La nuova responsabilitá medica dopo la Balduzzi

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Il primo impatto della Decreto Balduzzi sulla responsabilità medica sta cominciando a manifestare i suoi effetti. Nelle pronunce giurisprudenziali, nelle interpretazioni dottrinali, negli atti dei legali, nell’operatività delle coperture assicurative, nel mondo dei professionisti sanitari, nella comunità scientifica medica e nella collettività.

Per alcuni interpreti si tratta di una “rivoluzione” positiva, altri sono di parere completamente opposto.

Certo il Legislatore, consapevolmente o meno, ha notevolmente inciso sulle aspettative dei vari soggetti che entrano a far parte del percorso medico-assistenziale (prima) e medico-legale (dopo, eventualmente, a ragione o meno): da una parte, coloro che si aspettano un ritorno alla responsabilità medica in senso aquiliano in ambito civilistico e di “depenalizzazione” (in fieri) in ambito penalistico grazie alla copertura offerta dalle Linee guida; dall’altra, chi considera imprudente abbandonare la strada a lungo percorsa dalla giurisprudenza che è andata in direzione totalmente opposta.

Ci sono poi gli aspetti di natura assicurativa: l’attuale incognita circa i requisiti di idoneità dei contratti e del “fondo appositamente costituito” al fine di “garantire idonea copertura assicurativa agli esercenti le professioni sanitarie” promettono svolte tranquillizzanti la categoria, delle quali si attende l’effettiva realizzazione considerato tuttavia, da una parte, la forza impositiva delle Compagnie di Assicurazioni e, dall’altra, gli sforzi di riduzione e razionalizzazione della spesa sanitaria.

Infine, ma non certo per importanza, in questo scenario si innestano tutte le questioni relative alle riviste metodologie di quantificazione e liquidazione del danno alla persona.

Insomma, siamo in un momento di forte fermento giuridico, accademico, dottrinale, assicurativo e medico-legale dal quale, si spera, potrebbe prodursi un nuovo approccio razionale allo spinoso ambito del contenzioso sanitario.

 

 

Dott. Attilio Steffano e Avv. Lavinia Vercesi

info@medicinaediritto.it

 

 

 

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