Tar Lombardia: per un “Mi piace” di troppo su Facebook si rischia la sospensione dal servizio

Redazione 29/06/16
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Mettere “Mi piace” ad una notizia pubblicata su Facebook può comportare un danno all’immagine dell’amministrazione

Un agente di polizia giudiziaria è stato sospeso dal servizio  per aver messo “Mi Piace” alla notizia del suicidio di un detenuto all’interno della struttura carceraria in cui lavorava. Questo quanto stabilito dal Tar Lombardia nell’ordinanza 19 maggio 2016 n. 246, poiché una tale azione «può comportare un danno all’immagine dell’amministrazione». Il Tribunale Amministrativo ha inoltre respinto l’istanza cautelare dell’agente.

Infatti, il poliziotto giudiziario chiedeva che fosse annullato il decreto adottato dal Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria con il quale, ai sensi dell’articolo 5 del D. Lgs. 449/1992, gli era stata irrogata la sanzione della sospensione dal servizio per la durata di un mese.

L’agente sarà allontanato dal servizio per un periodo da 1 a 6 mesi, comportando «la privazione della retribuzione mensile, salva la concessione di un assegno alimentare di importo pari alla metà dello stipendio», così come «la deduzione dal computo dell’anzianità di un periodo pari a quello trascorso dal punito in sospensione dal servizio, nonché il ritardo di due anni nella promozione o nell’aumento periodico dello stipendio o nella attribuzione di una classe superiore di stipendio».

Quando scatta la sanzione?

Secondo quanto previsto dalla norma in considerazione, l’articolo 5 del decreto legislativo n. 449 del 1992, “Determinazione delle sanzioni disciplinari per il personale del Corpo di polizia penitenziaria e per la regolamentazione dei relativi procedimenti, a norma dell’art. 21, comma 1, della legge 15 dicembre 1990, n. 395”, alla lettera “g)”, la sospensione è prevista nei casi di «denigrazione dell’Amministrazione o dei superiori».

Il ricorso dell’agente non è stato ritenuto fondato dal Tribunale Amministrativo della Regione Lombardia perché «l’aggiunta del commento “Mi piace” ad una notizia pubblicata sul sito Facebook che può comportare un danno all’immagine dell’amministrazione, assume rilevanza disciplinare».

Il TAR non si è dimostrato particolarmente “indulgente” nei confronti del fatto che il post su Facebook si sviluppasse in varie parti e trattasse più tematiche collegate al fatto in questione. Tant’è che l’ordinanza prosegue sostenendo che «sebbene la notizia avesse un contenuto complesso, in quanto oltre all’informazione sul suicidio dava anche quella del pronto intervento della Polizia penitenziaria, la mancanza di un tempestivo recesso dal giudizio espresso, dopo che esso era stato seguito da altri giudizi inequivocabilmente riprovevoli, esclude che la condotta possa considerarsi irrilevante».

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