Resta agli arresti domiciliari l’amministratore locale colpevole di aver truccato gli appalti nelle Asl

Redazione 19/03/12
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Con la sentenza n. 10094 del 15 marzo 2012 la Cassazione ha confermato la misura cautelare a carico di un assessore regionale che aveva organizzato un sistema per pilotare la gare pubbliche per ottenere gli appalti nelle strutture sanitarie: il comportamento dell’amministratore consisteva nel favorire la nomina di dirigenti ospedalieri amici che in seguito ricambiavano favori, scegliendo, per fare eseguire i lavori, ditte da lui proposte.

La Cassazione ha inquadrato la fattispecie nel reato di associazione per delinquere, assecondando il proprio precedente orientamento, per il quale il reato de qua che si perfeziona anche quando dell’associazione inizialmente fanno parte solo due persone, potendo giovarsi anche di un’adesione in progress successiva alla rete criminale, da parte di soggetti che decidono di apportarvi il proprio contributo in un secondo momento.

Ed in effetti proprio così era avvenuto: la rete creata dall’amministratore locale si avvantaggiava di fedelissimi che, opportunamente collocati all’interno delle strutture ospedaliere, al momento dell’appalto facevano lavorare le imprese amiche e non altre.

Il progetto criminale, condiviso da tutti, andava poi a beneficio dei partecipanti all’accordo, accordo che, per la sua struttura, per così dire, «aperta» anche alle adesioni successive di persone fidate, vedeva coinvolti sempre più soggetti.

Impossibile quindi negare l’elemento dell’affectio societatis tipico del reato di associazione per delinquere: una volta provato l’accordo criminoso scattano le misure cautelari previste dalla legge.

Redazione

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