Il diritto è un universo semiotico, un sistema di segni la cui forza risiede nella precisione del suo linguaggio. Ogni norma, ogni clausola è un’affermazione che ambisce a governare il reale, a dargli forma e ordine. Eppure, questa architettura verbale, così definita all’interno dei propri confini, si scontra con la fluidità di un mondo le cui relazioni economiche e umane ignorano le frontiere. In questo scarto tra la territorialità del diritto e l’universalità dei rapporti, la traduzione di documenti legali cessa di essere una necessità tecnica per diventare un atto di mediazione culturale e giuridica, un ponte gettato sull’apparente intraducibilità dei sistemi.
Indice
1. L’ermeneutica della trasposizione
Considerare la traduzione giuridica un mero processo di sostituzione lessicale è l’errore epistemologico da cui nascono le più gravi insidie. Ogni ordinamento giuridico è un’ontologia a sé, un modo di concettualizzare il mondo che genera istituti senza un perfetto corrispettivo altrove. Il concetto di consideration nel diritto contrattuale anglosassone, ad esempio, non ha un gemello nel nostro sistema. Trasporlo con un termine letterale significherebbe consegnare al giurista un guscio vuoto, privo della sua sostanza precettiva. Il lavoro del traduttore specializzato è quindi un atto ermeneutico: non si tratta di trovare la parola giusta, ma di identificare la funzione giuridica equivalente, di ricreare nell’ordinamento di arrivo l’effetto che la parola originaria produceva in quello di partenza. È un’operazione di ingegneria concettuale.
2. I dialetti del diritto
Il linguaggio giuridico non è una lingua unica, ma una famiglia di dialetti. La lingua di un’operazione di finanza strutturata è quasi incomprensibile per un esperto di diritto di famiglia, così come il lessico di un brevetto biotecnologico è un mondo a parte rispetto a quello di un atto processuale. Una traduzione documenti legali che ambisca all’eccellenza richiede, pertanto, una profonda familiarità con il micro-settore di riferimento. Il professionista non deve solo comprendere il significato denotativo dei termini, ma anche le loro connotazioni, il loro peso nella prassi, la filigrana di implicazioni che solo l’esperienza in quel campo specifico può rivelare. La finalità del testo – che sia un documento da depositare in un contenzioso o una bozza per una trattativa privata – modula ulteriormente il registro e il rigore richiesto, rendendo ogni traduzione un’opera unica. Per l’approfondimento, consigliamo il volume Breviario di scrittura giuridica -Il Paradigma perduto: gli strumenti della retorica classica per scrivere in modo chiaro, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
Breviario di scrittura giuridica
La maggior parte delle persone pensa che i giuristi scrivano in modo oscuro e prolisso.<br /><br />Ma la cosa ancora più sorprendente è che ciò lo pensi anche ogni giurista dei colleghi, a maggior ragione se appartengono a corpi o ordini diversi.<br /><br />Il tema della scrittura emerge ogni anno all’esito dei concorsi in magistratura e, sul versante dell’avvocatura, commissari chiamati a correggere gli scritti raccontano che<strong> LARGA PARTE DEGLI ASPIRANTI AVVOCATI NON SUPERA LA PROVA</strong> non perché abbia mal inquadrato la questione giuridica, ma piuttosto <strong>PERCHÉ NON IN GRADO DI SCRIVERE IN MODO LOGICO, CHIARO ED EFFICACE.</strong><br /><br />Ciò che oggi è ancor più necessario con la recente Riforma Cartabia e il Regolamento attuativo del Ministero della Giustizia 7 agosto 2023, n. 110.<br /><br />A dispetto delle differenze tra Civil Law e Common Law, questo accade anche negli Stati Uniti, tanto da far sentire alla dottrina e alle università d’oltreoceano, ormai da anni, il <strong>bisogno di andare a ricatturare gli strumenti della retorica classica per AIUTARE I GIURISTI A PENSARE E, quindi, A SCRIVERE IN MODO CHIARO</strong>: il ragionamento giuridico è più universale dei sistemi giuridici in cui viene applicato.<br /><br />Motivo per cui il volume sarà di grande utilità anche per futuri (e non!) magistrati, giuristi e avvocati italiani.<br /><br /><strong>Questo breviario</strong>, scritto da <strong>Kristen Konrad Tiscione</strong>, docente nel prestigioso Georgetown University Law Center, partendo dalla consapevolezza della necessità di insegnare a giuristi e operatori del diritto la tradizione retorica, <strong>propone un breve excursus nelle nozioni di base del ragionamento deduttivo e induttivo.</strong><br /><br />Nella migliore tradizione pragmatica nordamericana, lo scopo viene perseguito <strong>attraverso un approccio pratico: SONO ANALIZZATI MEMORIE O ATTI, IN CUI GLI ERRORI COMUNEMENTE RISCONTRABILI NELLA PRATICA GIURIDICA VENGONO INDIVIDUATI, SPIEGATI E CORRETTI.</strong><br /><br /><strong>Kristen Konrad Tiscione</strong><br />Professore di Diritto e Pratica Legale presso il Georgetown University Law Center a Washington D.C. Docente di corsi di “Ricerca e Scrittura Giuridica”. Già Presidente del Legal Writing Institute, è autrice di numerose pubblicazioni su autorevoli riviste giuridiche negli Stati Uniti.<br /><br /><strong>Andrea Sirotti Gaudenzi</strong><br />Avvocato, docente universitario e arbitro internazionale. Responsabile scientifico di vari enti in Italia e all’estero, è Direttore di collane e trattati giuridici e autore di numerosi volumi.<br /><br /><strong>Salvatore Milianta</strong><br />Avvocato, consulente e formatore di imprese ed enti del terzo settore. Da anni studia il tema della scrittura giuridica e della Logica e Retorica in ambito forense.
Kristen Konrad Tiscione | Maggioli Editore 2023
16.80 €
3. Il rito che conferisce validità
Al di là della sostanza, il diritto è anche forma, un insieme di riti che conferiscono pubblica fede e validità a un atto. Quando un documento varca una frontiera, anche la sua traduzione deve essere sottoposta a un processo che ne certifichi l’autenticità e la conformità. Procedure come l’asseverazione – il giuramento che lega la responsabilità del traduttore al testo – e la legalizzazione o apostille – il sigillo che attesta l’autorità di chi ha ricevuto quel giuramento – non sono orpelli burocratici. Sono il rito necessario a trasformare un testo privato in un documento dotato di forza legale nello stato di destinazione. È il momento in cui la parola tradotta viene formalmente accolta nel nuovo ordinamento, acquisendo la capacità di produrre effetti giuridici. La scelta di un partner per questo processo deve quindi considerare non solo la sua sapienza linguistica, ma anche la sua maestria nel governare questi passaggi formali, indispensabili per dare compimento all’intero atto traduttivo.
Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento