La libertà di circolazione in Europa per i figli delle coppie omosessuali

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In Italia sono sempre di più i figli delle coppie omosessuali.

Sono bambini che dal punto di vista giuridico hanno due genitori dello stesso sesso, che secondo i casi possono essere due padri oppure due madri.

Andando a guardare i loro diritti si può rilevare che sono spesso ostacolati.

Una delle questioni che più di frequente si riscontra nella pratica è relativa ai documenti di riconoscimento.

La delicata questione è arrivata davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la  sentenza CGUE, sent. n. C-490/20 del 14/12/2021.

I giudici hanno anche stabilito la libertà dei cittadini dell’Unione di spostarsi e soggiornare liberamente nel territorio degli altri Paesi che aderiscono alla Comunità europea.

Questo vuol dire che il figlio minorenne di una coppia gay può ottenere anche il passaporto.

La pronuncia sopra menzionata ha il suo significato, perché ammette la possibilità di avere la carta d’identità per un figlio di due madri anche quando lo Stato ha tenuto al rilascio del documento, che è quello nel quale il minore ha la cittadinanza e non aveva formato l’atto di nascita.

Se lo stesso era stato compilato nel diverso Stato di provenienza, sempre appartenente all’Unione Europea, il Paese di destinazione lo deve riconoscere in modo automatico, senza mettere limiti che derivino dalla sua legislazione nazionale.

Indice

  1. Il riconoscimento giuridico del figlio di due madri
  2. La possibilità di avere la carta d’identità per il figlio di una coppia omosessuale
  3. Le famiglie omogenitoriali in Italia

1. Il riconoscimento giuridico del figlio di due madri

La più recente giurisprudenza ha  ammesso la possibilità di riconoscere giuridicamente, con la trascrizione in Italia dell’atto di nascita formato all’estero, un figlio nato da due madri.

Si tratta, evidentemente, dei casi di fecondazione artificiale, che avviene attraverso diverse tecniche di procreazione assistita e maternità surrogata.

La più frequente è quella nella quale il concepimento avviene con il seme di un donatore maschio, che restando anonimo, feconda l’ovulo di una donatrice.

L’ovulo in questo modo formato viene impiantato nell’utero di una donna che porterà avanti la gravidanza e partorirà il neonato.

La donna che fa nascere un bambino può avere una compagna stabile e anche essere unita con lei in matrimonio, con una unione civile.

Nella società odierna, sia secondo la scienza sia secondo il diritto, è possibile avere un figlio avendo  due papà o  due mamme come genitori, nonostante restino alcune perplessità, soprattutto per i casi di maternità surrogata.

Questo non può precludere il diritto dei bambini al riconoscimento e alla crescita con i genitori omosessuali che, allo stesso modo, rivolgeranno le loro attenzioni, anche se non siano i genitori   biologici.

2. La possibilità di avere la carta d’identità per i figli di una coppia omosessuale

Quando i minori sono stati registrati come figli di due donne sposate oppure unite civilmente in uno Stato membro dell’Unione Europea, lo stesso ha diritto di ottenere il rilascio della carta d’identità, o del passaporto, dal Paese del quale è cittadino, senza che sia necessaria l’emissione di un altro atto di nascita.

Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea nella pronuncia della quale si è scritto nell’introduzione all’articolo.

La vicenda specifica è relativa a un bambino residente in Bulgaria, dove la registrazione dell’atto di nascita è preclusa se come genitori vengono indicati due donne o due uomini.

In situazioni simili, secondo la Corte di Giustizia, per effettuare la registrazione anagrafica vale sempre l’atto di nascita del bambino, quello che è stato rilasciato dal primo Stato membro, che  obbliga lo Stato del quale il minore è cittadino, a rilasciargli la carta di identità, o il passaporto, senza che le autorità nazionali debbano emettere un loro successivo atto di nascita.

Da questo deriva anche l’obbligo, per lo Stato membro nel quale il bambino ha la cittadinanza, di riconoscere il documento d’identità emesso in precedenza dal diverso Stato membro che lo ha accolto, che gli consente di esercitare, insieme ai suoi genitori, il suo diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio dell’Unione Europea.

È palese che rifiutare di rilasciare i documenti di identità impedirebbe al minorenne l’esercizio di questi diritti fondamentali che, secondo quello che hanno sancito i giudici della Corte di Lussemburgo, gli devono essere riconosciuti in automatico, perché cittadino che fa parte dell’Unione Europea.

3. Le famiglie omogenitoriali in Italia

Come ha di recente riportato il quotidiano Huffington Post, vista la mancanza di un censimento nazionale aggiornato, le informazioni disponibili non sono completamente attendibili, ma prendendo come fonte l’indagine Modi.di. del 2005, prima ricerca sulla salute e sul benessere della popolazione omosessuale italiana condotta da Arcigay, finanziata dall’Istituto Superiore di Sanità e realizzata su un campione di circa 7000 individui, le persone omosessuali che hanno dichiarato di essere genitori erano il 21% donne e il 18% uomini, per una somma complessiva di circa centomila bambine e bambini con almeno un genitore omosessuale.

Secondo le informazioni dedotte dal 15° Censimento della popolazione 2011 condotto dall’Istat, le coppie di persone dello stesso sesso che hanno dichiarato di essere unite da un legame di affetto di tipo coniugale sono nel complesso 7515, delle quali 529 con figlie e figli.

Le informazioni sono di sicuro sottostimate perché molte coppie che convivono hanno preferito non fare coming out, ed è relativo esclusivamente alle coppie che abitano nella stessa casa.

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