Cassazione ha ribadito un principio ormai solido: senza omologazione ministeriale, le sanzioni da autovelox sono illegittime, anche se il dispositivo è stato approvato e tarato. Si tratta di una pronuncia che rafforza le garanzie per i cittadini e impone rigore formale all’azione sanzionatoria delle amministrazioni pubbliche. Per gli operatori del diritto, rappresenta una guida chiara e affidabile da seguire nelle prossime controversie in materia di Codice della Strada.
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