Queste sono spesso le vicende aziendali a seguito di una visita ispettiva che ha ad oggetto, anche, l’inquadramento contributivo. Povero datore di lavoro.. ma ahimè, povero ispettore!! ne dovrà fare di accertamenti e domande se vuol arrivare ad affermare l’erroneo inquadramento previdenziale. Ma andiamo per gradi per cercare di capire cosa può succedere durante una verifica e quali sono le fasi che porteranno alla redazione del verbale. La procedura di iscrizione dei datori di lavoro prevede che, nella generalità dei casi, l’inquadramento dei datori di lavoro avvenga automaticamente al momento di presentazione della domanda anche se tuttavia, alcune attività non sono suscettibili di inquadramento automatizzato sia per la loro specificità, sia per necessità di maggiori approfondimenti sulle modalità di svolgimento dell’attività con dipendenti; in questi casi, l’inquadramento sarà però effettuato direttamente dalla sede INPS di competenza, a cui resta immutato il potere/dovere di effettuare i controlli sulle autocertificazioni iniziali. Da subito va ribadito quanto segue: nessuna variazione di inquadramento può mai intervenire rispetto a quanto fissato ab initio dall’Istituto se non si fa luogo ad alcuna modifica nelle attività aziendali, né è possibile invocare l’accertamento di altro organo di vigilanza se non sussistono e vengano accertate le modifiche di cui sopra. Il quadro normativo di riferimento si rinviene nell’art 49 L. 88/1989, in base a cui l’inquadramento effettuato dall’INPS in uno dei settori previsti dalla norma citata ha efficacia erga omnes, “essendo mirato proprio a dare certezza al sistema di classificazione previdenziale dei datori di lavoro e ad abolire l’eventuale pluralità di competenze ed inquadramenti” (cfr Cass SS.UU 4837/1994).
L’Ispettore e l’inquadramento previdenziale dell’azienda
Queste sono spesso le vicende aziendali a seguito di una visita ispettiva che ha ad oggetto, anche, l’inquadramento contributivo. Povero datore di lavoro.. ma ahimè, povero ispettore!! ne dovrà fare di accertamenti e domande se vuol arrivare ad affermare l’erroneo inquadramento previdenziale. Ma andiamo per gradi per cercare di capire cosa può succedere durante una verifica e quali sono le fasi che porteranno alla redazione del verbale. La procedura di iscrizione dei datori di lavoro prevede che, nella generalità dei casi, l’inquadramento dei datori di lavoro avvenga automaticamente al momento di presentazione della domanda anche se tuttavia, alcune attività non sono suscettibili di inquadramento automatizzato sia per la loro specificità, sia per necessità di maggiori approfondimenti sulle modalità di svolgimento dell’attività con dipendenti; in questi casi, l’inquadramento sarà però effettuato direttamente dalla sede INPS di competenza, a cui resta immutato il potere/dovere di effettuare i controlli sulle autocertificazioni iniziali. Da subito va ribadito quanto segue: nessuna variazione di inquadramento può mai intervenire rispetto a quanto fissato ab initio dall’Istituto se non si fa luogo ad alcuna modifica nelle attività aziendali, né è possibile invocare l’accertamento di altro organo di vigilanza se non sussistono e vengano accertate le modifiche di cui sopra. Il quadro normativo di riferimento si rinviene nell’art 49 L. 88/1989, in base a cui l’inquadramento effettuato dall’INPS in uno dei settori previsti dalla norma citata ha efficacia erga omnes, “essendo mirato proprio a dare certezza al sistema di classificazione previdenziale dei datori di lavoro e ad abolire l’eventuale pluralità di competenze ed inquadramenti” (cfr Cass SS.UU 4837/1994).