Più soldi alla giustizia!

Scarica PDF Stampa

Quello che appare un monito, ? in realt? il messaggio di coloro che, in qualit? di ?addetti ai lavori?, si misurano quotidianamente con il pianeta giustizia, saggiandone – spesso con amarezza ? le lacune e le falle che pregiudicano l?accesso all?intervento giurisdizionale, in danno della piena fruibilit? della tutela dei diritti costituzionalmente garantita.

 

Solo recentemente, cogliendo l?occasione offerta da una intervista apparsa sul settimanale ?Il Salvagente? del 28 aprile/5 maggio 2005, l?Avv. Nicola Ianniello non aveva indugiato nel focalizzare l?attenzione del suo intervento, tra l?altro, sulla spinosa quanto annosa questione della insufficiente destinazione di adeguate risorse alla giustizia, avvertita con particolare allarme nel settore del patrocinio a spese dello Stato.

 

Gli ingiustificati tagli alla giustizia nell?ambito della difesa del non abbiente, sottolinea l?Avv. Ianniello, unitamente alle decurtazioni delle parcelle degli avvocati legislativamente imposte dal Testo Unico sulle spese di giustizia n. 115/2002 che possono finanche sfiorare ? nel settore civile ? un abbattimento pari al quarto del valore medio previsto dalle tariffe professionali, sono alcuni degli indici rivelatori della globale precariet? di tenuta del sistema del gratuito patrocinio.

 

 

 

Nel settore penale, ai sensi dell?art. 82 del T.U. n. 115/2002 ?l?onorario e le spese spettanti al difensore sono liquidati dall?autorit? giudiziaria con decreto di pagamento osservando la tariffa professionale in modo che, in ogni caso, non risultino superiori ai valori medi delle tariffe professionali?.

 

 

 

Il legislatore ha palesemente omesso di ragguardare le lodevoli intenzioni della difesa a spese dello stato in favore degli anelli deboli della societ?, con un adeguato stanziamento di risorse da destinare alla (equa e dignitosa) retribuzione dei professionisti ai quali in ogni caso si richiede, come ? giusto che sia, che l?impegno profuso sia pari ad assicurare una difesa ?competente ed attrezzata?.

 

Su tali esorbitanti premesse, non stupisce allora che il riconoscimento economico della prestazione professionale per una pratica di divorzio nel patrocinio civile gratuito possa attestarsi intorno ad importi incredibilmente al di sotto di quelli notoriamente richiesti (euro 200,00 a fronte di euro 800,00-1.000,00). A ci?, si aggiungano poi le estenuanti lungaggini burocatriche che accompagnano (spesso per oltre un anno dalla definizione del procedimento) l?emissione del decreto di liquidazione, ed ancora, il sempre maggiore carico di contenzioso rappresentato dalle numerose opposizioni agli importi liquidati in via giudiziale.

 

Nell?ottica di un critico e condiviso sentire dei mali della giustizia, si colloca senz?altro anche la dichiarazione dell?On. Giuseppe Valentino – sottosegretario del Ministero della Giustizia – che con una Ansa del 28 settembre scorso (fonte AGI) individuava, tra gli obiettivi che la Finanziaria per il 2006 dovrebbe portare a compimento, un ?pacchetto? di misure e correttivi da destinare alla Giustizia ed al rafforzamento dell?apparato amministrativo.

 

Tra questi, accanto all?aumento delle retribuzioni dei magistrati ordinari e agli incentivi per coloro che prestano funzioni giurisdizionali in uffici disagiati, nell?ottica di una rivisitazione complessiva del sistema, che non pu? certo ritenersi appagata dalla riforma dell?ordinamento giudiziario, un ruolo preminente ? riconosciuto alla strumentazione legislativa, rispetto alla quale la revisione della normativa in materia di difesa d?ufficio e di patrocinio a spese dello Stato appare non pi? prorogabile.

 

?Misure necessarie?, avverte l?On. Valentino, e sostiene l?avvocatura impegnata al fianco dei non abbienti, che meriterebbero ex s? una collocazione prioritaria tra gli obiettivi fondamentali di uno Stato moderno, non paternalista, ma ciononostante rivolto alla tutela dei pi? deboli.

 

La giustizia, che non pu? essere relegata al ruolo di chimera, vive della realt? e nella realt?: i mali di cui soffre abbisognano di una riposta decisa, univoca, finalisticamente orientata a renderla adeguata ai tempi, alle mutevoli esigenze della collettivit? che, con riguardo al patrocinio a spese dello Stato, rivela inequivocabili ed allarmanti segnali di una vis attractiva verso la soglia della ?nuova povert??, come testimonia, dati alla mano, l?ultimo rapporto sulla povert? diffuso dal Ministero del Lavoro (per un commento, www.anvag.it/ARTICOLI).

 

?

 

?

Ianniello Nicola

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento