Ruoli, metodi e funzioni pedagogiche della criminologia in Svizzera

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1. La crisi della Criminologia contemporanea in Europa

Nella versione italiofona del Dizionario Storico della Svizzera, ROMER ( 2004 ) definisce la Criminologia come << la scienza sperimentale della cause e delle forme della criminalità, delle persone che arrivano alla violazione del Diritto, della criminalizzazione e del controllo sociale. La criminologia fornisce, in quanto fenomenologia criminale, una tipologia di reati e, in quanto eziologia criminale, una tipologia degli autori >>. E’ assai apprezzabile la differenziazione definitoria tra aspetto fenomenologico e ricerca eziologica. Tale duplice ruolo consente al criminologo svizzero contemporaneo di ricercare l’ intera struttura della devianza. Pertanto, il giurista, lo psicopatologo-forense ed il sociologo possono ( rectius : debbono ) porre in essere indispensabili e preziose sinergie collaborative per fini non soltanto repressori e general-preventivi, ma anche per fondare nuovi approcci pedagogici attraverso i quali impedire o, quantomeno, arginare future condotte antisociali nonché antinormative. PINATEL ( 1987 ) preferisce medicalizzare la Criminologia, definita << Criminologia clinica … cioè l’ applicazione della Criminologia scientifica alla pratica penale. Essa ha come obiettivo quello di formulare un parere sul delinquente, parere che comporta una diagnosi di pericolosità, una prognosi sociale ed eventualmente un trattamento destinato a prepararne il reinserimento sociale >>. Chi redige non concorda con tale ipostatizzazione della Medicina Legale. Ormai, anche a livello accademico, la Criminologia costituisce una Scienza autonoma. Anche MERZAGORA BETSOS ( 2001 ) nonché PICOZZI & ZAPPALA’ ( 2002 ) tentano di fornire una definizione della tematica in parola, ma pare eccessivo restringere il campo d’ indagine alla sola delittuosità violenta ( omicidio, delittuosità sessuale, tossicodipendenza, incendio doloso, plagio )

Anche in Svizzera e, massimamente, in Canton Ticino, le Opere di Beccaria hanno svolto un ruolo fondamentale nel porre le basi culturali dell’ odierno garantismo processuale elvetico ( Art. 75 comma 1 StGB1, Art. 31 BV2, Art. 3 comma 1 Cpp svizzero3 ). Senz’ altro, non si può sottacere che, nell’ Ottocento, anche la Criminologia della nostra Confederazione ha esasperato il profilo medico-biologico e bio-antropologico. Del resto, le Teorie lombrosiane hanno avuto, anche in Svizzera, il loro momento di gloria indiscussa ed indiscutibile. Tuttavia, dopo il II conflitto bellico mondiale, all’ antipsichiatria basagliana corrispose un’ anticriminologia forense ( RUGGIERO 1999 ; ABRAHAM et al. 1995 ). Anche a livello di Criminologia Penitenziaria, negli ultimi 40 anni circa,la Confederazione è riuscita ad affrancarsi da un post judicatum neo-retribuzionista ed esclusivamente punitivo, come confermano i notevoli benefici extra- / semi- murari contemplati negli Artt. dal 74 al 96 StGB. Senza dubbio, rispetto ad altri Ordinamenti, l’ osservazione personologica del soggetto agente il crimine, almeno in Svizzera, non è distrattamente limitata a frettolose relazioni sintetiche inficiate da pregiudizi e preconcetti. In tal senso, la Criminologia elvetica risulta assai vicina all’ abolizionismo ( moderato ) dei Paesi Scandinavi.

Negli Stati Uniti d’ America prevale,purtroppo, l’ approccio neuro-scientifico. Cosicché, a parere di molti Autori statunitensi, la serotonina, la prolattina ed altre innumerevoli secrezioni del cervello predeterminerebbero una tendenza fisiologica verso la criminalità. Senza dubbio, anche l’internamento a vita in OPG del parafiliaco violento ( Art. 123a BV4 ) costituisce, nel Diritto elvetico, un insulto a tre Secoli di ratio rieducativa del Sistema Penitenziario.

La Riforma italiana di Basaglia, nel 1978, ha inciso in modo radicale sulle Dottrine criminologiche della Svizzera, ma anche dell’ Austria e della Germania. Infatti, gli Operatori contemporanei sorridono di fronte a schemi novecenteschi come quelli della << carenza del SuperIo >>, della << dissociazione mentale patologica >>, della << frustrazione aggressiva >> o del <<narcisismo criminogeno >>. E’ risibile ipotizzare l’ esistenza di un individuo normodotato nel quale le reazioni endocrine non siano mai alterate e le frustrazioni infantili siano impeccabilmente e totalmente risolte. Forse, il DSM–IV è tutt’ oggi eccessivamente deterministico e rigidamente catalogico. Fortunatamente, Sutherland ed i propri allievi hanno sottolineato l’ inutilità della psichiatrizzazione criminologica del reo. Infatti, molto dipende dal modello pedagogico offerto dalle tradizionali Agenzie Educative ( anzitutto i Genitori e la Scuola ). D’ altronde, anche in Svizzera, i fallimenti quotidiani della rieducazione carceraria costituiscono il frutto di altrettanto fallimentari insegnamenti intra-familiari, scolastici e sociali ( si veda l’importanza del concetto di << clima familiare >> nelle Opere dei coniugi Glueck ).

Dopo i feroci attentati del 22 Luglio 2011, in Norvegia, da parte di Anders Behring Breivik, la Criminologia europea, anche in Svizzera, sta attraversando una profonda crisi d’ identità scientifica. Negli USA degli Anni Duemila, si nega, di fatto, la possibilità di rieducare il soggetto delinquente. Tale esasperato retribuzionismo ha recato ad un’ abolizione delle opzioni trattamentali extra- e semi- murarie. Gli unici valori criminologici sono la << zero tolerance >>, la difesa dello Stato di Diritto, l’ eliminazione ( anche fisica ) dei rei. In realtà, il neo-retribuzionismo statunitense fissa la propria attenzione sui crimini meno diffusi ( omicidio, stupro, rapina, stragi ).Viceversa, l’ esasperata Criminologia di tali nuovi giustizieri pare non voler vedere lo scandaloso effetto anti-sociale dello white-collar-crime e dei propri innumerevoli epifenomeni ( truffe, malversazioni, peculati, concussioni, agiotaggio, falso in Atto Pubblico, corruzione attiva / passiva , interferenze nelle Macroeconomie nazionali ). Provvidenzialmente, il Legislatore federale elvetico, nonostante la predetta crisi ideologica, ha compreso che le pene detentive di lunga durata non sortiscono una maggiore deterrenza. Anzi, l’inasprimento delle sanzioni penali genera ulteriore criminalità. Senz’ altro, l’ abolizionismo radicale mortifica le legittime istanze riparatrici delle Parti Lese, << ma un conto è ridurre l’ uso del carcere, un conto è invocarne l’ abolizione >> ( PONTI 1990 ). Senza dubbio, le nuove forme di aggressività collettiva hanno recato ad una ridicolizzazione degli eccessi abolizionistici di Christie. Tuttavia, il testé citato criminologo norvegese propone egli stesso una calibrata differenziazione tra reato e reato. Pertanto, un furto bagatellare non merita il rigore e la severità impiegate a fronte di un omicidio volontario o di un delitto di matrice bellica. L’odierna Criminologia, inebriata dagli slogans della cronaca nera, dimentica la specificità e l’ unicità di contesto, che sono insite in ogni atto di devianza giuridicamente rilevante.

Probabilmente, la Criminologia europea contemporanea ha obliato che ogni consociato, compresi gli infrattori minorenni, si ciba di valori meta-normativi e di serie nozioni culturali. In epoca odierna, la famiglia e la scuola sono ridotte ad intrattenitori sociali poco più o poco meno importanti di associazioni sportive ricreazionali. Non stupisce, pertanto, che, tolto il concetto di prevenzione, la Criminologia sia divenuta un ostacolo noioso e superfluo. Infine, è opportuno reinterpretare e revisionare il concetto anglosassone novecentesco di << resistenza alle frustrazioni >> ( SUTHERLAND 1934 )

 

2. Metodi di Ricerca nella Criminologia della Svizzera germanofona

Nella Dottrina criminologica elvetica degli ultimi 15 / 20 anni, FLICK et al. ( 2010 ) nonché POSTMAN ( 1999 ) hanno superato l’ormai datata contrapposizione tra lo Studio su base quantitativa e quello su base qualitativa. Il Metodo quantitativo esasperava l’ esegesi di tipo deduttivo. Ovverosia, il criminologo analizzava la causa oggettiva di una devianza deducendone gli effetti prodotti in modo quasi algebrico. Viceversa, la Ricerca qualitativa attingeva ed attinge tutt” oggi ad altre Scienze, massimamente alla Psicologia ed alla Sociologia. Quando il Metodo è qualitativo, si parte dagli effetti di una condotta criminosa sino a risalire alle cause. Tale approccio ermeneutico è più elastico di quello quantitativo. P.e., non sono ammesse catalogazioni troppo rigide come quelle lombrosiane. La Criminologia contemporanea afferma che << qualitative und quantitative Methoden schliessen sich nicht zwingend gegenseitig aus, sondern können sich ergänzen >> [ il Metodo qualitativo e quello quantitativo non sono necessariamente opposti l’uno all’ altro, bensì essi possono essere correlati ] ( FLICK et al., ibidem ). Alcuni Autori, nei Cantoni germanofoni, parlano di << Theorie zu Kausalzusammenhängen >> [ Teoria dell’ interdipendenza dei fattori causali ].

Non senza esasperazioni ed eccessi, la Dottrina criminologica germanofona ( in Svizzera, Austria e Germania ) distingueva tra Querscnittsuntersuchung e, all’opposto, Längsschnittuntersuchung. Querschnittsuntersuchung indicava una Criminologia rigidamente deduttiva e, anzi, soltanto descrittiva. Si negava la possibilità di ipotizzare le conseguenze future di una devianza. All’ inverso, il lemma Längsschnittuntersuchung si potrebbe tradurre << Ricerca [ proiettata ] nel lungo periodo >>. Ovvero, il criminologo e lo psichiatra forense avevano (rectius: hanno ) il compito di porre in allerta le Agenzie di Controllo Sociale giacché il crimine si radica nelle dinamiche comportamentali collettive e si reitera in periodi successivi. Chi redige concorda con il Längsschnittuntersuchung. Del resto, non è ottimale ridurre la Scienza Criminologica ad una macchina fotografica socialmente e pedagogicamente superflua. La prospettiva migliore è, dunque, quella di lungo periodo, poiché esiste un Trend, attraverso il quale il reato continua a produrre effetti futuri sulle vittima, sui mezzi repressivi della Polizia Giudiziaria e sui condannati a pene detentive.

Tutto ciò premesso, soltanto elaborando con pazienza accurate statistiche pluridecennali si giunge a capire il vero sviluppo di una costumanza criminale. Probabilmente, nella Criminologia svizzera, non si è ancora compresa la rilevanza decisiva dei censimenti. A Zurigo, dal 2000, si è iniziato un monitoraggio della popolazione, sin dall’ età scolare. Non si tratta di bieche schedature sovietiche, bensì di metodi scientifici attraverso i quali costruire un’ autentica e cogente general-preventività indirizzata alle generazioni future. La maggior parte dei censimenti della popolazione, nei Paesi germanofoni ( GRÄF 2008 ), vengono effettuati sotto forma di intervista scritta personale ( persönliche Befragung ), detta, nella Common Law, paper and pencil Interview. Essa si svolge in un domicilio preventivamente concordato. Si tratta della modalità più costosa di censimento, ma è pur vero che il contatto “ viso a viso “ riduce i margini di errore. I dati sono raccolti in forma anonima e non sono trasmissibili all’ Autorità Giudiziaria. La seconda possibilità è il questionario postale ( Schriftliche Befragung ). Il plico è anch’ esso sottoposto a rigide regole di Privacy. Il modulo, una volta compilato, dev’ essere rispedito all’ Istituto di Criminologia mittente. I costi sono assai ridotti, ma ( DILLMAN 2009 ) solitamente l’ intervistato/a tende a mentire per fornire un’ immagine migliore di se stesso/a. Pertanto, in sede di analisi, necessitano correttivi statistici, che, viceversa, non compaiono nella persönliche Befragung. BIRNHOLTZ et al. ( 2004 ) reputano opportuno incentivare la sincerità e l’ oggettività delle risposte offrendo piccole somme di denaro agli inchiestati. Infine, esiste pure il questionario telefonico ( Telefonische Befragung ). Si tratta di una forma di censimento ormai poco utilizzata. I costi sono notevoli, i tempi necessariamente brevi e, ognimmodo, non si ha mai la certezza della reale identità di chi risponde, specialmente quando l’ utenza telefonica è un NaTel. Piuttosto, rimane da esplorare lo Web-Befragung a mezzo e-mail, ma l’ intervista personale rimane la più sicura e verace in assoluto.

RUGG ( 1941 ) si rendeva conto, già nella prima metà del Novecento, che la corretta formulazione delle domande influisce sull’ altrettanto corretta e sincera dazione delle risposte da parte dell’ intervistato/a. Bisogna evitare ogni lemma o frase che possa recare timore nel soggetto compilante il questionario propostogli. Oppure ancora, si debbono offrire risposte multiple, tra cui le immancabili caselle << non saprei >>, << non ho idea >>, << forse >>. Alcuni criminologi ammettono addirittura l’ uso di fonemi dialettali, specialmente in Schweizerdüütsch. Vanno evitate domande troppo lunghe, complicate o intellettualoidi.


3. Le statistiche criminologiche in Canton Zurigo

In Canton Zurigo, da ben 28 anni,la Kriminalstatistik des Kantons Zürich ( KRISTA ) effettua un ciclo periodico di statistiche giuridico-penali e criminologiche. In primo luogo, l’ oggetto principale di tali ricerche e censimenti è la Legge federale sugli stupefacenti ( BetmG ) ( Artt.19 e seguenti ). Inoltre, la KRISTA ha catalogato anche altri delitti, a seconda dell’ allarme sociale provocato e/o percepito. Si pensi ad illeciti assai diffusi come la clonazione delle carte di credito, i reati di matrice sessuale, le rapine, i maltrattamenti domestici e gli epifenomeni più estremi della delittuosità violenta. A sua volta, l’operato della KRISTA di Zurigo confluisce nei dati del Bundesamt für Statistik ( www.bfs.admin.ch ).

In ogni caso, tanto a livello cantonale quanto a livello federale, nessun Operatore reca la pretesa di fornire dati certi ed incontrovertibili, alla luce della natura estremamente complicata di certune variabili malgestibili, come il tasso di criminalità minorile, le differenze tra i vari Cantoni, il rapporto tra reità maschile / reità femminile, reità giovanile / reità senile, reità degli stranieri / reità dei cittadini autoctoni. Inoltre, ogni singolo atto di devianza presenta specificità ardue da analizzare.

Le statistiche della KRISTA sono anch’ esse soggette a repentini mutamenti, specialmente allorché un fatto è o, viceversa, non è più reato a causa di una nuova disposizione legislativa. Anche secondo ZOLLINGER ( 2007 ), le Statistiche ufficiali del Canton Zurigo si fondano su variabili scarsamente prevedibili .P.e., un reato delittuoso potrebbe sfuggire alle indagini della Magistratura Requirente. Anche la scoperta di nuove forme di criminalità non garantisce che quell’ illecito sia o non sia maggiormente diffuso rispetto ad altre infrazioni normative. Spesso, infatti, gli allarmi sociali sono ingiustificati. Oltretutto, l’ atto è perseguibile soltanto se esiste una Norma incriminatrice tipica e non estendibile per analogia. Si consideri pure che nessuna devianza penale è qualificabile in maniera matematica. P.e., di fronte ad un decesso, molte volte sussiste incertezza sulle cause ( dinamiche suicidarie, dinamiche omicidarie, cause naturali, preterintenzionalità). Lo stesso dicasi per i reati ex Artt. 19 e sgg. BetmG. In buona sostanza, la KRISTA non fornisce certezze assolute ed incontrovertibili. D’ altronde, la Scienza Statistica ammette sempre e comunque la sussistenza di una cifra oscura

Senz’ altro, in Canton Zurigo, la criminalità femminile è molto rara. Nel 1982, solo il 13 % dei condannati era donna. Nel 2006, meno del 6 % delle donne processate erano responsabili di rapine. Sempre nel 2006, uno scarso 9 % delle donne inchiestate venne dichiarato colpevole di omicidi volontari.

A prescindere dalle distinzioni di genere, la KRISTA ha rilevato che, in territorio zurighese, la maggior parte dei/delle condannati/e ha un’ età compresa tra i 20 ed i 24 anni. Soltanto un 20 % dei rinviati a giudizio ha tra i 50 ed i 60 anni. Anzi, dopo i 64 anni, le percentuali di colpevoli divengono pressoché insignificanti. A Zurigo, in quasi tutte le fattispecie di criminalità giovanile (Jugenddelinquenz ), gli illeciti risultano più o meno direttamente connessi al consumo di stupefacenti. Il 32 % dei delitti minorili afferisce alla BetmG. Anche il 50 % dei crimini stradali (Strassenverkehrsdelikten ) sono provocati da guida sotto l’ effetto di stupefacenti o bevande alcooliche. Oltretutto, nel contesto della Jugenddelinquenz, non esistono concrete differenze tra infrattore maschio ed infrattrice femmina. A causa dei modelli televisivi e cinematografici, il giovane reo compie reati con modalità alquanto violente ( << Jugendgewalt >> è il lemma più ricorrente in HAYMOZ & KILLIAS & LUCIA & MARKWALDER 2008 ). Recentemente, EISNER & RIBEAUD ( 2007 ) hanno purtroppo constatato la crescita preoccupante di una disinibita delittuosità giovanile a sfondo sessuale ( << Sexualdelikten >> ).

Nonostanti i pregiudizi xenofobi, la KRISTA ha acclarato che, nel territorio zurighese, non sussiste alcuna differenza tra la criminalità degli stranieri ( Ausländerkriminalität ) e criminalità degli svizzeri non espatriati. L’ unica marginale particolarità riguarda la maggiore presenza numerica di devianti non elvetici nei Cantoni di confine. Inoltre, gli infra-venticinquenni maschi stranieri delinquono nella medesima misura degli infra-venticinquenni maschi con cittadinanza svizzera. Alla luce dei censimenti della KRISTA, KILLIAS ( 2002 ) afferma che, nella Dottrina criminologica, il lemma << ausländer >> [ straniero ] non è associabile ad un numero maggiore di reati rispetto a chi possiede passaporto elvetico. Trattasi di un dato oggettivo ed algebrico, anche se taluni schieramenti politici affermano il contrario senza ostendere la benché minima prova scientifica. Tali osservazioni relative agli stranieri residenti in Svizzera valgono pure per gli Asilanten ed i turisti. Ovvero, non si afferma che non esiste criminalità presso gli immigrati. Viceversa, l’ asserto qui sostenuto è che, quantitativamente e qualitativamente, stranieri e non stranieri commettono i medesimi reati.

 

4. Rapporti tra Criminologia, Diritto Penale, Psichiatria, Pedagogia e Sociologia

Durante l’ onnipotenza culturale incontrastata delle Teorie lombrosiane ( 1876 – 1913 circa ), in Svizzera, in Italia ed in Belgio si negava l’ autonomia epistemologica della Criminologia. L’ Operatore ( Magistrato, Avvocato e Perito ) poteva soltanto evidenziare le bio-patologie congenite (?) dell’ infrattore, al fine di stabilirne il grado di responsabilità. De Greeff, durante il Congresso di Parigi del 1950 fu il primo Autore a conferire piena autonomia all’ operato del criminologo, il quale è preposto allo studio della criminogenesi ed utilizza mezzi di interpretazione non necessariamente dipendenti da altri àmbiti processualpenalistici. Si trattava di una rivoluzione intellettuale tardiva, eppure basilare.

Il Congresso di Parigi del 1950 consentì la nascita di centinaia di metodiche. Shaw ( Università di Chicago ) eseguì una mappatura criminologica delle degradate periferie metropolitane statunitensi. Sutherland sottolineò l’ esistenza di famiglie criminogene. Sellin studiò i conflitti culturali tra classi sociali. De Greeff si interessò alle complicate dinamiche che sfociano nelle devianze penalmente rilevanti. Oppure ancora, verso il 1960, fu teorizzata la Criminologia interazionista, a parere della quale il giovane rifiutato, disagiato, “ etichettato “ ed emarginato sviluppa condotte aggressive. Nei Paesi della Common Law, la Criminologia radicale criticò le ingiustizie del capitalismo sfrenato e consumistico, il quale formerebbe, nei soggetti collettivamente diffamati, personalità dedite al crimine. Tuttavia, nella seconda metà del Novecento, quasi tutti i criminologi, più o meno consapevolmente, manifestavano pensieri deterministici, tali per cui, dato un ambiente socio-culturale, la criminogenesi , in presenza di fattori diseducativi, sarebbe matematicamente inevitabile. Pertanto, è negato ogni riscatto,ogni sforzo individuale ed ogni impegno personale. Già in epoca bellica, CORREA ( 1932 ) confondeva la coscienza personale con l’ algebra, asserendo: << immaginiamo un cono e collochiamo al vertice l’ atto criminale. I fattori biologici ( terreno organico ) e sociali ( ambiente personale ) occuperanno la circonferenza di base, la personalità del delinquente sarà al centro della base e la situazione pre-criminale in cui egli si trova sarà situata lungo l’ asse del cono. Questo cono però non si muove liberamente nell’ aria, ma è immerso nell’ambiente generale ( la società globale ) >>. A parere di chi scrive, va rigettata tale immagine positivistica. Esistono influenze esterne, ma la volizione dolosa del reo rimane pur sempre frutto di una libera scelta. Semmai, si potrà teorizzare una colpevolezza attenuata, ma non predeterminata come nella geometria o nella chimica. MAILLUOX ( 1971 ) contrastò la Criminologia deterministica, ammettendo l’ importanza ( e non la cogenza assoluta ) di almeno quattro tipologie di << ambiente >>: l’ << ambiente inevitabile >> ( i Genitori), l’ << ambiente occasionale >> ( la scuola ), l’ << ambiente scelto >> ( moglie / marito e colleghi di lavoro ) ed infine l’ << ambiente subìto >> ( Organi di Polizia, Magistratura e altre Pubbliche Autorità costituite ). Anche SUTHERLAND ( 1934 ) postula l’ importanza del clima familiare e sociale assimilato, ma rifugge dalle schematizzazioni eccessivamente categoriche. Molto opportunamente, i discepoli di KINBERG ( 1935 ) distinguono tra situazioni << pericolose >> e situazioni << amorfe >>. Tale differenziazione non è predeterminata ( CORREA, ibidem ), bensì il criminale, per sua libera scelta, opta o meno verso compagni, amici, fidanzati/e che introducono il soggetto in dinamiche illegali e giudiziariamente poco limpide. Anche DE GREEFF ( 1946 ) impiegava, negli Anni Quaranta del Novecento, i lemmi << consenso manifesto>>.

Senz’ altro,la Criminologia è divenuta fondamentale, giacché, fatta salva la libera decisione finale, co-esistono influenze familiari, educative, amicali e anche residenziali. Tuttavia, almeno sino ad oggi, nessun Dottrinario ha mai esplorato il ruolo dei freni auto-inibitori di matrice religiosa. Esistono carriere criminali interrotte o prevenute dal proprio credo fideistico. Anche i valori religiosi possono impedire crimini, rimorsi e sofferenze

 

B I B L I O G R A F I A

ABRAHAM et al., Etica, Psichiatria e Politica, Edizione a cura del Centro di Documentazione e Ricerca dell’Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale ticinese, Mendrisio, 1995

BIRNHOLTZ et al., The Effects of Cash, Electronic, and Paper Gift Certificates as Respondent Incentives fora Web-Based Survey of Technologically Sophisticated Respondents, Social Science Computer Review, n. 22, 2004

CORREA, L’ étude du criminel au Portugal, in Revue de droit pénal et de criminologie, nuova serie, XII, 1932

DILLMAN, Internet,mail and mixed-mode surveys: the tailored design method, Hoboken, 2009

EISNER & RIBEAUD, Zentrale Ergebnisse der Studie Entwicklung von Gewalterfahrungen Jugendlicher im Kanton Zürich, Hintergrundinformationen, Zürich, 2007

FLICK et al., Qualitative Sozialforschung: eine Einführung, 3. Aufl., Hamburg, 2010

GRÄF, Die Online-Befragung, Berlin, 2008

GREEFF ( DE ), Introduction à la Criminologie, Paris,1946

HAYMOZ & KILLIAS & LUCIA & MARKWALDER, Kriminalitätsentwicklung in der Schweiz: Alles nur halb so schlimm ? Tendenzen anhand der verfügbaren Indikatoren seit 20 Jahren, Crimiscope, Lausanne, 2008

KILLIAS, Grundriss der Kriminologie, Stämpfli Verlag, Bern, 2002

KINBERG, Basic problems of criminology, Copenhagen – London, 1935

MAILLOUX, Jeunes sans dialogue: criminologie pédagogique, Paris, 1971

MERZAGORA BETSOS, Lezioni di Criminologia, CEDAM, Padova, 2001

PICOZZI & ZAPPALA’, Criminal profiling. Dall’ analisi della scena del delitto al profilo psicologico del criminale, McGraw Hill, Milano, 2002

PINATEL, Le phénomène criminel, MA Editions, Paris, 1987

PONTI, Compendio di Criminologia, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1990

POSTMAN, Die zweite Aufklärung: vom 18. ins 21. Jahrhundert, Berlin, 1999

ROMER, << Criminologia >>, versione on-line italiofona del Dizionario Storico della Svizzera, www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I28689.php ( 2004 )

RUGG, Experiments in Wording Questions, Public Opinion Quarterly, 1941( Edizione fuori corso )

RUGGIERO, Delitti dei deboli e dei potenti. Esercizi di anticriminologia, Bollati Boringhieri, Torino, 1999

SUTHERLAND, Principles of Criminology, Lippincot, Philadelphia, 1934 ( Edizione fuori corso )

ZOLLINGER, ( Hrsg. ), Skriptum Rechtmedizin, Institut für Rechtmedizin, Bern, 2007

 

1 Art. 75 comma 1 StGB

L’ esecuzione della pena deve promuovere il comportamento sociale del detenuto, in particolar modo la sua capacità a vivere esente da pena. Essa deve corrispondere per quanto possibile alle condizioni generali di vita, garantire assistenza al detenuto, ovviare alle conseguenze nocive della privazione della libertà, e tenere conto adeguatamente della protezione della collettività, del personale incaricato dell’ esecuzione e degli altri detenuti

2 Art. 31 comma 1 BV

Privazione della libertà

Nessuno può essere privato della libertà se non nei casi previsti dalla legge e secondo le modalità da questa prescritte.

Chi è privato della libertà ha diritto di essere informato immediatamente, in una lingua a lui comprensibile, sui motivi di tale privazione e sui diritti che gli spettano. Deve essergli data la possibilità di far valere i propri diritti. Ha in particolare il diritto di far avvisare i suoi stretti congiunti

3 Art. 3 comma 1 Cpp svizzero

In tutte le fasi del procedimento, le autorità penali rispettano la dignità delle persone coinvolte

4 Art. 123 a BV

Considerato il forte rischio di ricaduta, il criminale sessuomane o violento che nelle perizie necessarie alla formulazione della sentenza è stato definito estremamente pericoloso e classificato come refrattario alla terapia deve essere internato a vita. Liberazioni anticipate e permessi di libera uscita sono esclusi.

E’ possibile redigere nuove perizie solo qualora nuove conoscenze scientifiche permettano di dimostrare che il criminale può essere curato e dunque non rappresenta più alcun pericolo per la collettività. Se sulla base di queste nuove perizie è posta fine all’ internamento, la responsabilità per una ricaduta è assunta dall’ autorità che ha posto fine all’internamento.

Tutte le perizie necessarie al giudizio del criminale sessuomane o violento devono essere redatte da almeno due periti esperti reciprocamente indipendenti e tenendo conto di tutti gli elementi importanti per il giudizio

Dott. Andrea Baiguera Altieri

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