Dopo oltre due decenni di immobilismo, si profila all’orizzonte una riforma epocale per i consulenti tecnici d’ufficio (CTU): secondo quanto anticipato da IlSole24Ore e ItaliaOggi, è ormai imminente l’approvazione di un provvedimento ministeriale che prevede l’aumento del 61% delle tariffe spettanti ai CTU. Una misura attesa da anni da migliaia di professionisti incaricati dall’autorità giudiziaria di supportare i giudici in ambiti altamente specialistici.
Indice
1. Un aggiornamento dovuto: la normativa disattesa dal 2002
Le attuali tariffe sono ferme al 2002, nonostante il D.P.R. 115/2002 preveda un aggiornamento triennale delle stesse in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Una disapplicazione normativa che ha causato un progressivo impoverimento della funzione pubblica del consulente tecnico, con onorari spesso inferiori persino a quelli dei consulenti di parte, e ben lontani dal riflettere la complessità e la responsabilità degli incarichi affidati.
Un esempio emblematico è quello delle vacazioni, ovvero le unità temporali (generalmente di due ore) utilizzate per calcolare i compensi. Attualmente, la prima vacazione è retribuita con circa 14,68 euro, mentre quelle successive valgono solo 8,15 euro. Il risultato? Un compenso medio orario di circa 4 euro, spesso insufficiente persino a coprire i costi base di esercizio.
2. La svolta: nuova proposta di revisione delle tariffe
Il Ministero della Giustizia ha istituito a dicembre 2023 una commissione tecnica incaricata di elaborare i nuovi criteri di calcolo. I lavori sarebbero ormai alle battute finali e si prevede l’introduzione di:
- una rivalutazione complessiva del 61%;
- criteri distinti per materie e tipologie di incarico;
- distinzione tra prestazioni diurne e notturne;
- riqualificazione delle vacazioni, riducendo o eliminando la penalizzazione delle vacazioni successive alla prima.
3. La Corte Costituzionale interviene: “Compensi irragionevoli”
A spingere verso l’adeguamento è intervenuta anche la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 16/2025, che ha dichiarato l’illegittimità del sistema di calcolo dei compensi basato sulla progressiva riduzione dell’onorario per le vacazioni successive. La Corte ha definito il meccanismo come “manifestamente irragionevole”, evidenziando l’assoluta sproporzione tra l’entità del compenso e il valore della prestazione richiesta all’ausiliario del giudice.
Secondo i giudici costituzionali, la normativa vigente non solo non rispetta i principi di equità e proporzionalità, ma si colloca in un contesto di omessa applicazione sistematica dell’adeguamento triennale previsto dalla legge, penalizzando i professionisti chiamati a svolgere un ruolo delicato e fondamentale nella macchina della giustizia.
4. Le richieste degli Ordini professionali
A denunciare la situazione erano stati già da tempo i rappresentanti delle principali categorie interessate. In un comunicato congiunto del novembre 2024, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) avevano lanciato un appello al Ministero affinché venissero approvate nuove tabelle tariffarie aggiornate, articolate e rispettose del principio dell’equo compenso.
In particolare, i due Consigli avevano sottolineato:
- l’inadeguatezza delle attuali vacazioni rispetto alla dignità professionale;
- la necessità di riconoscere le nuove specializzazioni, come l’informatica forense, la cybersicurezza o le perizie ambientali;
- l’urgenza di un aggiornamento ISTAT sistematico;
- la necessità di considerare anche i costi sostenuti dai CTU (formazione continua, attrezzature, responsabilità assicurativa, software tecnici, ecc.).
5. Verso una nuova stagione per i CTU
La riforma rappresenta un passo importante verso il riconoscimento del ruolo pubblico e imparziale del consulente tecnico, spesso relegato in una posizione di minoranza economica rispetto ad altre figure professionali coinvolte nei procedimenti giudiziari. L’approvazione del nuovo schema di compensi potrà restituire dignità e attrattività alla funzione del CTU, rilanciando al contempo la qualità delle consulenze tecniche nei procedimenti civili, penali e amministrativi.
L’auspicio è che la nuova disciplina entri in vigore nel più breve tempo possibile, accompagnata da un meccanismo di aggiornamento periodico e automatico, così da evitare nuovi lunghi ritardi e tutelare finalmente in modo concreto il lavoro e la professionalità dei consulenti tecnici d’ufficio.
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