Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Center for Countering Digital Hate, organizzazione no-profit britannica con uffici a Londra e Washington, D.C. che lavora per fermare la diffusione dell’incitamento all’odio e della disinformazione online, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ultimo anno avrebbe fatto aumentare del 130% la disinformazione e le fake news che circolano in rete. Alle tematiche del rapporto con le AI abbiamo dedicato il volume “Il nuovo diritto d’autore -La tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale“
Indice
1. I deepfake elettorali e le notizie false
Proprio quello di cui si sentiva il bisogno, dal momento che le bufale già da sole, senza alcun bisogno di intelligenza, umana o artificiale che sia, hanno una diffusione ed una pervasività online che supera del 70% le notizie vere (da uno studio del Mit). Ecco, quindi, che uno strumento potente, affascinante, dirompente ed innovativo come l’intelligenza artificiale, che ha milioni di applicazioni e che potrebbe essere utilizzato per gli scopi più disparati e “sani” viene invece distorto e messo al servizio della parte peggiore della comunità di internauti.
Potrebbe essere il titolo di una saga fantasy: intelligenza artificiale vs. realtà: chi la spunterà?
Per inquadrare il fenomeno, i ricercatori britannici hanno rilevato come i deepfake elettorali, uno su tutti Trump circondato da una folla adorante di simpatizzanti afroamericani – un capolavoro della fantasia digitale degno di un Oscar per i migliori effetti speciali – hanno iniziato a proliferare con una velocità che farebbe impallidire Road Runner, il nostro amato “Beep-Beep” dell’infanzia e tutto solo grazie alle app di intelligenza artificiale di punta: Midjourney, DALL-E 3 di OpenAI, DreamStudio di Stability AI e Image Creator di Microsoft, che, a dispetto delle loro politiche di buon vicinato contro la creazione di contenuti fuorvianti, sembrano aver lasciato aperta la porta di casa, permettendo ai buontemponi di entrare e fare scherzi (e danni).
Ed ecco che in men che non si dica, su Twitter, pardon, ormai bisogna chiamarlo X, il social di Elon Musk che sembra sfuggire tutte le regole ivi comprese quelle di controllo dei contenuti, si è rilevato questo allarmante aumento del 130% di bufale degne di un universo parallelo: frodi elettorali, Biden e Trump che si abbracciano con fraterno affetto, e chi più ne ha più ne metta, l’unico limite è l’immaginazione e forse nemmeno quella.
Qualche piattaforma (ChatGPT Plus e Image Creator) riesce a intercettare e bloccare le richieste giudicate ingannevoli, mentre sarebbe risultato che Midjourney si lascerebbe sedurre dal lato oscuro della forza (algoritmica) con più facilità, vincendo la palma d’oro dei contenuti fuorvianti.
“La possibilità che immagini generate dall’Intelligenza artificiale servano come prove fotografiche potrebbe esacerbare la diffusione di false affermazioni, ponendo una sfida significativa per preservare l’integrità delle elezioni”, affermano i ricercatori. Alle tematiche del rapporto con le AI abbiamo dedicato il volume “Il nuovo diritto d’autore -La tutela della proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale”
Il nuovo diritto d’autore
Questa nuova edizione dell’Opera è aggiornata all’attuale dibattito dedicato all’intelligenza artificiale, dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2020 alla proposta di Regolamento europeo – AI Act.Il testo si configura come lo strumento più completo per la risoluzione delle problematiche riguardanti il diritto d’autore e i diritti connessi.Alla luce della più recente giurisprudenza nazionale ed europea, la Guida dedica ampio spazio alle tematiche legate alla protezione della proprietà intellettuale, agli sviluppi interpretativi in tema di nuove tecnologie e alle sentenze della Suprema Corte relative ai programmi per elaboratore, alle opere digitali e al disegno industriale.Il testo fornisce al Professionista gli strumenti processuali per impostare un’efficace strategia in sede di giudizio, riportando gli orientamenti giurisprudenziali espressi dalla Cassazione civile nel corso del 2023.Completano il volume un Formulario online editabile e stampabile, sia per i contratti che per il contenzioso, un’ampia Raccolta normativa e un Massimario di giurisprudenza di merito, legittimità e UE, suddiviso per argomento.Nell’area online sono messi a disposizione del lettore gli ulteriori sviluppi relativi al percorso di approvazione del Regolamento AI Act e la videoregistrazione del webinar tenutosi il 23 febbraio 2024, a cura di Andrea Sirotti Gaudenzi, “Il diritto d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale”, in cui l’Autore parla delle sfide legali emerse con l’avvento dell’AI anche mediante l’analisi di casi studio significativi.Andrea Sirotti GaudenziAvvocato e docente universitario. Svolge attività di insegnamento presso Atenei e centri di formazione. È responsabile scientifico di vari enti, tra cui l’Istituto nazionale per la formazione continua di Roma e ADISI di Lugano. Direttore di collane e trattati giuridici, è autore di numerosi volumi, tra cui “Manuale pratico dei marchi e brevetti”, “Trattato pratico del risarcimento del danno”, “Codice della proprietà industriale”. Magistrato sportivo, attualmente è presidente della Corte d’appello federale della Federazione Ginnastica d’Italia. I suoi articoli vengono pubblicati da diverse testate e collabora stabilmente con “Guida al Diritto” del Sole 24 Ore.
Andrea Sirotti Gaudenzi | Maggioli Editore 2024
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2. Il controllo aziendale sull’intelligenza artificiale
Ma è qui che la trama si infittisce: se è vero che un’immagine vale più di mille parole, quanto vale un’immagine che non riflette la realtà o che ne riflette una distopica e distorta? In questo scenario, l’AI si trasforma da strumento di innovazione a potenziale veicolo per la distruzione della fiducia pubblica.
Ora, dopo le brutte notizie, proviamo a immaginare insieme un quadro leggermente più ottimista, poiché ogni storia ha bisogno del suo momento “e vissero per sempre felici e contenti”.
Riflettiamo su un mondo in cui l’intelligenza artificiale, piuttosto che essere un burattinaio delle ombre, diventi un cavaliere in splendente armatura digitale. Un mondo in cui, anziché generare divisione, l’AI aiuti a costruire ponti di comprensione, facilitando il dialogo tra fazioni opposte e promuovendo una società più informata e resiliente.
Ma, per raggiungere questo lieto fine, sono necessari alcuni mirati ingredienti: un radicale cambio di rotta e di mentalità, e l’approvazione delle regole europee che, fortunatamente, non tarderanno ad arrivare.
Le aziende tecnologiche, i creatori di AI e i policy maker devono unire le forze per stabilire standard etici rigorosi e meccanismi di controllo efficaci. Dobbiamo trasformare la narrazione da “AI vs. realtà” a “AI & Realtà: compagni per un futuro migliore”.
In conclusione, mentre navighiamo in queste acque turbolente, ricordiamoci che il potere di cambiare il corso della storia è nelle nostre mani, o meglio, nei nostri algoritmi.
Sarà nostra la scelta di utilizzare l’intelligenza artificiale come uno specchio distorto che riflette le nostre paure e pregiudizi, o come uno strumento che illumina la strada verso la verità e la comprensione mutuale.
Così, mentre cala il sipario su questo episodio, la domanda rimane: che tipo di finale vogliamo scrivere per la nostra storia con l’AI? L’avventura è senza dubbio appena cominciata e il prossimo capitolo dipenderà esclusivamente da noi.
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